76 LAVORATORI DEL TDU RESISTONO
la resistenza continua
Silvia Berruto
Comunicato stampa
Il Trait d’Union ha depositato una diffida in Comune
Il Consorzio Trait d’Union ha depositato ieri, venerdì 26 giugno 2009, presso il Comune di Aosta una diffida avente per oggetto alcune censure relative alla regolarità della procedura di gara di appalto per l’affidamento e la gestione dei servizi per gli anziani della città di Aosta.
I legali del Consorzio hanno rilevato alcune gravi irregolarità nello svolgimento della gara che potrebbero inficiare l’esito dichiarato dal Comune di Aosta, con gravi conseguenze tanto per l’Amministrazione quanto per l’utenza, i lavoratori, i soci ed il consorzio. In particolare sono state avanzate eccezioni rispetto alla modalità di costituzione e alla composizione della commissione che ha valutato le offerte.
La diffida si è resa necessaria poiché il Comune di Aosta ha proceduto all’aggiudicazione del servizio solo in data 25 giugno 2009, 10 giorni dopo la chiusura dei lavori da parte della commissione e solo 6 giorni prima dell’avvio del servizio, senza aver ancora consentito al Consorzio l’integrale accesso agli atti del procedimento, con buona pace dei principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento dell’azione amministrativa.
“Con questa diffida chiediamo – spiegano i responsabili del Trait d’Union - all’Amministrazione Comunale, agendo in via di autotutela, di revocare i provvedimenti illegittimi o, quanto meno, di sospendere il procedimento in attesa della pronuncia del Tribunale amministrativo competente”.
L’adozione dei provvedimenti richiesti consentirebbe di evitare gravi conseguenze legate all’eventuale annullamento da parte dell’Autorità giudiziaria degli esiti della gara per tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, in primis gli utenti del servizio e i lavoratori.
Il Consorzio Trait d’Union ha, infatti, deciso di ricorrere al TAR. “Pur nella ristrettezza dei tempi – sostengono i responsabili del Trait d’Union - stiamo analizzando, insieme ai nostri legali, la documentazione di gara e il verbale della commissione e stiamo riscontrando buoni elementi a nostro favore che ci fanno propendere per la presentazione di un ricorso al TAR”.
Aosta, 27 giugno 2009
NG/09
Sull'assemblea del TDU del 26 giugno
parte seconda
Si legge la lettera inviata dall'amministrazione comunale ai cittadini interessati, fruitori di servizi sociali in questione, per "comunicare" il cambio di gestione degli stessi e l'affidamento alla cooperativa Pro.Ges in seguito agli esiti della gara d'appalto.
Il contenuto non passa inosservato ed è oggetto di critica serrata.
E' stato ribadito, con una certa disinvoltura, dal sindaco alla delegazione TDU incontrata il 25 giugno, e per la sua gravità non deve e non può essere lasciato passare.
Ad un certo punto " [...] si precisa che i servizi dovranno essere garantiti agli utenti con gli stessi orari e a qualità attuali.
Il cambio di gestione derivante dai risultati della gara pubblicata dovrà mantenere, e semmai migliorare, le condizioni attuali dei servizi."
Ovvero si investono soldi pubblici per indire una gara d'appalto per la gestione di servizi che un nuovo soggetto dovrà garantire alle attuali condizioni ?
Come cittadina, come cooperatrice sociale e come giornalista "non ci sto!" Dal basso la critica è forte.
Diffusa, consapevole e mirata.
Irricevibile e inaccettabile quanto scritto sulla lettera, "carta canta", che coincide, peraltro, con quanto affermato dal sindaco, nonostante egli abbia corretto immediatamente la sua affermazione durante l'incontro con la delegazione del TDU il 25 giugno scorso. Anche se troppo tardi e a fronte della lettera già inviata ai cittadini.
Al momento in cui scrivo, domenica 28 giugno alle ore 12, ho appurato, a campione, che essa non è ancora stata ricevuta da tutti gli interessati.
A tre giorni dal cambio di gestione dei servizi.
