30 maggio 2010

SENTENZA DIAZ. Condannati i vertici della Polizia di Stato. Intervista a Lorenzo Guadagnucci

Il 21 luglio 2001 anche dalla Valle  d'Aosta sono partiti degli attivisti per partecipare alla manifestazione pacifica del movimento contro il vertice del G8.
Alle 6,30 di quel sabato mattina ho fotografato la loro partenza, poiché, a causa di una malattia invalidante, non mi era possibile andare a Genova.
Così ricordo di aver trascorso l'intera giornata mediaticamente: in collegamento sulla rete e televisivo.
Ho assistito, in diretta, all'uccisione di Carlo Giuliani.
Poi, come mai era stato prima, abbiamo manifestato. Con sit in davanti a Palazzo Regionale di Aosta, con scritti, proiezioni, volantinaggi. Abbiamo ricordato.
Continuiamo a ricordare.
Come nel 2001, ma con più forza ora, dopo la sentenza di secondo grado del 18 maggio scorso, che ha ribaltato  la sentenza di primo grado, condannando i vertici della polizia, la cosiddetta catena di comando, è indispensabile che si chieda con determinazione dal basso la sospensione degli inquisiti per reati connessi all'esercizio delle loro funzioni e l'istituzione di un organismo indipendente di vigilanza e di controllo sulle forze dell'ordine.
"A tutela della dignità e credibilità della Polizia di Stato" come sostiene il Comitato Verità e Giustizia per Genova nell' intervento del 19 maggio.
E a tutela dei cittadini.
Sulla sentenza ho sentito Lorenzo Guadagnucci, che era fra i pestati della scuola Diaz e che ha scritto il documento storico "Noi della Diaz".

