28 novembre 2008

Rintracciamoci

Ieri 27 novembre sono stata a Mantova per



per partecipare a
DOVA!BASTA!ENOUGH!ASSEZ! ...
PER L'UGUAGLIANZA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI


Hanno animato l'incontro, tra gli altri, Maria Bacchi, Carlo Berini e Barbara Nardi dell'Osservatorio ARTICOLO 3 sulle discriminazioni di Mantova.
I relatori, che hanno offerto il loro contributo con professionalità, sensibilità e grande umanità sono stati: Luciano Scagliotti di European Network Against Racism che ha illustrato le reti europee contro le discriminazioni; Udo C. Enwereuzor (Foundamental Rights Agency-Italia) ha affrontato il tema delle discriminazioni e i diritti negati: il caso Italia.
Nel pomeriggio è stato proposto un tema complesso: L'ALTRO COME PERICOLO. Tra illusione di sicurezza e costruzione dell'esclusione: giornalisti contro il razzismo.
Lorenzo Guadagnucci ha offerto il suo contributo "Come le parole possono escludere: linguaggio e media". Dopoo di lui il professore Roberto Escobar, docente di Filosofia Politica all'Università di Milano e collaboratore de Il Sole 24 Ore ha illustrato la sua "filosofia" nell'intervento "Metamorfosi della paura".
In quanto giornalista contro il razzimo scriverò ancora su Rintracciarti

Dal sito
Tema

In VICINIDISTANZA, quarta edizione di RintracciArti (22 novembre - 8 dicembre 2008) raccontiamo:

  • la meraviglia delle distanze culturali incontrata nelle storie di chi ha lasciato il proprio paese per necessità, sopravvivenza o semplice speranza di un futuro migliore, nella bellezza dell’Arte che sa trascendere tutte le provenienze per ricondurre a sintesi l’esperienza umana;
  • e musiche e i sapori che abbiamo conosciuto e vissuto, camminando insieme a persone diverse da noi;
  • l’impegno di persone sensibili e disponibili, grazie al quale la cultura vive e cresce in una comunità e dà un senso ad un territorio;
  • la dinamica interculturale, non più amplificando i temi della divisione (paura, pregiudizio, tensione, ecc.) e sottolineando solo quanto e a chi giova alimentare il conflitto;
  • il fenomeno delle migrazioni non come causa dei nostri mali, bensì come possibile risorsa, per cui persone di diversa cultura abitando nel nostro benessere, ci stimolano a diversamente affrontare il malessere di un modello sociale e istituzionale (famiglia, politica, scuola, religione) in crisi;
  • il contributo che le generazioni di vecchi e nuovi migranti hanno dato e danno allo sviluppo dell’economia, in un mondo spesso schizofrenico quando accusa gl’immigrati di rubare da schiavi la fatica di lavori che nessuno di noi sarebbe più disposto a fare;
  • il confine che separa un possibile sviluppo sostenibile, dove le leggi del profitto si possono porre ancora degli scrupoli, da quello non più sostenibile, mascherato con i panni della globalizzazione inevitabile, a causa del quale l’immigrato è costretto a cercare miglior fortuna in territori diversi da quello dov’è nato;
  • la necessità di uscire da una crisi di prospettive non solo economiche, che le attuali classi dirigenti faticano a proporre come modelli di vita, non semplificando i nostri comportamenti nell’individuare l’altro come il colpevole nemico e non più barricandoci tra simili alla ricerca di un’identità territoriale che solo apparentemente può darci maggiore sicurezza.

Nel condominio del mondo, posso anch’io diventare o tornare straniero, posso anch’io essere clandestino, immigrato, rifugiato, meridionale.

Usciamo dall’appartamento delle nostre certezze e sul confine delle nostre diversità, incontriamoci da VICINI DI STANZA.

Adesso o mai più, è urgente!


- Continua -

21 novembre 2008

È nata l'associazione LIBERA in Valle d'Aosta. "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie"

Con votazione unanime, e palese, degli aventi diritto - riconosciuto da statuto ai soggetti giuridici che hanno legalmente aderito a Libera nazionale, almeno un mese prima delle assemblee in cui si deve votare - di CGIL, UISP, SAP, CISL locali con la cooperativa sociale San Grato, giovedì 20 novembre 2008, si è costituita, in Valle d'Aosta, l'associazione, di promozione sociale, LIBERA che ha votato, tra gli applausi della cittadinanza, la sua prima responsabile Marika Demaria, espressione di una candidatura condivisa del comitato promotore.
Davide Mattiello, responsabile di Libera per il Piemonte a cui Libera nazionale aveva conferito l'incarico, condiviso con Maria José Fava, di accompagnare la costituzione di Libera in Valle d'Aosta, ha preso la parola per introdurre la serata alla quale ha voluto essere presente il presidente onorario di Libera nazionale, Nando Dalla Chiesa.
Poco meno di un anno di lavoro è servito per giungere alla serata di fondazione dell'associazione "nella quale si incrociano emozioni, significati e speranze diversi, e tutti belli", come ha sottolineato Davide Mattiello.
Molteplici sono i significati che si incrociano nella serata. Significativa è stata, nella mattinata di giovedì, l'assemblea con gli studenti - una delle tappe del "Percorso della legalità" promosso dal Sap (sindacato autonomo di polizia) in collaborazione con Libera - connotata da riflessioni e discussioni sul tema delle differenze vissute come valore. Un secondo elemento significativo è stato il passaggio in Valle d'Aosta della Carovana nazionale antimafia in viaggio per i diritti, la democrazia e la giustizia sociale, promossa ormai da quattordici anni da Libera, dall'ARCI e da Avviso pubblico (enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie), strumento, questo, che incrocia tutti i territori del paese. Quest'anno la Carovana nazionale antimafia è partita, con una particolarità, contemporaneamente verso nord e verso sud: mentre la carovana passava sul territorio valdostano essa era presente, simultaneamente, anche nel territorio calabrese.
Il terzo significato, il più emozionante, è stato, senza ombre di dubbio, la nascita di Libera Valle d'Aosta.
Storicamente l'assemblea dell'associazione si è presentata al pubblico valdostano nel maggio scorso,
ad Aosta, con don Luigi Ciotti, per annunciare la nascita di un comitato promotore di Libera Valle d'Aosta.
Il comitato, composto da dieci cittadini attivisti, si è interrogato a lungo sul significato che implicava fondare Libera Valle d'Aosta che implica - come assunzione di parte della responsabilità di questo sogno "che cammina sulle gambe di molti dal 1995 in questo paese"- continua Mattiello - affermando che "questa storia, di un'Italia che resiste alle mafie e che riconosce la gravità della presenza delle mafie sul proprio territorio, è una storia che ci appartiene: appartiene a tutti.
Si tratta di una corresponsabilità."
Anche in Valle d'Aosta.

"Con l'augurio di tanta voglia di futuro",
e con rispetto

Silvia Berruto