29 aprile 2010

AMNESTY INTERNATIONAL e IDEA ROM

Giulia Castellazzi AI Ivrea - Sala Gandhi Centro Studi Sereno Regis (Torino)
22 aprile 2010 - © Photo Silvia Berruto



Vesna Vuletić (a sx) e Ivana Nikolić- Sala Gandhi Centro Studi Sereno Regis (Torino)
22 aprile 2010 - © Photo Silvia Berruto



AMNESTY INTERNATIONAL di Ivrea e IDEA ROM
La conoscenza e il diritto alla base delle idee per una convivenza civile


La convivenza c'è, è un dato di realtà, un segno di civiltà e di scambio che promuove una sana acculturazione fra chi concepisce e vive come una ricchezza l'incontro e la condivisione delle diversità.
All'insegna dei diritti umani e dei doveri comuni in cui tolleranza, rispetto e pari opportunità sono i valori e i contenuti chiave per l'esercizio nonviolento di una cittadinanza inetrculturale e multikulti possibile, già in essere in alcune e non più isolate isole felici, liberi laboratori di cittadinanza allargata dove si decostruiscono, spesso in modo anche contraddittorio, luoghi comuni e pregiudizi per costruire alfabeti e codici di comprensione alternativi.
In uno di questi spazi si è svolto un interessante scambio culturale.
Con questi prerequisiti, uniti all'intenzione di conoscere, di far conoscere i dati sulla violazione dei diritti sui minori e di farsi riconoscere, Amnesty International, sezione di Ivrea, e l'Associazione "Idea Rom" si sono incontrate con la popolazione torinese nella sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis nell'ambito del ciclo di incontri "Cultura di Pace e Nonviolenza: Lavori in Corso".
Protagoniste le relatrici Giulia Castellazzi respondabile di AI di Ivrea e Ivana Nikolić e Vesna Vuletić, presidentessa, dell'associazione femminile "Idea Rom".
Giulia Castellazzi ha effettuato una panoramica sui minori e sui diritti violati dei minori con una ricognizione generale sugli avvenimenti che si producono su scala mondiale per restringere progressivamente la prospettiva all'Italia, per giungere, in conclusione, alle violazioni perpetrate sui bambini rom. (A tal proposito mi permetto di rimandare ad un mio contributo pubblicato su Azione Nonviolenta, agosto-settembre 2008 pagine 20-21, http://nonviolenti.org/doc/An_08-09.08.pdf)
E lo ha fatto riferendosi all'appello dei premi Nobel per la Pace che chiedeva un mondo migliore, fatto di nonviolenza, per i bambini rivolgendosi agli Stati, ai governi e alle società civili, perché sviluppassero un mondo di nonviolenza per i bambini.
A più di dieci anni dall'appello e alla fine del "Decennio ONU per una cultura della Nonviolenza". Educazione alla pace e alla nonviolenza" direi che è sconsolante lo stato delle cose in merito alle numerosissime violazioni dei diritti umani, e in particolare, alle violazioni dei diritti dei minori.
"Uno dei diritti violati che rappresenta la violazione più estrema dei diritti umani è la violazione del diritto alla vita" afferma Giulia.
"La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948 stabilisce il diritto alla vita all'articolo 3. La Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, approvata nel novembre 1989, all'articolo 6 stabilisce che gli Stati debbano riconoscere che ogni minore ha il proprio diritto alla vita.
Ma non sempre questo accade perché ci sono ancora alcuni paesi che mettono a morte i minorenni.
AI ha stimato che dal 1990 sono state 82 le esecuzioni di minorenni (al momento del reato) in 9 paesi: Arabia Saudita, la Cina, la Repubblica Democratica (?, ndr) del Congo, l'Iran, la Nigeria, il Pakistan, lo Yemen, il Sudan e gli Stati Uniti d'America.
Nel 2007 le esecuzioni di minori sono state 14. Nel 2009 sono state 7.
Un'altra grave violazione dei diritti sui minori è l'impiego bambine e bambine nei conflitti: sarebbero circa 250.000 e sarebbero arruolati tanto negli eserciti regolari quanto in quelli irregolari. Le bambine e i bambini sarebbero di età compresa fra i 14 e i 18 anni ma anche di età inferiore, tra i 10 e i 13 anni.
L'arruolamento dei bambini segue all'uso indiscriminato e sproporzionato delle armi leggere, maneggevoli e facili da usare incalza Giulia.
Essi sono più assoggettabili degli adulti, non esigono uno stipendio e raramente disertano. Le bambine e i bambini partecipano ai combattimenti, posizionano le mine e gli esplosivi, fanno ricognizioni, svolgono il ruolo di spie, vengono usati come corrieri o "esche", impiegati nei lavori domestici.
Per il piacere deviato degli adulti sono impiegate e impiegati come schiave e schiavi sessuali al seguito dei combattenti.
Sui presunti 250.000 arruolati circa il 40% è rappresentato da bambine.
Giulia passa quindi all'analisi delle violazioni dei diritti sui minori in Europa.