Un'operatrice segnala, in merito, la sua indignazione, contenuta e civile, che suscita l'ilarità generale.
Presciani ribadisce, ancora una volta, a questo proposito, l'inadeguatezza dello strumento gara d'appalto per l'assegnazione dei servizi.
Un'altra lavoratrice interviene per sottolineare che se "richiedono le stesse condizioni nostre non è migliore" il progetto (ndr).
Nella cronaca di questi giorni si inserisce la comunicazione di Riccardo Jacquemod, presidente della cooperativa La Sorgente, che segnala la vittoria della cooperativa sociale La Sorgente della gara d'appalto per la gestione dell'asilo nido di Courmayeur a cui partecipava, fra le concorrenti, anche Pro.Ges.
Un'altra lavoratrice, ancora, interviene nel dibattito segnalando il suo pensiero: la commissione dovrebbe leggere i progetti in forma anonima.
E ottiene gli applausi dall'assemblea. Jacquemod sottolinea il carattere di grande discrezionalità che caratterizza lo strumento della gara d'appalto.
Presciani segnala che nel week-end si lavorerà alla lettura degli atti e alla costruzione del ricorso.
Interviene, a questo punto, Davide Francisco, lavoratore e consigliere di amministrazione dell'Esprit à L'Envers, il quale sottolinea come la gara d'appalto sia uno degli strumenti a disposizione e ne cita altri possibili: tra gli altri, l'affidamento o la divisione in lotti della gara d'appalto.
"Scegliere di fare un appalto significa scegliere di mettere il servizio sul mercato e fare un appalto da 14 milioni di euro significava scegliere un certo tipo di concorrenza [...] Credo che dietro questa scelta qui ci sia una volontà politica e credo che sia il caso che qualcuno se ne assuma la responsabilità."
Jacquemod relaziona in merito a informazioni ricevute, definite interessanti ma da confermare sulla cooperativa antagonista.
Alcuni dati restituiti sono in parte immediatamente desumibili dalla rete e in parte sono un esito di dati da incrociare.
Alcuni operatori dell'informazione locale prima di diffondere dati errati avrebbero fatto bene a consultare la rete. La Pro.Ges ha un fatturato di 70 milioni di euro come cooperativa e oltre a ciò avrebbe costruito anche delle società satellite. Secondo la stima riportata da Jacquemod "a Parma la potenza economica di questo gruppo arriva intorno ai 150 milioni di euro".
- continua -
Silvia Berruto
L'assemblea - 26 giugno 2009 - C - Photo SIlvia Berruto
parte prima
Ieri sera si è svolta un'altra (la quarta) assemblea organizzata dal TDU presso la sede della Fédération des Coopératives.
La sala era gremita, con lavoratrici e lavoratori anche in piedi: circa centoventi persone, secondo una stima per difetto.
Roberto Presciani, presidente del consorzio delle cooperative sociali TDU, ha aperto l'incontro restituendo all'assemblea, con un breve report, i fatti e gli accadimenti degli ultimi giorni.
In sostanza non ci sono state grosse novità.
E' "saltato" l'incontro previsto con i gruppi consiliari del comune: "L'abbiamo capito dopo il perché" dice Roberto. "Tutti i gruppi consiliari non si sono voluti dissociare dall'atteggiamento del Sindaco Grimod e dell'Assessora Ferrero che hanno rapidamente motivato" e più volte ribadito, in questi giorni, "che si è trattato di una scelta politica" consistita nell'affidare la gara ad una commissione in merito alle decisioni della quale i politici non possono sindacare.
"Non abbiamo mai contestato, in questi giorni, il fatto che una commissione giudichi un appalto, dal momento che gareggiamo vuol dire che nella nostra logica c'è il vincere e il perdere. Quello che abbiamo voluto dire in questi giorni è che, probabilmente, quando si decide di mettere in gara queste cose (servizi sociali multipli destinati a persone con bisogni e diverse e multiple tipologie di fruizione, ndr), non si valutano bene le conseguenze."