SB. Fra prescrizioni, immunità e impunità ti chiedo un commento sulla sentenza, storica, della Terza sezione della Corte di appello di Genova del 18 maggio 2010.
LG. Il pm Enrico Zucca ha commentato così: "E' difficile capire quanta forza e quanto coraggio abbiano avuto i giudici del tribunale d'appello". E' così, perché viviamo in un paese abituato all'intangibilità degli apparati di pubblica sicurezza e abbiamo una storia giudiziaria molto negativa quando si è trattato di affrontare stragi di stato, abusi di potere e così via. In questo caso il tribunale ha avuto la forza e il coraggio mancati in altre occasioni e ha dato forma giudiziaria a una verità storica che conoscevamo.
SB. Mi pare si possa parlare, allora come ora, di un contesto di democrazia condizionata. Da tempo tu sostieni di non usare più la parola democrazia senza aggettivarla. Sul Manifesto di martedì 25 maggio, hai scritto che l'aggettivo più calzante, al momento, per la democrazia del nostro paese, è "autoritaria". Perché?
LG. Un esempio ci viene dalle reazioni alla sentenza Diaz. Abbiamo fatti storici incontestati - un'operazione di polizia indifendibile, con pestaggi indiscriminati, arresti illegali, costruzione di prove false, tentativi di depistaggio, ostacolo all'azione della magistratura - e in aggiunta una durissima sentenza di condanna in appello e che succede? Che il governo conferma la fiducia ai dirigenti condannati, nemmeno si cura di chiedere scusa alle vittime degli abusi e l'opposizione parlamentare annuisce. Le forze di polizia non si possono toccare né mettere in discussione, i diritti dei cittadini vengono dopo le carriere di dirigenti che godono di una fiducia incondizionata da parte del potere, come nelle monarchie assolute.  Viviamo in un paese che da alcuni anni sostiene di vivere una "emergenza sicurezza" e perciò ha militarizzato la vita quotidiana a forza di ordinanze comunali, telecamere e così via, eppure i dati statistici mostrano che la criminalità è in flessione e non vi è alcuna emergenza. Si sostiene anche che vi sia una "emergenza rom", con un linguaggio e metodi - schedature, sgomberi forzati e così via - che ci riportano ai regimi europei degli anni Trenta. C'è poi una "legislazione speciale" per i migranti, e quindi un doppio binario di cittadinanza: i diritti sono razionati, si sostiene che non ve ne sono abbastanza per tutti, come si fossimo nel pieno di una carestia. Se poi aggiungiamo che in politica prevale un cesarismo mediatico trasversale, che la borghesia mafiosa controlla una fetta molto ampia dell'economia nazionale, che i contrappesi democratici sono sempre più fragili per gli attacchi alla magistratura e la debole autonomia del sistema della comunicazioe, ecco che abbiamo una democrazia sostanzialmente autoritaria.
SB. Come valuti la scelta di rinunciare a misure di sospensione e di sanzione disciplinare per i responsabili che, allora (2001) come ora (2010), sigla un punto di non ritorno per la democrazia reale dell'Italia? Quella scelta, "perfezionata" e avvalorata da promozioni "eccellenti", attesta un nulla di fatto nei confronti delle richieste democratiche, dal basso, di istituire una commissione d'inchiesta, di prevedere codici di riconoscibilità sulle divise degli agenti in servizio di ordine pubblico, di introdurre il reato di tortura e di istituire una formazione nonviolenta degli agenti.
LG. Le mancate dimissioni, all'epoca del G8, del capo della polizia e degli alti dirigenti presenti nel cortile della scuola Diaz hanno mostrato qual è la sensibilità istituzionale di quelle persone, che in questi anni hanno ottenuto promozioni, nonostante una condotta processuale più che discutibile (i massimi dirigenti imputati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere come imputati qualsiasi, ma stiamo parlando di uomini dello stato con altissime e delicate responsabilità!) Non si sono dimessi, né sono stati sospesi, nemmeno dopo le pesanti condanne d'appello a conferma che la loro idea di fedeltà alle istituzioni è molto lontana dai canoni delle migliori democrazie. Il potere politico ha confermato loro piena fiducia, ma in questo modo si è creato un patto che obbligherà a giudici di cassazione a valutare la sentenza d'appello con una pistola puntata alla tempia: le istituzioni, confermando i dirigenti al loro posto e nemmeno ipotizzando la necessità di sostituirli, chiedono loro di rigettare le condanne. Il sottosegretario Mantovano lo ha detto a chiare lettere, l'opposizione parlamentare ha annuito, il sistema dei media registrato e taciuto. Gli equilibri fra poteri sono stati messi in discussione.
SB. Tu hai sempre sostenuto la necessità di un organismo indipendente di vigilanza e di controllo sulle forze dell'ordine. Ma se questo organismo fosse istituito come pensi potrebbe lavorare, in un contesto di democrazia autoritaria ?
LG. Certo, un'autorità del genere avrebbe vita difficile, si cercherebbe di svuotarla o delegittimarla, ma come il tribunale di Genova ha trovato "forza e coraggio" e ha condannato - sia pure con sofferenza, non certo a cuor leggero - altissimi e protettissimi dirigenti di polizia, così è possibile pensare che vi siano nella società civile, negli apparati di sicurezza, nello stato persone disposte a battersi per i diritti delle persone e per contrastare l'autoritarismo dominante. Oggi queste persone sono emarginate e mortificate; andrebbero invece incoraggiate. Un Garante del genere potrebbe aiutare a invertire la tendenza in corso.
SB. Come reputi sia stata trattata e diffusa l'informazione sulla sentenza dai mezzi di informazione italiani?
LG. Mi preoccupa la totale assenza di commenti a una sentenza così grave. Non era mai successo che dirigenti di tale livello venissero condannati a pene così gravi, che ne comporterebbero la destituzione in caso di conferma delle condanne in Cassazione, ma le maggiori testate sono state al coperto, hanno riportato la notizia della copertura garantita dal governo e delle pressioni sulla Cassazione senza fiatare. Solo il Secolo XIX ha avuto la dignità di sostenere che sarebbe opportuno un passo indietro da parte dei condannati. Purtroppo i mezzi d'informazione italiani sono succubi di certi poteri.
SB.  Dopo questa sentenza pensi ad un nuovo contributo da affiancare alla trilogia "Distratti dalla libertà", "Noi della Diaz" e "Lavavetri" ?
LG. A dire il vero ci sarebbe anche "La seduzione autoritaria", uscito nel 2004. Forse varrebbe la pena di scrivere qualcosa per i dieci anni di Genova G8. Ci penserò.