Cita i casi della Bulgaria e dell'Albania. Qui sono violati diversi articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e della Convenzione Internazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza. In Bulgaria sarebbero violati l'articolo 2, 24, 25, 26 inerenti al diritto alla salute.
In Albania a rischio il diritto ad avere un alloggio adeguato. Violato l'articolo 27 della Convenzione Internazionale dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Vi è poi un'altra pesante violazione dei diritti dei minori ed è la tratta delle bambine e dei bambini il cui paese di destinazione è l'Italia. La stima attesta a due milioni l'anno le giovani vite con più diritti negati, vittime queste avviate poi al mercato della prostituzione, dell'accattonaggio, del lavoro forzato, con un giro di affari di circa 5-7 miliardi di euro l'anno.
La tratta di esseri umani è la terza fonte di profitto del crimine organizzato internazionale, dopo la droga e dopo le armi.
Un terzo delle donne vittime della tratta che arrivano in Italia sono bambine e ragazze. Hanno cioè meno di diciotto anni.
Altro diritto violato è il diritto all'istruzione.
A questo punto Giulia lancia "un ponte" tra l'azione di AI e l'azione dell'Associazione "Idea Rom" sui diritti dei bambini Rom, taglio e focus insieme della serata.
AI ha studiato la situazione in Slovacchia, Bosnia, la Slovenia e la Croazia rilevando che il diritto all'istruzione dei bambini Rom è sistematicamente violato.
Si va dalla segregazione in scuole per soli Rom ad "internamenti" in classi e scuole speciali dedicate a bambini con speciali e con particolari bisogni educativi.
Ci si trova qui di fronte ad un caso di discriminazione razziale.
Mentre AI col "Progetto scuole sicure" assicura la sicurezza e dunque il diritto allo studio delle bambine, "La risposta sbagliata" è un rapporto lanciato da AI lo scorso 11 marzo 2010, che esprime la convinzione che il Piano Nomadi non sia la risposta corretta ad un fenomeno sociale come è quello dei Rom e dei campi nomadi.
Vesna Vuletić, presidentessa, dell'associazione femminile "Idea Rom" racconta le ragioni della nascita dell'associazione.
"Idea Rom" all'inizio era composta da 11 donne Rom di tutte le etnie: romene, bosniache, macedoni, serbe sottolinea Vesna.
Nata in opposizione ai progetti governativi italiani della presa delle impronte digitali e degli insulti ricevuti (ricordo un insultante copertina di Panorama del 3 luglio 2008: "Nati per rubare" di cui la stampa deontologicamente corretta e intellettualmente onesta chiede scusa) e per contrastarli l'associazione ha messo in campo proposte concrete e costruttive per tutelare le bambine e i bambini Rom.
Le donne dell'associazione si sono messe al lavoro e hanno deciso di progettare loro stesse azioni e progetti concreti per produrre il cambiamento e per trovare soluzioni ai problemi esistenti.
Vesna ha lasciato la parola a Ivana Nikolić, giovane donna dell'associazione, per un contributo storico e culturale sui Rom.
Dopo il necessario e importante excursus storico di Ivana Vesna riprende la presentazione e con determinazione esprime la forza e la dignità di chi lotta per essere riconosciuto e che chiama il riconoscimento e lo svolgersi di alcuni processi "integrazione".
Per non ipostatizzare due piani, che in quanto tali sono comunque asimmetrici, dal canto mio, preferisco chiamare l'esito di questi processi e il processo stesso semplicemente "convivenza".
"Idea Rom" ha messo in piedi progetti di mediazione culturale nelle scuole, ma anche nelle case popolari, e progetti di formazione per le maestre. Anzi sono le maestre stesse a chiedere un aiuto congiunto all'associazione in zone come la Falchera in cui vi sono 80/90 alunne e alunni Rom.
Per quanto riguarda l'autonomia dei Rom adulti, Vesna rivendica uno scatto maggiore di determinazione e di assunzione-riassunzione di autonomia da parte dei Rom stessi, sollecita processi corretti e rapporti equilibrati con i servizi per la facilitazione e per la promozione dell'emancipazione reale dei Rom, riconoscendo ruoli e responsabilità precisi oltre al superamento di tutte le prassi di delega che ritardano qualsiasi processo di emancipazione.
L'associazione ha fatto l'importante sforzo di presentarsi alle istituzioni e alla popolazione e in attesa di riposte di merito rispetto ai progetti presentati, e agiti ancora in forma volontaria, l'associazione promuove l'incontro con gli altri.
Vesna auspica di lavorare con gli Italiani per l'obiettivo più importante da raggiungere che è certamente la convivenza pacifica.
Ma per questo chiede diritti: casa, lavoro e istruzione per tutti i Rom, ovvero i diritti riconosciuti universalmente a tutti.