"E le conseguenze le abbiamo viste!" dice Roberto, anche se la confusione è tanta, diffusa come lo sono i rumori di fondo delle chiacchiere che censurano i fatti, strumentali o di strada che siano. Solo, e con le dovute cautele, la lettura degli atti, riservata a pochi, che ormai sono numerosi, e la conoscenza dei contenuti dei progetti, restituiscono la facoltà di esprimere alcunché. Sostiene la scrivente.Il teorema costruito e sostenuto sinora, da parte istituzionale, è stato di affermare il refrain secondo il quale "non cambia nulla" poiché tutti i lavoratori passeranno, per legge, da una cooperativa, la perdente, a un'altra, la vincente.
"Queste sono logiche che non ci appartengono e quindi il desiderio nostro è quello di continuare a lavorare nelle nostre cooperative. Noi poi abbiamo messo in atto una resistenza passiva" - che a me pare da definirsi, più correttamente, una resistenza attiva, civile e nonviolenta (ndr) - noi facciamo resistenza, non diamo appoggio a questo passaggio e vediamo cosa succede.
La decisione, poi, l'ultima, la prendiamo, come sempre abbiamo detto, il 29 giugno, l'ultima sera proprio perché, nell'accordo che abbiamo siglato e che è stato distribuito, al punto 6 è scritto che noi tutti abbiamo la facoltà di aspettare fino al giorno 30 per decidere si o no e non è corretto quello che stanno facendo e noi domani segnaleremo a chi troveremo o lunedì il fatto che stanno stracciando l'accordo firmato da Pro.Ges, sindacati e TDU .
Il 29 sera ci troviamo di nuovo qui e facciamo una valutazione.
Chissà cosa succede entro il 29.
Gli scenari possono essere tanti: da una sospensione dell'affidamento alla Pro.Ges, a che la Pro.Ges dica non ce la faccio, ad altro.
Il 30 diremo si o no."
Non è corretto, quindi, ciò che starebbe accadendo, secondo quanto è emerso dalle segnalazioni di alcune persone già contattate, e presenti in sala, ovvero che la cooperativa subentrante starebbe facendo pressione su alcuni lavoratori, appartenenti alle cooperative del consorzio TDU, affinché firmino, al più presto, il loro passaggio da una cooperativa all'altra.
Presciani ha ribadito con deontologia professionale da vero cooperatore sociale e con forza: "Ognuno si senta libero".
Ha richiamato con determinazione tutti al rispetto delle decisioni altrui, in coerenza, con quanto affermato durante la manifestazione del 25 giugno.
"LE NOSTRE VOCI CONTANO!
E CONTANO ANCHE LE VOCI DI CHI DICE FACCIO QUEST'ALTRA SCELTA!
CHIARO ?! " ha affermato Roberto con determinazione nonviolenta.
Il TDU si è impegnato affinché il posto di lavoro di tutti sia assicurato.
E il riferimento va a chi deciderà di rimanere nella compagine del consorzio, considerato che, per gli altri lavoratori, per legge oltre che per gli accordi sottoscritti dalle parti fra cui il Comune di Aosta, il Consorzio Trait d'Union, i sindacati e la Cooperativa Pro.Ges, il posto di lavoro è già assicurato.
In merito ai posti di lavoro lunedì 29 giugno saranno presentate precise proposte concrete dal TDU.
Un incontro, congiunturalmente favorevole, si è avuto, il 24 giugno, con il CELVA (Consorzio degli Enti Locali della Valle d'Aosta).
Prima della manifestazione, nel pomeriggio, giovedì 25 giugno c'è stato un ulteriore incontro con i sindacati che hanno espresso, dice Roberto, il loro disagio per quanto avvenuto nel corso dell'assemblea del 23 giugno.
In esso tutti i lavoratori del TDU, informati da subito, costantemente e in progress dei fatti, così come dello stato di avanzamento della vicenda, degli aspetti legali, in possesso del verbale di accordo tra le parti, è immaginabile pensare che si saranno aspettati qualcosa di più o qualcosa di diverso da quanto è stato.
Dal 25 c'è accesso agli atti ed è sempre più verosimile la possibilità di un ricorso.