Di seguito alcune segnalazioni utili per non dimenticare.
Lorenzo Guadagnucci è giornalista del QUOTIDIANO NAZIONALE, saggista e fondatore, tra l'altro, del Comitato Verità e Giustizia per Genova.
Il suo blog è Distratti dalla libertà in Altraeconomia http://www.altreconomia.it/site
- Comitato Verità e Giustizia per Genova
http://www.veritagiustizia.it
- Il dispositivo della sentenza del 18/05/2010, II grado: dispositivo della sentenza
- UNA SENTENZA PREZIOSA, ORA LE DIMISSIONI (19.05.2010)
http://www.veritagiustizia.it/comunicati_stampa/una_sentenza_preziosa_ora_le_dimissioni.php
- Contributi sulla sentenza di II grado su Rainews24.it
http://www.rainews24.rai.it/it/video.php?id=19364

Per non dimenticare
- Genova: 20 e il 21 luglio 2001 manifestazione pacifica del movimento contro il G8
- Carlo Giuliani è ucciso il 20 luglio 2001 alle ore 17,27 da un carabiniere
- nel blitz alla scuola Diaz 93 persone vengono pestate ed arrestate
- sospensione dello stato di diritto dal 20 al 23 luglio 2001

Processo Diaz
In primo grado (dicembre 2007) sono state 13 le condanne e 16 le assoluzioni
La sentenza d'appello (18 maggio 2010) 25 imputati su 27 vengono condannati con l'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni
Presidente della Corte d'Appello di Genova, terza sezione, Salvatore Sinagra
I pm sono stati Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini

La sentenza ha condannato i vertici della Polizia di Stato: sono stati condannati a quattro anni di reclusione Francesco Gratteri e Giovanni Luperi. Condannato a tre anni e 8 mesi Gilberto Caldarozzi
(Gratteri è capo dell'antiterrorismo. Luperi dell'Aisi (il servizio segreto civile) Caldarozzi dello Sco ( Servizio centrale operativo).

    Sinora nessuno ha mai chiesto scusa.
    Né la Polizia di Stato.
    Né lo Stato.

Silvia Berruto

19 maggio 2010

GENOVA_DIAZ_Sentenza di appello del 18 maggio 2010

il video
Parla Enrica Bartesaghi in http://www.veritagiustizia.ithttp://www.veritagiustizia.it/
ora le dimissioni
http://www.veritagiustizia.it/comunicati_stampa/una_sentenza_preziosa_ora_le_dimissioni.php
Processo Diaz
Processo Diaz 18/05/2010, II grado: dispositivo della sentenza http://www.veritagiustizia.it/docs/diaz2010/diaz_dispositivo_sentenza_appello.pdf

dedicato a tutte e a tutti
silvia
sostenitrice del comitato

19 maggio 2010 ... è uno status interruptus

 
mercoledì 19 maggio 2010 - alle ore 17:58:58 e 17:58:38
DSC8122 e DSC8120
Copyright 2010 - Photo Silvia Berruto



oggi si presenta (ancora) così il citofono che è stato installato a casa mia
ecco il motivo per il quale non ho autorizzato il pagamento del lavoro
che
allo stato dei fatti

è perlomeno interruptus ... direi

sb



NON RISPETTANO LA LEGGE. A LORO INSAPUTA

Premessa
La legge stabilisce i parametri di accensione per gli impianti termici e sancisce che "il limite massimo consentito è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile (b)
(b) Al di fuori di tali periodi gli impianti termici possono essere attivati solo in presenza di situazioni climatiche che ne giustifichino l'esercizio e comunque con una durata giornaliera non superiore alla metà di quella consentita a pieno regime."
Fonte Comuni-Italiani.it
(http://www.comuni-italiani.it/007/003/clima.html)


Qui Via MalFatti, 43
vi scrive silvia berruto.

Lavorando a casa, lunedì 17 maggio scorso, ho potuto effettuare alcune rilevazioni della temperatura all'interno dei locali dell'appartamento dei miei genitori, in uno dei meno riscaldati, poiché situato nella zona nord.
La cucina.
Setting e registrazione dati assolutamente casuali.
Effettuati durante le pause, tra la lettura e la scrittura di testi.

Premetto ancora che qui si dorme da giorni con le finestre aperte, anche di notte, perché fa più caldo.

Per onestà intellettuale, segnalo che non sembrerebbe esserci un'ordinanza istituzionale che sancisca la situazione di calamità naturale o un grande evento.

Tenendo conto di queste indicazioni si leggano le temperature rilevate.