Silvia Berruto, gagé engagée

25 aprile 2010

LA RESISTENZA NON SI ARRENDE MAI

[DSC_3296.JPG]  


Partigiane e Partigiani dell'A.N.P.I. di Reggio Emilia
1 marzo 2010 - Reggio Emilia - Copyright Photo Silvia Berruto

grazie
a tutte le donne R-esistenti e a tutt* * Resistent*


silvia

25 APRILE 2010. COLLETTIVAMENTE MEMORIA 2010

Si chiude oggi con la lettura collettiva della Costituzione della Repubblica Italiana la terza edizione di Collettivamente memoria.

Progetto culturale sperimentale nato nel 2008 per volontà della sottoscritta di ricordare, insieme ad altri, ovvero COLLETTIVAMENTE le lotte di chi ha garantito la mia e l'altrui LIBERTA'.

Quest'anno è stata prevista la lettura collettiva di articoli della Costituzione negli spazi di responsabilità e di proprietà collettiva di tutti: la biblioteca, la scuola ed oggi la piazza.

Motivo di soddisfazione è stato il riconoscimento da parte della municipalità di Aosta di inserire la lettura collettiva dei primi 12 articoli nella cerimonia istituzionale che inizia oggi alle 10.00.

Di seguito il cs dell'ufficio stampa del Comune di Aosta.
http://www.comune.aosta.it/it/comune/notizie/7947/
Comunicati stampa
16/04/2010

Iniziative per celebrare il 65° anniversario della Liberazione

Il 65° anniversario della Liberazione verrà ricordato con una serie di
iniziative organizzate o patrocinate dall’Amministrazione comunale.
Il programma del cerimoniale del 25 Aprile prenderà avvio alle 10 al
Cimitero di Aosta con la Santa Messa al Sacrario e la deposizione di
una corona.
Successivamente, alle 11, il corteo delle Associazioni d’arma e
combattentistiche sfilerà da piazza della Repubblica a piazza Chanoux
dove, alle 11.30, si terranno l’Alzabandiera, la deposizione di una
corona al Monumento del Soldato Valdostano e i discorsi celebrativi.
Prima di quest’ultimo momento, vi saranno gli interventi di alcuni
giovani studenti delle Istituzioni scolastiche “San Francesco”, “Aosta
4”, “Eugenia Martinet”e “Regina Maria Adelaide”, i quali daranno vita
ad una lettura collettiva dei primi 12 Articoli della Costituzione
della Repubblica Italiana nell’ambito del progetto “Collettivamente
memoria 2010”.
Alle 12 le celebrazioni si sposteranno nel Giardino della Rimembranza
di via Festaz per la deposizione di una corona. Nel pomeriggio alle
17.30 in piazza Chanoux si terrà, invece, il concerto della Banda
Municipale della Città di Aosta che precederà la cerimonia
dell’Ammainabandiera, in programma alle 18.

Ed ecco il mio comunicato stampa.

"Collettivamente memoria 2010"
Dedicato a Ida Désandré deportata politica
© Progetto culturale di Silvia Berruto
Giornalisti contro il razzismo

COMUNICATO STAMPA

Nell'ambito del progetto culturale "Collettivamente memoria 2010"

DOMENICA 25 APRILE 2010
dalle ore 16,45 alle ore 17,15
in Piazza Chanoux

LETTURA COLLETTIVA
DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Dedicata alla partigiana Anna Dati e a tutte le donne R-esistenti

Lettura di alcuni articoli della Costituzione della Repubblica Italiana
a cura e per la voce protagonista dei cittadini

Dedicata a tutti


"Collettivamente memoria 2010" è promosso da Silvia Berruto, dalla Biblioteca regionale di Aosta, da Giornalisti contro il razzismo, con la partecipazione culturale dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta e del Comitato Regionale A.N.P.I. Valle d’Aosta.
"Collettivamente memoria" è un progetto culturale di Silvia Berruto © 2008, 2009, 2010

Aosta 21.04.2010


BUON 25 APRILE A TUTTI

25 APRILE 2010

[DSC_2172+copia.JPG]


25 Aprile 2010


 
"Collettivamente memoria 2010"
Dedicato a Ida Désandré deportata politica
© Progetto culturale di Silvia Berruto
Giornalisti contro il razzismo





COMUNICATO STAMPA

Nell'ambito del progetto culturale "Collettivamente memoria 2010"

DOMENICA 25 APRILE 2010
dalle ore 16,45 alle ore 17,15
in Piazza Chanoux

LETTURA COLLETTIVA
DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Dedicata alla partigiana Anna Dati e a tutte le donne R-esistenti

Lettura di alcuni articoli della Costituzione della Repubblica Italiana
a cura e per la voce protagonista dei cittadini

Dedicata a tutti


"Collettivamente memoria 2010" è promosso da Silvia Berruto, dalla Biblioteca regionale di Aosta, da Giornalisti contro il razzismo, con la partecipazione culturale dell’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d’Aosta e del Comitato Regionale A.N.P.I. Valle d’Aosta.
"Collettivamente memoria" è un progetto culturale di Silvia Berruto © 2008, 2009, 2010



Aosta 21.04.2010

CONTATTO:
Dott.ssa SILVIA BERRUTO
Nipote di un internato militare
Fotoreporter e giornalista freelance
Viale Gran San Bernardo, 43
11100 - Aosta
Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU VISUAL Milano
Ordine dei Giornalisti della Valle d'Aosta
Telefono + 39 339 505 32 70
s.berruto@gmail. com
www.liberostile.blogspot.com

24 aprile 2010

Ti sposo entro l'anno. Prima mondiale al 25 Torino GLBT


La regista e produttrice Cristi Amione - 25 Torino GLBT Film Festival - 21 aprile 2010 © Photo Silvia Berruto



Ti sposo entro l'anno
Un documentario sulla lotta per il diritto al matrimonio civile fra persone dello stesso sesso

"La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso"
"La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere ...
  F. De Gregori