Dopo la lettura degli atti e la lettura, ancora in progress, dei progetti, da parte di TDU, si ricompone un equilibrio e vengono messe a tacere le illazioni di chi, prima dell'accesso agli atti, ovvero prima del 25 mattina, senza aver letto i progetti, comunque si permetteva di esternare giudizi di valore sui progetti stessi.
Alberto Ragazzi del TDU dice di essere più tranquillo dopo la lettura, anche solo di parte degli atti e anch'io, da cooperatrice, riconfermo e rinforzo, anche e soprattutto metodologicamente, le mie certezze e la professionalità di tante/i cooperatrici/cooperatori delle imprese sociali valdostane.
Anche Carla Chiarle, presidente della cooperativa sociale L'Esprit à L'Envers, riferisce sul progetto dell'antagonista che il testo e i contenuti per un servizio, con doti di inavvicinabile sintesi, sarebbero contenuti in un testo di ben 12 righe.
Si legge poi la lettera già spedita, ma ricevuta solo da alcuni utenti - che qualcuno chiamerà, senza troppa premura, clienti - il cui invio era stato segnalato dal Sindaco Grimod alla delegazione incontrata in Comune, dopo la manifestazione, due giorni fa, giovedì 25 giugno.
Una lavoratrice segnala che non sarà possibile per molti fruitori dare dei rimandi al comune, come richiesto, in considerazione della complessità del testo contenuto ma anche per la condizione generale di alcune persone tra cui, ad esempio, la signora di 102 anni, che per augurio e per pseudonimo chiamerò, con nome fittizio, Libera.
Appuro con piacere che la signora è lucida e mi auguro che si rivolga al comune per una lectio magistralis sullo stato delle cose probabilmente intellettualmente più onesta di quella lezioncina che ha dovuto subire la delegazione che è stata ricevuta dal sindaco e dall'assessora alle politiche sociali dopo la manifestazione del 25 e di cui darò report.
- continua -
Silvia BerrutoQualche breve riflessione con Carla Chiarle, presidente della cooperativa sociale l'Esprit à l'Envers, durante la manifestazione di oggi pomeriggio.
SB_Carla Chiarle dove siamo e perché?
CC_ Siamo in Piazza Chanoux. Perché stiamo lottando... fino alla fine.
SB_Per dire che cosa alla cittadinanza e a chi, magari, non ha compreso i perché di questa agitazione ?
CC_ Il posto di lavoro è tutelato. E' stratutelato. E' un diritto! Non bisogna farsi spaventare. Quello che noi stiamo dicendo è un'altra cosa: il lavoro ha senso nel posto in cui lo si fa.
SB. Ma questo non potrebbe essere interpretato, oggi, come un concetto un po' leghista?
CC_ Ah però ... (e ride, ndr). Non ci avevo pensato. Noi non siamo tutti valdostani a lavorare ... anzi sono pochissimi i posti ...
SB. Spiega, per la cittadinanza, il concetto di territorio.
CC_ Noi lavoriamo in imprese, sociali, fortemente radicate sul territorio che sviluppano economia, che lavorano con le associazioni di volontariato sul territorio, che lavorano con le parrocchie, con i commercianti e le persone conoscono il loro territorio e hanno tutto l'interesse a far sì che migliori, che cresca e che si sviluppi.
SB_Fino al 30 giugno che cosa facciamo?
CC_ Andiamo avanti
SB_ Resistenza hai detto ieri, tu!
CC_ Resistenza! Fino alla fine, fino alla fine ... si fino alla fine!
con tanta voglia di futuro a tutti noi
silvia
Oggi i cooperatori sociali del Consorzio Trait d'Union scendono in piazza per una manifestazione nonviolenta per ribadire la scelta dei lavoratori di non essere trattati come merce che transita da una cooperativa all'altra.