Garantite e a cura di quattro improbabili persone: l'amministratore del condom, i capi scala (da non confondere con i capi fabbricato del Ventennio, attrezzati di tutt'altre responsabilità e di altre competenze) del condom e il responsabile della conduzione della caldaia.
A loro insaputa.


ore   6.05 _ 22,3 gradi
ore   9.01 _ 23 gradi
ore   9.53 _ 23,1 gradi
ore 10.39 _ 23.2 gradi
ore 12.19 _ 23,3 gradi

ore 14.14 _ 23,2 gradi
ore 14.45 _ 23,1 gradi
ore 15.05 _ 23,2 gradi
ore 17.16 _ 22,8 gradi
ore 19.04 _ 22,7 gradi
ore 22.05 _ 22,3 gradi

Solo chi sa leggere e capire può rispettare la legge il cui dettato è chiaro e, nel merito, suggerisce l'indicazione di non regolare IL RISCALDAMENTO MAI OLTRE I 20° (come previsto dalla legge 10/91 sul risparmio energetico).
Per ogni grado in più i consumi crescono del 7%.

Gli analfabeti di ritorno, a loro insaputa,  dunque, si riuniscono oggi, nell'annuale e quanto mai improbabile riunione di còndom.

Sullo sfondo il preoccupante fenomeno dell'analfabetismo di ritorno, che, come segnala Tullio De Mauro, si attesterebbe ormai sulla percentuale di quasi l'80% della popolazione.

“Cinque italiani su cento tra i 14 e i 65 anni non sanno distinguere una lettera da un’altra, una cifra dall’altra. Trentotto lo sanno fare, ma riescono solo a leggere con difficoltà una scritta e a decifrare qualche cifra. Trentatré superano questa condizione ma qui si fermano: un testo scritto che riguardi fatti collettivi, di rilievo anche nella vita quotidiana, è oltre la portata delle loro capacità di lettura e scrittura, un grafico con qualche percentuale è un’icona incomprensibile. Secondo specialisti internazionali, soltanto il 20 per cento della popolazione adulta italiana possiede gli strumenti minimi indispensabili di lettura, scrittura e calcolo necessari per orientarsi in una società contemporanea”.
Fonte:Intervista di Piero Ricca a Tullio De Mauro, 1 novembre 2008

In questo contesto è un preciso dovere civile rifiutarsi di sedere al tavolo con chi non rispetta la legge.

silvia berruto

GENOVA 2001: 25 le condanne. Ribaltata la sentenza di primo grado

25 condanne per i vertici della Polizia di Stato.
85 anni gli anni di reclusione inflitti.

Queste sarebbero alcune fra le condanne inflitte:
Francesco Gratteri condannato a quattro anni.
Vincenzo Canterini a cinque anni.
Giovanni Luperi (oggi all'Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna) a quattro anni.
Spartaco Mortola (ex dirigente Digos e ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi.
Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi.

Altri due dirigenti della Polizia, Pietro Troiani e Michele Burgio, accusati di aver portato le molotov nella scuola, sono stati condannati a tre anni e nove mesi.

Per i 13 poliziotti condannati in primo grado le pene sono state inasprite.

Il capo dell'anticrimine Francesco Gratteri e' stato condannato a quattro anni.

 A più tardi le precisazioni e gli approfondimenti del caso

sb

18 maggio 2010

HANNO DIMESSO MICHELE SANTORO. NON E' PIU DIPENDENTE ... (RAI)

(ANSA) – ROMA, 18 MAG – Michele Santoro lascia la Rai.
 Si tratta di un accordo consensuale con l’azienda, come ha spiegato durante il Cda il dg Mauro Masi.
L’accordo consensuale, secondo quanto spiega Viale Mazzini,‘deve essere implementato attraverso contratti applicativi che saranno messi a punto nei prossimi giorni, prevede la realizzazione di nuovi progetti editoriali che verranno realizzati da Michele Santoro nei prossimi due anni’‘.
Il giornalista spieghera’ le motivazioni soltanto dopo la firma.


Seconda notizia del giorno assai poco trasparente.
Ricordo che Liberostile era collegato il 25 marzo scorso per RAI PER UNA NOTTE
Altri articoli e lanci su liberostile a marzo 2010
http://liberostile.blogspot.com/2010/03/25-marzo-2010-un-esercizio-di-liberta.html

http://liberostile.blogspot.com/2010/03/piu-di-125000-accessi-contemporanei-per.html
http://liberostile.blogspot.com/2010/03/estata-la-festa-delle-liberta.html

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E' ATTESA IN SERATA LA SENTENZA DI APPELLO PER I FATTI DI GENOVA, 21 LUGLIO 2001

E' attesa per oggi, in tarda serata, la sentenza di appello del processo per le violenze della notte del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, alla scuola Diaz e per le violenze sui detenuti nella caserma di Bolzaneto.