"Ti sposo entro l'anno" è un document(ari)o-testimonianza - première mondiale lo scorso 21 aprile - al 25mo Torino GLBT Film Festival.
E' la storia, e insieme una testimonianza a più voci, della lotta di una coppia di donne per il diritto al matrimonio civile fra persone dello stesso sesso.
Un document(ari)o di storia e di memoria come lo sono, del resto, tutte le storie di resistenza e di lotta come questa che è anche un caso concreto di azione civile di due cittadine a difesa della parità dei diritti per tutti.
"Antonella, ricorda Debora, è arrivata una mattina, mi ha guardato e mi ha detto: "Sai ... io ti sposerei e tu mi sposeresti?
Eh sì che ti sposerei" le ho detto.
Antonella incalza. "Che cavolo voleva dire io ti sposerei. Era un nome, uno slogan, un manifesto ... un non so che ... Anzi sai cosa ti dico: "Bene ... io ti sposerò entro l'anno!"
A giugno 2009, una sentenza del tribunale ordinario ha riconosciuto la correttezza del rifiuto delle pubblicazioni perché la legge italiana non prevede la possibilità per le persone omosessuali di sposarsi.
"E' un documento impressionante da leggere perché c'è scritto: "La cittadina Antonella d'Annibale chiede di unirsi in matrimonio con la cittadina Debora Galbiati Ventrella dello stesso sesso. La cosa non è possibile perché non è prevista dalla legge."Una lettera di diniego. "Era la dichiarazione della discriminazione" conclude Antonella. A quel punto noi abbiamo detto: non stiamo ferme!" arrabbiate anche per il fatto di dover pagare le spese processuali: "cosa inusuale che non è capitata in nessun altro comune d'Italia" afferma Antonella e rinforza "In un contesto di bagarre intorno a quello che poteva voler dire la legge sulle unioni civili simile al PACS, chiedere il matrimonio era la richiesta basilare, minima, di pari diritti."
Antonella e Debora il 21 novembre 2009 sono andate dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, con una lettera, scritta a mano, di grande intensità e di rara bellezza.
"Siamo due donne torinesi che si amano e che da otto anni compongono un nucleo familiare condividendo la gioia e la bellezza dell'amarsi.
Il nostro amore è grande ed è già tanto per noi.
[...]
Vogliamo sposarci. Vogliamo diritti sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione Italiana. vogliamo che sia possibile, per chi lo sceglie, costruirsi una famiglia, vogliamo dunque sia abbattuta ogni discriminazione. Noi Le chiediamo, caro  Sindaco, di essere d'esempio compiendo un'azione politica e culturale, che ci avvii verso il nuovo.
[...]
Ci sposi subito!
[...]
Lo faccia per la sua città, lo faccia per il suo paese che ha bisogno di respirare sempre di più aria di accoglienza, di rispetto, di amore.
Ecco la preghiamo, lo faccia per amore,
Le saremo per sempre grate."
Debora e Antonella hanno riflettuto molto sul matrimonio domandandosi "Ma siamo sicure? Il matrimonio, un istituto patriarcale, che è stato un emblema e un luogo di repressioni per molte donne ... e che è stato oggetto della nostra riflessione e anche della nostra storia politica?"
Antonella dirà poi che "La cosa difficile non è organizzare lo sposalizio, non è organizzare una battaglia per ottenere per ottenere il matrimonio per le persone omosessuali. E' farli coincidere: nello stesso momento."
Seguono gli interventi dell'Onorevole Paola Concia, del radicale Silvio Viale, di Giovanni Minerba, di Marta Levi, Assessora, alle Politiche delle Pari Opportunità del comune di Torino, di Roberto Emprin del servizio LGBT di Torino che sottolinea l'importanza di questo matrimonio simbolico per tutta la comunità GLBTQ.
Da segnalare la cooperazione sociale. Cinzia Policastro, presidentessa della cooperativa sociale, Stranaidea, presso la quale lavora Debora, il cui consiglio di amministrazione, senza alcuna richiesta da parte della lavoratrice, ha riconosciuto la licenza matrimoniale a Debora. Completa lo stile del ragionamento Federica Celadon indicando come la cooperazione  abbia deciso "di andare un po' oltre  ai diritti dati e già riconosciuti. Quindi stiamo facendo dei ragionamenti che siano di mutualità, perché uno dei principi su quali ci basiamo è proprio la mutualità, per andare incontro a situazioni come queste, ma anche come altre, perché poi ce ne sono tante di situazioni e di bisogni che sono scoperti e che di fronte dei quali oggi non c'è una risposta."
Per quanto mi riguarda il concetto di matrimonio, come molti altri, non è, né è mai stata, una mia categoria di pensiero. A fatica riesco a concepire un contratto con, su, per, tra, fra cose, più che mai improbabile lo è con una persona.

E se non sono capace di dire, ma soprattutto di mantenere, il necessario e quanto mai indispensabile: "Non condivido ciò che dici, ma sarei disposto a dare la vita affinché tu possa dirlo", provo a fare e ad essere quel poco che so essere e che so fare.
Ricordare.
Testimoniare.
Battermi.
Anche con la scrittura.
Per i diritti di tutt*.
Anche questa è democrazia.
Consapevole che la storia sono loro: Antonella e Debora.
Che la storia è fatta ed è a cura di tant* altr*.
"Nessuno si senta offeso ..."
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso"
Comunque la pensiate ... è stato così.
Così è se vi pare!
E così sia.

Silvia Berruto, probabilmente

17 aprile 2010

BABEL LATINO. La radio interculturale come forma di comunicazione e di empowerment

Presentazione della radio interculturale Babel Latino. 
Da destra: Fabio Pizzul, Viorica Nechifor, Don Giancarlo Quadri, Francesca Guinand, Jeanneth Sosa
Caritas Ambrosiana - Milano - 13 aprile 2010
© Photo Silvia Berruto



BABEL LATINO. Latinoamérica en radio
La radio interculturale come forma di comunicazione e di empowerment 

"Latinoamérica en radio. BabelLatino. Musica, noticias, entrevistas, reportajes, encuestas, analisis. Frecuencia 94.8.
Escúchanos todos los sábados a partir de las 18h00 en Radio Marconi
Semanal interactivo de información, comunicación y cultura latinoamericana en Italia