PERSONE NON COSE
PERSONE NON OGGETTI IN TRANSITO E/O TRANSUMANTI
Il corteo partirà da Piazza della Repubblica alle ore 17 e si dirigerà sino in Piazza Chanoux
Liberostile seguirà in tempo reale, giornalisticamente ma soprattutto fotograficamente, la manifestazione
con rispetto
Silvia Berruto
Nove persone su dieci non sono tornate a delinquere secondo i dati della ricerca "Indulto. La verità, tutta la verità, nient'altro che la verità" presentata nella giornata nazionale di studi, svoltasi presso la casa di reclusione di Padova il 22 maggio scorso, Prevenire è meglio che imprigionare, dal suo autore Giovanni Torrente, docente di sociologia giuridica presso l'Università della Valle d'Aosta.
La ricerca ha analizzato i dati relativi a 27.607 detenuti liberati dalla detenzione con l'indulto e a un campione di 7615 liberati dalla misura alternativa. I dati, aggiornati a 26 mesi e 15 giorni successivi all'entrata in vigore della legge (31 luglio 2006) ovvero al 15 ottobre 2008, offrono importanti prospettive di analisi in merito alla recidiva. La recidiva, fra gli ex detenuti, si è attestata sul 26,97% e sul 18,57% fra coloro che erano in misura alternativa al momento dell'entrata in vigore della legge.
Il dato sui reingressi in carcere dei soggetti scarcerati a seguito del provvedimento di indulto mostra una percentuale di recidivi sensibilmente inferiore al dato del 68,45% rilevato dall'Ufficio statistico del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
Il tasso di recidiva offre indicazioni sull'impatto del provvedimento che si discostano sostanzialmente dalla rappresentazione dominante e soprattutto in direzione opposta al teorema che vorrebbe il provvedimento di clemenza causa di un aumento della criminalità.
Colpiscono le implicazioni metodologiche che devono guidare alla lettura dei dati e sulle quali Torrente richiama l'attenzione: occorre, preliminarmente, stabilire "che cosa si intenda per recidiva".
Per Torrente il criterio interpretativo adottato nei confronti del fenomeno si riferisce al semplice reingresso in carcere dei beneficiari del provvedimento e non, come avviene per i dati forniti dal monitoraggio dell'ufficio per lo sviluppo e per la gestione del sistema informativo automatizzato del DAP (dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) che non considera il numero reale di persone rientrate in carcere, al numero di "eventi di ingresso" .
Da questo risulterebbe, sul lungo periodo, un sovradimensionamento dell'entità reale del fenomeno.
Poiché l'esecuzione penale del paese è suddivisa fra l'area penale interna, competente sull'esecuzione delle pene all'interno dei penitenziari e l'area penale esterna, competente sull'esecuzione delle misure alternative al carcere vi è una parallela struttura organizzativa degli uffici che coinvolge anche l'ambito statistico. I dati statistici relativi all'esecuzione penale interna sono raccolti dall'ufficio per lo Sviluppo e la gestione del Sistema Informativo Automatizzato mentre i dati dell'area penale esterna sono raccolti dall'Osservatorio delle misure alternative presso la Direzione Generale dell'Esecuzione Penale Esterna.
Il ricercatore interessato all'analisi delle statistiche sull'universo dell'esecuzione penale deve quindi "presentare le medesime richieste a due differenti uffici, non coordinati fra loro, strutturati in maniera differente e con sistemi di raccolta dati differenti."
Legittima è quindi la domanda sulle fonti delle cifre attraverso le quali alcuni mass-media e alcuni politici hanno sancito il fallimento del provvedimento. La diffusione e la profusione di cifre "radicalmente lontane dalla realtà dei fatti non sarebbe stata possibile all'interno di un sistema dotato di una cultura attenta alla verifica delle procedure adottate" sostiene Torrente.
Occorre quindi un processo di revisione culturale perché "in assenza di tale cultura tutto diventa possibile."
Tra i miti in parte sfatati dal lavoro di Torrente c'è quello dello straniero recidivo: "il dato sulla recidiva in base alla nazionalità deve essere interpretato con prudenza, tuttavia, esso mostra come la focalizzazione sulla figura dello straniero come probabile autore di nuovi reati non sia giustificata."
La ricerca completa è consultabile sul sito http://www.ristretti.it/