La terza sezione della Corte di appello di Genova è entrata in camera di consiglio questa mattina intorno alle 10.
Il presidente della terza sezione della corte di appello di Genova Salvatore Sinagra ha annunciato che la sentenza sara' letta indicativamente alle 23 di questa sera.

Nella sentenza di primo grado (13 novembre 2008), presieduta dal giudice Gabrio Barone, ci sono state 13 condanne e 16 assoluzioni tra cui tutti i vertici della polizia.

Promozioni a più importanti incarichi degli imputati di grado più alto.
Nessuna presa di distanza dalle violenze compiute.
Anzi.
"Nessuno dei condannati, appartenenti a polizia di Stato, carabinieri, polizia penitenziaria, medici ed infermieri, è stato sospeso, allontanato, destinato ad altro incarico." (fonte: estratto da "CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO" a cura del Comitato Verità e Giustizia per Genova)

Questa mattina il comitato Verità e Giustizia per Genova ha promosso un presidio davanti al tribunale di Genova.
"E’ importante esserci, perché le violenze e le violazioni della legalità costituzionale durante il G8 di Genova sono state un attacco alla democrazia che non può essere accettato." (da "Chi non ha memoria non ha futuro")

sb

18 maggio 2010. GENOVA, CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO

CHI NON HA MEMORIA NON HA FUTURO

PRESIDIO DAVANTI AL TRIBUNALE DI GENOVA 

18 MAGGIO 2010 SENTENZA DI APPELLO PER IL PROCESSO DIAZ

In questi giorni, in questi ultimi mesi, siamo stati tutti coinvolti (tramite i media italiani improvvisamente risvegliati da un lungo sonno) da scene di pestaggi da parte di appartenenti alle forze di sicurezza ai danni di malcapitati, in alcuni casi deceduti. Dopo una partita di calcio, nelle patrie galere, nei commissariati, nelle caserme.

Nessuno dei cronisti ha osato fare alcun riferimento tra questi ultimi fatti e quanto accaduto a Genova nel luglio del 2001 e a Napoli nel marzo del 2001. Queste due date segnano un punto di non ritorno per la nostra democrazia, per il nostro paese.

Perché nonostante le sentenze di condanna per i fatti di Napoli e per quelli di Genova- l’assalto alla scuola Diaz e le violenze sui detenuti nella caserma di Bolzaneto - nessuno dei condannati, appartenenti a polizia di Stato, carabinieri, polizia penitenziaria, medici ed infermieri, è stato sospeso, allontanato, destinato ad altro incarico.

Amnesty international ha definito quanto accaduto a Genova nel mese di luglio del 2001: “La più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale”.

In questi anni ci siamo battuti per una commissione di inchiesta per i fatti del G8, per l’introduzione del reato di tortura, per il riconoscimento tramite codici visibili sulle divise degli agenti impiegati in servizio di ordine pubblico. Nulla è stato fatto, nulla è cambiato, da Genova e da Napoli 2001.

E in Italia si continua a subire abusi in carcere, nelle piazze e nelle strade ad opera degli appartenenti alle forze di polizia.

Il giorno 18 maggio è prevista la sentenza di appello per i fatti della scuola Diaz: 93 persone prima pestate e poi arrestate con accuse false, tra le quali la detenzione di bottiglie molotov, introdotte nella scuola dalla stessa polizia (molotov nel frattempo misteriosamente scomparse dalla questura di Genova).

In primo grado ci sono state 13 condanne e 16 assoluzioni; gli imputati di grado più alto, a processo in corso, sono stati promossi a più importanti incarichi, mentre nessuno, ai vertici della polizia e dello stato, ha mai chiesto scusa o preso le distanze dalle violenze compiute.

In occasione della sentenza di appello per la Diaz, il comitato Verità e
Giustizia per Genova promuove un presidio davanti al tribunale di Genova, per il giorno 18 maggio 2010, alle ore 11. E’ importante esserci, perché le violenze e le violazioni della legalità costituzionale durante il G8 di Genova sono state un attacco alla democrazia che non può essere accettato.