Babel Latino è una radio interculturale  (a cura) della comunità culturale latino-americana di Milano che ha festeggiato la puntata numero 100 con l'evento-festa "100 MATTONI PER L'INTERCULTURA DELLA TORRE DI BABELE"  svoltisi lo scorso 13 aprile a Milano, presso la Caritas Ambrosiana.
Il gruppo Babel Latino inaugurò il settimanale radiofonico il 2 febbraio 2008 e il 10 aprile 2010 ha raggiunto il programma numero 100.
La radio prende il nome dalla metafora biblica. Babel è luogo di disordine e confusione tra le lingue ma contemporaneamente anche il tentativo di unire la terra al cielo. "Uno spazio, si legge in un volantino di promozione, dove si rompono le frontiere e si superno gli oceani e le distanze che allontanano gli esseri umani, diventando il punto d'incontro dove si sceglie una lingua che identifichi l'insieme delle persone, unite da un obiettivo comune."
Babel Latino offre le notizie più importanti dell'America Latina, collegamenti con corrispondenti latinoamericani e internazionali, approfondimenti su temi dell'immigrazione con spazi "dedicati": "Lugares y confines" condotto da Mariella Moresco, per far conoscere e far scoprire i siti turistici dell'America Latina, spazio donne in "Voces femeninas" a cura di Maria Martínez, spazio giovani "Los sueños de vida", spazio per lo sport "Deportes Babel" condotto da Diego Valencia. Da citare anche la rubrica legislativa, erogata con pillole di legge settimanali, a cura della dottoressa Raffaella Novellino e della dottoressa Carolina Ponce dello studio Ponce Holguín in "Los senderos de Babel". 
L'interattività è l'essenza del programma ed è assicurata dal "Blog-radio" interattivo al quale gli ascoltatori possono telefonare.
"100 mattoni per l'integrazione e l'intercultura della Torre di Babele è un segnale e un passo concreto verso un'integrazione di fatto. Quest'oggi vogliamo proporci per farci conoscere, per metterci a disposizione di tutti voi che siete operatori, in un modo o nell'altro, del sociale. Questa avventura è iniziata con tanto entusiasmo e soprattutto nella convinzione che tocca a noi, cittadini provenienti da altre parti del mondo, farci conoscere per far crollare i muri dell'ignoranza" dice Vidal Silva.
La presentazione dell'evento è stata effettuata dal direttore di Radio Marconi Fabio Pizzul, neoeletto consigliere regionale per la Lombardia; Don Giancarlo Quadri, guida spirituale delle comunità latinoamericane che hanno scelto di vivere a Milano; la dottoressa Francesca Guinand in rappresentanza dell'Ufficio del Parlamento Europeo, Viorica Nechifor, presidentessa dell'ANSI, Associazione Nazionale Stampa Interculturale e Jeanneth Patricia Sosa direttrice del programma Babel Latino.
Presenti anche le rappresentanze del Consolato dell'Argentina, del Perù e dell' Ecuador.
Due sono le sfide principali ha affermato Fabio Pizzul: la sostenibilità economica e la continuità.
La sfida, per Babel Latino, è consolidare e condividere il futuro di questo progetto di comunicazione interattiva e multietnica con tutta la popolazione.

L'attenzione e la segnalazione, da parte di un giornalismo interculturale, sempre più compartecipato, di questo come di altri casi positivi, può favorire il processo di partecipazione e di emancipazione dei migranti nel quadro di una cittadinanza attiva, e in divenire, che è sempre qualcosa di più della semplice sommatoria di una società che ospita e di una collettività ospitata.
In questo senso il giornalismo interculturale ha un ruolo molto importante. A partire dalla libertà di espressione e dal diritto ad essere informati e a comunicare, riconosciuti e difesi come diritti umani fondamentali per tutti i cittadini del mondo, esso può favorire l'acculturazione reciproca, promuovendo la molteplicità delle dinamiche dell'incontro in cui si agiscono relazioni interculturali significative basate sulla comunicazione interculturale, sulla comprensione e sul dialogo reciproci.
Il giornalismo interculturale, agendo la lotta alle discriminazioni, tiene alta l'attenzione collettiva e richiama all'universalità e alla costituzionalità delle norme, degli usi e dei costumi di un luogo, anche sottolineando il relativismo e la banalizzazione insiti nei facili costruzionismi, concettuali e lessicali, sempre strumentali.
In un contesto positivo di informazione e di comunicazione interculturale la radio è quindi una delle forme di comunicazione e di empowerment della collettività e per la collettività.
Per tutti.
Il motto di Babel Latino è "Tu el protagonista".
Dunque ... buon lavoro di emancipazione a tutti!


Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo

15 aprile 2010

APPELLO. IO STO CON EMERGENCY

Appello

Io sto con Emergency

 

SABATO 17 - ore 14,30
Appuntamento in piazza Navona ROMA

Sabato 10 aprile militari afgani e della coalizione internazionale hanno attaccato il Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah e portato via membri dello staff nazionale e internazionale. Tra questi ci sono tre cittadini italiani: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.
Emergency è indipendente e neutrale. Dal 1999 a oggi EMERGENCY ha curato gratuitamente oltre 2.500.000 cittadini afgani e costruito tre ospedali, un centro di maternità e una rete di 28 posti di primo soccorso.
IO STO CON EMERGENCY
 

Appello

Io sto con Emergency

 

Show your support for EMERGENCY's work Join us on Saturday, April 17th in Piazza Navona, Rome, Italy

On Saturday, April 10, soldiers of the Afghan army and the International Coalition Forces attacked the Emergency Surgical Centre of Lashkar-gah and arrested members of the national and international staff. Three of them are Italian citizens: Matteo Dell'Aira, Marco Garatti e Matteo Pagani.
EMERGENCY is an independent and neutral organisation. Since 1999, EMERGENCY in Afghanistan has provided medical assistance free-of-charge to over 2,500,000 Afghan citizens, by establishing three surgical hospitals, a maternity centre and a network of 28 first aid posts.