Comitato verità e giustizia per Genova
http://www.veritagiustizia.it/

Il Comitato
Il Comitato organizza iniziative volte alla tutela delle vittime della repressione delle forze dell'ordine nell'esercizio della manifestazione del pensiero, anche con l'utilizzo degli strumenti di azione regolati e previsti dal diritto internazionale con particolare riferimento a quelli creati nell'ambito dell'Unione Europea.
c/o Casa Pace e Nonviolenza, P. Palermo 10/B - 16129 Genova (Italy)
info@veritagiustizia.it

RAI NEWS 24 OGGI E' STATA OSCURATA? Da leggere e da ascoltare

RAI NEWS 24
oggi 18 maggio 2010
è stata oscurata?

Assolutamente da ascoltare l'intervista del direttore Corradino Mineo 
proposta da
REPUBBLICA.IT
a
questo indirizzo

http://tv.repubblica.it/copertina/oscurata-rainews24-il-direttore-corradino-mineo/47284?video

08 maggio 2010

AOSTA 25 APRILE 2010. LETTURA COLLETTIVA DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA



Elvin Ceca, Khouloud Shaker, Giada Liquori, Fjoralba Xeka, Francesca Borruto, Gaia Castori, Sofia Marcoz, Francesco Facheris, Imane El Baladi
Piazza Chanoux - Aosta - 25 aprile 2010 - © Photo Silvia Berruto

AOSTA 25 APRILE 2010
LETTURA COLLETTIVA DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Nell'ambito del progetto culturale Collettivamente memoria 2010
Elvin Ceca, Khouloud Shaker, Giada Liquori, Fjoralba Xeka, Francesca Borruto, Gaia Castori, Sofia Marcoz, Francesco Facheris, Imane El Baladi. Sono i nove giovani studenti che hanno letto i primi dodici articoli della Costituzione della Repubblica Italiana ad Aosta, dal palco delle autorità, il 25 aprile scorso, giorno della Liberazione dell'Italia dal regime nazifascista.Protagonisti di una cittadinanza attiva e di una memoria collettiva permanenti hanno ricordato I PRINCIPI FONDAMENTALI sui quali si basa la nostra convivenza civile.
A tutti hanno ricordato, ancora una volta, che la Costituzione nasce dalla Resistenza e ne è l'esito felice, e che essa è il testo più importante della nostra Repubblica Italiana.

Fra questi giovani vi sono le donne e gli uomini resistenti di oggi, compagne e compagni di studio legati dall'impegno e dalla lotta civili, chi per ottenere, tutti per difendere, le Libertà e il rispetto dei diritti sanciti dalla Costituzione.
Fra gli altri, i diritti di UGUAGLIANZA e di cittadinanza.
Con titolarità, consapevolezza e autorevolezza culturali hanno ricordato a tutti che le libertà e i diritti sono per TUTTI.
Come è dovere di tutti difendere la Costituzione.

Per sottolineare questo aspetto in biblioteca, a scuola e in piazza ho adagiato con cura a terra, protetta dal suolo, una copia della Costituzione.
A ricordare che la nostra terra - l'Italia - è una terra libera che si basa sulla Costituzione.
Ma l'attualità politica italiana ci impone di evitare il rischio, non remoto, che qualcuno la calpesti.
A TUTTI NOI il dovere di difendere la Costituzione Italiana.

Il cittadino Elvin Ceca ha letto gli articoli 1 e 2, la cittadina italiana, di origine egiziana, Khouloud Shaker ha letto, a buon diritto e con autorevolezza, come aveva fatto del resto nella sua classe, la 3 C dell'istituzione scolastica San Francesco, l'articolo 3.
La cittadina Imane El Baladi ha letto l'articolo 10 così come aveva fatto in biblioteca regionale il 10 aprile scorso.
Nel pubblico dei cittadini c'era anche Gianluca Garau, studente della 3C, in prima fila, accanto ala sua insegnante Danila Norbiato e all'insegnante Beatrice Feder.

Questi giovani hanno ottemperato all'impegno assunto e sottoscritto quattro mesi prima.
Infatti se democrazia è partecipazione questi nove studenti ce lo hanno ribadito con autorevolezza e impegno intellettuale, civile e culturale.
Il 27 gennaio 2010, Giorno della Memoria, questi studenti, con i loro compagni, avevano sottoscritto, in un documento che fa già parte della storia, il loro impegno a leggere la Costituzione: in biblioteca, a scuola e in piazza.
Le loro firme si leggono accanto a quelle dei deportati Ida Désandré e Italo Tibaldi, a quella della staffetta partigiana Anna Dati, testimoni e cittadini attivi che hanno voluto accompagnare gli studenti, anche quest'anno, nell'avventura culturale di Collettivamente memoria 2010.