I SUPPORT EMERGENCY

14 aprile 2010

25 ANNI di GLBT FILM FESTIVAL

http://www.tglff.com/?
25 Torino GLBT Film Festival - Da Sodoma a Hollywood



25 GLBT FILM FESTIVAL
Da Sodoma a Hollywood
I film che cambiano la vita

Torino 15-22 aprile 2010

10 aprile 2010

Prima assoluta dell'opera multikulti "Tulla e Leandro alla ricerca delle radici

"Tulla e Leandro" Prima assoluta - Auditorium Aymavilles (Aosta) 
9 aprile 2010 - © Photo Silvia Berruto

E' andata in scena ieri sera l'opera "Tulla e Leandro alla ricerca delle radici"
Un successo annunciato
Italy - Valle d'Aosta - Auditorium di Aymavilles - Aosta

Tamburi à gogo per l'intro dell'opera e insieme per l'entrée del pubblico a cura e per l'energia dei Fanfakids dal centro giovanile fiammingo Centrum West di Bruxelles.
Sfida e scommessa vinte.
L'opera è stata allestita in soli tre giorni in Italia, ad Aosta, ed è il prodotto e l'esito felice di uno studio a distanza e di uno scambio interculturale davvero riuscito fra Belgio e Italia.
L'opera è in sintesi una favola in tre lingue più una: la musica.
La favola è stata narrata da una settantina di musicisti e cantanti di tutte le età: dai 9 ai 47 anni, professionisti e studenti uniti dalla e nella musica.
Un prodotto interculturale e multiculturale dunque.
Multikulti.
In una visione culturale in cui non si parla più di integrazione ma di pari opportunità, di empowerment e di diritti uguali per tutti.
Protagonisti di questa operazione culturale e di questa lezione di un mondo diverso possibile, e già esistente, e di una convivenza reale al di là di ogni separazione costruita, sono stati: i Fanfakids, 13 giovani percussionisti belgi di varia origine (Marocco, Guinea, Tunisia,Togo, Pakistan), il coro di voci bianche della Fondazione Istituto Musicale della Valle d'Aosta Canto Leggero composto da quaranta di giovani cantanti, SFOMensembles classi strumentali della SFOM (Scuola di Formazione e Orientamento Musicale).
Gli ensembles strumentali sono stati, in ordine di apparizione: quartetto d'archi tastiere e tamburello, quartetto di chitarre, quartetto di fiati, quartetto di clarinetti e trio/quartetto di percussioni sudamericane, bodhrum.
Gli ensembles, tutti formati da ragazzi, giovani musiciste e musicisti, hanno anche recitato il testo, solitamente affidato ad attori.
Da un'idea di Marco Giovinazzo, per la sceneggiatura di Paola Corti, per la musica
composta appositamente e concertata per valorizzare tutti gli ensembles di Paolo Torrente e dalla sempre mirabile e impeccabile direzione di Luigina Stevenin.
E' stato un successo collettivo annunciato la prima di "Tulla e Leandro" andata in scena ieri sera nell'Auditorium di Aymavilles (Aosta) nell'ambito della settima rassegna CAMBIOMUSICA: zapping tra musiche, persone, mondi.
Per il soggetto: Paola Corti
testo: Francesca Di Cesare
traduzioni: Christel Lambot
regia: Paola Corti, Marco Giovinazzo
luci: Alberto Bich
musiche e arrangiamenti: Pator, Gilbert Impérial, Mauro Gino, Marco Giovinazzo
direttore del coro: Luigina Stevenin
referente Fanfakids: Alessandra Esposito
responsabili SFOMensembles e aiuto registi: Stefano Blanc, Frédéric Bonnin, Mauro Gino, Gilbert Impérial, Paolo Torrente, Rémy Vayr-Piova
"Centrum West c'est un centre des jeunes à Bruxelles qui existe depuis 45 ans (1964, ndr) avant que j'étais né. Mais depuis les années nonante plus au moins c'est devenu un centre des jeunes surtout pour des enfants et des jeunes défavorisés ou en difficulté. La Maison de Jeunes se trouve dans un quartier défavorisé: ça veut dire qu'il y a beaucoup de chômage, de criminalité, les écoles ne sont pas tellement bien, les maisons ne sont pas tellement bien ...
On a des groupes d'âge et de langue.
On utilise la musique en fait comme moyen de faire autre chose: de se rencontrer mais aussi de retourner la responsabilité, la solidarité entre des pays en Europe et en Afrique.
Une façon de faire rencontrer des jeunes autour d'un même intérêt commun" a affirmé Bart Nagels animateur du Centrum West.
"Quello che a me interessa è far capire, qua in Italia, che un'immigrazione positiva è possibile e che la realtà è più complessa di quanto appaia.
L'immigrazione positiva è realtà già altrove, non molto lontano da qui.
Speriamo che questo messaggio venga recepito e imitato!" sostiene Alessandra Esposito, volontaria europea che ha scelto i Fanfakids e ha scelto di lavorare con loro e per loro.
Quando la musica unisce...
Imperdibile

Silvia Berruto, giornalista contro il razzismo

08 aprile 2010

FANFAKIDS (Bruxelles, BELGIO) E CANTO LEGGERO (Aosta, ITALIA) in "Tulla e Leandro". Quando la musica unisce

                                           Fanfakids


FANFAKIDS (Bruxelles, BELGIO) E CANTO LEGGERO (Aosta, ITALIA) in "Tulla e Leandro"
Quando la musica unisce


Un incontro live per presentare "Tulla e Leandro alla ricerca delle radici" l'opera che andrà in scena venerdì 9 aprile 2010 alle ore 21.00 all'Auditorium di Aymavilles (Aosta).

Incontro Luigina Stevenin "semplice direttore musicale ed esecutore", come lei stessa si autodefinisce, e Alessandra Esposito, referente dei Fanfakids in Italia.

"Come si definisce tecnicamente questo lavoro e come i cantanti e i musicisti fondono i loro contributi" chiedo a Luigina.

LS. Tulla e Leandro sono una betulla e un oleandro che fuggono da un vivaio sotto la spinta di un ficus. Partono alla ricerca del mondo e delle loro radici.
Intorno a questa idea Paola Corti ha scritto la sceneggiatura da un'idea di Marco Giovinazzo con la collaborazione dei colleghi Paolo Torrente che ha scritto appositamente le musiche per noi e concertate in modo da sfruttare tutti gli ensembles della SFOM (Scuola Formazione e Orientamento Musicale, ndr). Avremo il quartetto di clarinetti, un ensemble con archi, pianoforte e il Coro Canto Leggero di voci bianche ed altri strumenti.

Incalzo. Ma come si definisce tecnicamente questo lavoro?
Luigina risponde con delicata tenerezza.

LS. "Potremmo chiamarla forse una piccola operina. Le parti messe in gioco sono tante: dal coro agli strumenti, al direttore, alle voci recitanti. La cosa importante è che tutti gli esecutori saranno anche parte integrante in quanto reciteranno il testo che non è affidato ad attori ma affidato ai ragazzi. Anche gli ensembles strumentali sono formati da ragazzi.

"Come si uniscono i due ensembles Fanfakids e Canto Leggero" chiedo ad Alessandra.
AE." Come sarà questo ensemble lo scopriremo solamente adesso perché abbiamo lavorato a distanza. I Fanfakids portano qui il loro repertorio, ridotto naturalmente e modificato in funzione di quest'opera. In più i ragazzi si sono sperimentati con la lingua italiana e anche con la propria voce che non sempre utilizzano, sfogando la propria energia principalmente con i tamburi e le percussioni.
Il risultato finale lo scopriremo adesso perché è il momento clou in cui metteremo insieme queste due energie."

"I cantanti canteranno in più lingue: in fiammingo, in francese e in italiano. Per dire che cosa?
LS. Per dire che la musica è un messaggio e un momento di comunione importantissimo. La musica ci rende tutti vicini. Interpretando con qualche difficoltà un canto in fiammingo, noi, e la stessa cosa vale per i fiamminghi che canteranno in italiano, vogliamo aprire una comunicazione importante fra queste realtà.

" Il futuro di questa iniziativa?"
AE. E' molto bello. Stiamo lavorando in modo parallelo. Abbiamo scoperto due realtà che si assomigliano. Noi dal Belgio abbiamo iniziato un percorso con l'Africa già da diversi anni, un progetto interculturale che vede gemellati gruppi dal Ghana, dalla Guinea, e noi dal Belgio. Stessa cosa per quanto riguarda la SFOM e l'Associazione Tamtando. Per cui credo che si possano poggiare oggi le basi  per un progetto futuro insieme: in Africa o in Belgio. Tutti insieme.

"Qual è il senso di questa esperienza concreta. Quale il senso dello stare insieme con la musica di giovani cantanti e giovani musicisti con musicisti professionisti."
LS. " Il senso è tutto quello che hai detto. E' apertura totale, è collaborazione fra tutte queste realtà."
AE. "Noi non siamo una scuola di musica. Siamo un centro giovanile. Per noi questa è una sfida. E' la prima volta che lavoriamo con una scuola di musica di questa importanza."

silvia berruto

Rassegna CAMBIO MUSICA
Venerdi 9 aprile 2010
ore 21.00
Auditorium di Aymavilles (Aosta)
"TULLA E LEANDRO ALLA RICERCA DELLE RADICI"

VENERDI 9 APRILE 2010. TULLA E LEANDRO ALLA RICERCA DELLE RADICI

Per la settima rassegna CAMBIO MUSICA
venerdì 9 aprile 2010
ore 21.00
Auditorium di Aymavilles (Aosta)

"TULLA E LEANDRO ALLA RICERCA DELLE RADICI"
con

Canto Leggero
Coro di voci bianche della Fondazione Istituto Musicale della Valle d'Aosta

SFOMensembles
Classi strumentali della SFOM

Fanfakids
Centrum West di Bruxelles


soggetto: Paola Corti
testo: Francesca Di Cesare
traduzioni: Christel Lambot
regia: Paola Corti, Marco Giovinazzo
luci: Alberto Bich
musiche e arrangiamenti: Pator, Gilbert Impérial, Mauro Gino, Marco Giovinazzo
direttore del coro: Luigina Stevenin
referente Fanfakids: Alessandra Esposito
responsabili SFOMensembles e aiuto registi: Stefano Blanc, Frédéric Bonnin, Mauro Gino, Gilbert Impérial, Paolo Torrente, Rémy Vayr-Piova

07 aprile 2010

8 aprile 2010. A Cordoba il secondo summit europeo sull'inclusione dei Rom

Cordoba (Spagna)

In occasione della giornata internazionale dei Rom (8 aprile) giovedì 8 aprile 2010, a Cordoba, si svolgerà il secondo summit europeo "sull'inclusione dei Rom"
I dibattiti riferiranno circa gli ultimi sviluppi europei sulla questione dei Rom e nello specifico in merito ai risultati degli ultimi due incontri sulla piattaforma europea per l'integrazione dei Rom e sui 10 principi cardine comuni inseriti nelle conclusioni del Consiglio EPSCO del giugno 2009.

Sulla scia del primo summit, tenutosi a Bruxelles il 16 settembre 2008,  il secondo riunirà i rappresentanti di istituzioni europee, degli stati membri, delle organizzazioni internazionali e dei Rom.

La partecipazione al summit è riservata agli invitati della presidenza spagnola del Consiglio

Silvia Berruto

01 aprile 2010

TORNELLI LA PROSSIMA VOLTA!