Anna Dati, a cui è stata dedicata insieme a tutte le donne R-esistenti la lettura collettiva della Costituzione Italiana, è stata con i piccoli cittadini dagli otto ai dodici anni in Biblioteca regionale di Aosta il 18 marzo per la lettura collettiva della Costituzione. A lei ho chiesto di leggere l'articolo 13 e di raccontare la sua lotta come donna resistente.

I giovani cittadini-studenti, coinvolti in Collettivamente memoria sono stati accompagnati, ma a loro volta sono stati accompagnatori, in una consapevole, autonoma e intensa relazione maieutica - nella quale quest'anno più che mai, forse anche a causa della solitudine necessaria per una regia e per una conduzione autonome di Collettivamente memoria 2010 - ho sentito la vicinanza e l'accompagnamento, come un tempo, dell'amico e del maestro Danilo Dolci.

Ma altri sono gli amici e i sostenitori che hanno supportato e contribuito alla realizzazione del progetto culturale Collettivamente memoria: Ida, Anna, Italo, Paolo Momigliano Levi, Lorenzo Guadagnucci, Aleksandra e Imane, due dirigenti scolastici, le insegnanti Danila e Beatrice con gli altri tredici insegnanti che hanno voluto misurarsi, a vario titolo e ognuno col proprio stile personale, con Collettivamente memoria 2010 e parteciparvi da protagonisti.

La Biblioteca regionale di Aosta promotrice del progetto culturale insieme a Giornalisti contro il razzismo, la partecipazione culturale dell'Istituto Storico della Resistenza e della società contemporanea in Valle d'Aosta e del Comitato regionale A.N.P.I Valle d'Aosta, la Municipalità di Aosta che ha sostenuto e riconosciuto istituzionalmente la sezione relativa alla lettura collettiva della Costituzione Italiana a cura degli studenti coinvolti da Collettivamente memoria, il Sindaco di Aosta che ha citato e riconosciuto il progetto culturale in un'azione congiunta, condivisa e compartecipata di molteplici attori della cosiddetta società civile.

I veri protagonisti di Collettivamente memoria 2010, insegnanti maieuti, sono stati, dunque, le studentesse e gli studenti.

Essi sono stati gli autori e i promotori di alcuni incontri, procedendo a ritroso e dall'evento conclusivo: la lettura collettiva e trasversale della Costituzione Italiana avvenuta nel pomeriggio del 25 aprile in piazza Chanoux, a cura e per la voce protagonista dei cittadini, la lettura collettiva nella mattina del 25 aprile dal palco delle autorità a cura dei nove studenti sopra citati, la lettura collettiva a scuola il 20 aprile, la lettura collettiva della Costituzione nella sezione adulti della biblioteca regionale il 10 aprile e l'apertura della serata "Informazione contro il razzismo" l'8 febbraio di Giornalisti contro il razzismo, a cura e per il contributo di Imane El Baladi e di Aleksandra Mitrovic - le due studentesse alle quali, per titolarità, è stata affidata l'apertura della serata a cura dei Giornalisti contro il razzismo, i lavori di gruppo su articoli della stampa nazionale, la mattina dell' 8 febbraio, a cura della classe 5A del liceo scientifico tecnologico Regina Maria Adelaide di Aosta.

Per questo auspico che il grande assente di quest'anno - il neo eletto Consiglio Comunale dei Ragazzi di Aosta - sia presente e messo nelle condizioni di agire sin dalla riunione organizzativa per il 25 aprile 2011 - e come è democraticamente giusto che sia, lunedì 25 aprile 2011, sia sul palco delle autorità.

Silvia Berruto, antifascista



La lettura della Costituzione della Repubblica Italiana è avvenuta l'11 marzo 2010, il 18 marzo 2010 e il 10 aprile 2010 presso la Biblioteca regionale di Aosta.
Il 20 aprile 2010 nella classe 3C dell'istituzione scolastica San Francesco di Aosta.

Il 25 aprile 2010 in piazza Chanoux.
Mattina. Lettura collettiva dei primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana a cura degli studenti dell'istituzione scolastica San Francesco e del Liceo Linguistico Tecnologico di Aosta.
Pomeriggio. Lettura collettiva dei primi 12 articoli della Costituzione della Repubblica Italiana a cura e per la voce protagonista dei cittadini.