Alla cortese attenzione del destinatario brunetto
"tornelli la prossima volta"
nel ricordare che 
                                chi inquina l'acqua,
                                                                  prima o poi la beve!
                     in vino veritas 

alla salute di tutti

sl
via MalFatti 43 - aosta - terzopiano

L'OSSERVATORIO CIVICO ANTIMAFIE. Quaderno n.1



L'OSSERVATORIO CIVICO ANTIMAFIE di Reggio Emilia
Sul Quaderno n.1 - Febbraio 2010


"Ciascuno cresce solo se è sognato" così esordisce Daniele Lugli sul palco in Piazza Prampolini, a Reggio Emilia, il 1 marzo 2010.
Una stretta al cuore quando Daniele cita le le parole indimenticabili dell'amico e soprattutto del maestro Danilo Dolci.
Parole indimenticabili nel senso e nel portato.
Immediatamente, come in una dinamica precisa di azione-reazione, collegando il senso di questo pensiero al Quaderno numero uno, ho pensato: "quanti crescono davvero in Valle d'Aosta?
In Valle d'Aosta si sogna ancora?
E soprattutto sogniamo qualcuno?
Sogniamo davvero per tutti un mondo migliore?
... e se così non è, saremmo (se non lo siamo) capaci di "farci capaci", se non di sognare e di realizzare, almeno di pensare ad un progetto per un osservatorio locale e per quaderni di informazione e resistenza per la cittadinanza simili a quello di Reggio Emilia, qui ad Aosta?"

Approccio per restituire, dopo averne raccomandato a tutti la lettura,  il contenuto di un'opera collettiva importante, dal basso, voluta da un gruppo di cittadini: Osservatorio Civico Antimafie di CO.LO.RE. (Coordinamento Locride-Reggio Emilia).
In appendice un utile prontuario a difesa e tutela del cittadino e delle imprese.

Si tratta di una pubblicazione mirata, semplice, che consta di 22 pagine totali.
Dopo una breve cronistoria del 1 marzo, in seconda di copertina, il quaderno si apre con la presentazione dei compiti e della mission dell'Osservatorio: Per un osservatorio civico antimafie, Per un 1 marzo Antimafia a Reggio Emilia corredato da dati e da contenuti di contesto e da alcune sezioni tematiche: "Edilizia e cantieri", "Edilizia e Mafie a Reggio Emilia", "Vite parallele. La questione dello sfruttamento della manodopera", "Cemento, trasporti e rifiuti", "Riciclaggio del denaro sporco", "Il mercato della droga".
Segue il Prontuario.
Il divario esistente fra la qualità del vivere quotidiano al sud rispetto al nord è palpabile anche attraverso i dati e i testi riportati, attraverso la stampa o solo nell'atmosfera del corteo del 1 marzo nelle diverse città.
Chiunque sia stato il 1 marzo 2008 in corteo a Locri ricorda un paese sprangato, si porta dentro e rivede quelle imposte e quegli usci, quando non chiusi, chiudersi progressivamente, come lo scorrere di una pellicola, al passare del corteo di quel primo "1 marzo" che fa già parte della storia oltre che della storia della Manifestazione dell'Alleanza con la Locride e la Calabria, contro la 'ndrangheta e le massonerie deviate.
Un paese probabilmente blindato nella e dalla paura ma certamente non piegato.
Il coraggio di molte cittadine e cittadini di Locri, testimoni fieri e lottatori con la dignità dell'opposizione, che al sud si paga a caro prezzo, in corteo c'era ed è stato espresso nella lotta collettiva per il bene comune.
Non potrò dimenticare quell'anziano cittadino locrese chiedermi, con voce rotta dal pianto, "di portarle a Roma le foto" che stavo facendo.
A Crotone si stimano siano state 7000 le persone in corteo, l'atmosfera è stata un po' più festosa anche se al nostro arrivo in città diretto e palpabile è stato il comportamento chiaro di chi sceglie di tenere le distanze.
A Reggio Emilia sarebbero state 10.000 le persone in corteo e l'atmosfera è stata di festa. Non a caso il nome del comitato organizzatore è "Comitato organizzativo Festa 1°Marzo".
E mentre a Reggio Emilia, la stampa locale, a mio parere, trattava un po' sbrigativamente l'evento del 1 marzo accostandolo al corteo di solidarietà verso i migranti, a Reggio Calabria, solo qualche giorno prima, e nell'ambito di una "nuova inquietante fase", il Quotidiano della Calabria, il 25 febbraio, segnalava l'intimidazione, con lettera e pallini di fucile, inviata al giornalista Giuseppe Baldessarro minacciato di morte.
Con l'osservazione, non surrettizia, che la 'ndrangheta, a differenza della mafia siciliana, "non aveva mai preso di mira la stampa".
Di qui la consapevolezza dell'importanza dell'informazione.
E dell'importanza di questa pubblicazione importante esempio per tutta l'Italia.
Pensata come una guida "per chiunque voglia tenere gli occhi aperti ed impicciarsi" oltre che per il cittadino di Reggio Emilia.
Il prontuario non è completo, ammettono gli autori con un fondo di autocritica, ma è un punto di partenza, uno "strumento di sviluppo per una cittadinanza più attiva e consapevole, che a sua volta, ci aiuti a costruire il prossimo."
Sono elencati, con dovizia di particolari, gli "Organismi di controllo", gli "Organismi di tutela del cittadino" (lavoro, racket e usura), gli "Organismi di tutela delle imprese" e gli "Organismi di sicurezza" con numeri di telefono, indirizzi siti web.
Imperdibile.

Silvia Berruto,
aderente all'alleanza per la Locride e la Calabria contro la 'ndrangheta  e le massonerie deviate e per il bene comune
da Aosta (Italy)