17 aprile 2008

Oggi inizia il 23° Torino GLBT Film Festival. "Da Sodoma a Hollywood"

Oggi inizia il 23° Torino GLBT Film Festival
"Da Sodoma a Hollywood"

XXIII edizione di “Da Sodoma a Hollywood” Torino International GLBT Film Festival, la terza sotto il tetto della Mole, con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione: 23 anni di ricerca di un cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer.
Dal 17 al 25 Aprile 2008 all'Ambrosio Cinecafé e al Cinema Ideal Cityplex (serata di apertura e di chiusura).
Accanto alle sezioni competitive (lungometraggi, documentarie corti) il Festival propone una Retrospettiva dedicata al cinema queer giapponese, gli Omaggi a Divine, al cinema di Sebastien Lifshitz e Stanley Kwan, a Joe Oppedisano e Parker Williams, a Jodie Foster. Saranno proiettati alcuni Classici&Moderni, le sezioni Europa Mon Amour (dedicata ai "Fantasmas do amor" in Portogallo), Voice Over sempre più ricca di "nuovi sguardi" queer e Music&Divas quest'anno dedicata alla movida madrilena con Alaska, "Compagne di scuola" con un incontro per insegnanti ed educatori.
"Amore per il diverso e per l'uguale."
"Per un amore civile."
"Questo festival è nato e cresciuto coltivando il desiderio di diventare un luogo aperto e disponibile di scambio, di confronto, di contaminazione e rispetto" continua Giovanni Minerba direttore del festival: "Le sue proposte sono state generate dal cuore ma anche dallo spirito, dalla sapienza ma anche dalla trasgressione, dalla ricerca ma anche dall'occasionalità […] Non riesco a dominare e reprimere del tutto l'amarezza per chi, avendone avute le disponibilità e i privilegi, ha scelto di non esporsi. Di non essere compagno e ospite in questo progetto, condividendone la strada tortuosa, aspra e insidiosa, oppure la magnificenza di quel fascio di luce che con complicità non fa altro che proporci emozioni, quelle che cercava e ci dava Ottavio".
Dopo anni di recensione di questo festival ho scelto di dare spazio a quanto esprime Giovanni nel suo testo di presentazione del festival "Anche per questo siamo ancora qui" che invito a leggere integralmente.
Per il programma e per i dovuti approfondimenti del festival si veda www.tglff.com
Il festival sarà seguito anche dal blog www.liberostile.blogspot.com
Al di là e oltre ad ogni costruzione di categorie e di categorizzazioni.
Per il senso che sorpassa e che sovrasta anche chi non comprende.
Per questo e per altri sensi, ancora.
In una prospettiva assolutamente inclusiva.
Persempre

Silvia Berruto

IL PROGRAMMA

23° “Da Sodoma a Hollywood”
Torino GLBT Film Festival
17/25 Aprile 2008
Ambrosio Cinecafè - Cinema Ideal Cityplex (serata di apertura e di chiusura)
XXIII edizione di “Da Sodoma a Hollywood” Torino International GLBT Film Festival, la terza sotto il tetto
della Mole, con il Museo Nazionale del Cinema per la gestione e l’organizzazione: 23 anni di ricerca di un
cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer. Grazie a uno sguardo acuto e sensibile, anno dopo anno
il Festival è cresciuto diventando una delle principali finestre e occasioni di dialogo per la comunità glbt e il
grande pubblico.


GRAN SERATA di APERTURA FESTIVAL
Giovedì 17 aprile - ore 21 - Cinema Ideal Cityplex
Presentano la serata: Margot, con Sara Jevo e Ambra Nata
Intervengono: Syria, Amor Fou, Gala Évora, Sultan
Un viaggio nella musica e nella danza: dal flamenco di Gala Évora alla sensuale danza del ventre di
Sultan, fino alle sonorità pop di Syria e degli Amor Fou.
L’edizione 2008 si apre con l’anteprima italiana della intrigante black comedy in arrivo dalla Spagna
Chuecatown di Juan Flahn (2007) con Victor, responsabile di una agenzia immobiliare nel quartiere
madrileno di Chueca, nasconde un terribile segreto: per ottenere le case che vuole, uccide gli anziani che le
occupano, poi le ristruttura e le vende a coppie gay, sperando cosí di trasformare la zona in una sorta di Soho londinese. L’ultima vittima di Victor vive nell’appartamento vicino a Rey e Leo, una coppia gay. Rey eredita la casa della vittima e la regala a sua madre Antonia, che continuerà a ficcare il naso nella relazione tra suo figlio e Leo, che lei odia profondamente. L’ispettrice Mila, una donna eccentrica e piena di fobie, dovrà investigare sulla vicenda con suo figlio Luis. Una intrigante black comedy che unisce ilarità e violenza
creando effetti stranianti.
Candidato ai premi Goya per la migliore colonna sonora. Nel cast, tra gli altri, Pepón Nieto, (Los novios
búlgaros, Cachorro, Un paso adelante) Pablo Puyol (20 centimetri, Un paso adelante), Concha Velasco (Km
0), Rosa Maria Sardá (A mia madre piacciono le donne, Tutto su mia madre, Amic/Amat).
Saranno presenti: Juan Flahn, Pepón Nieto

SERATA di CHIUSURA e PREMIAZIONE
Venerdì 25 aprile - ore 21 - Cinema Ideal Cineplex
Gran finale con la cerimonia di premiazione presentata da La Prohibida, performer musicale spagnola
Intervengono: Colton Ford, Le Sorelle Marinetti, La Terremoto de Alcorcón
Ancora musica per la serata di chiusura, si passa dall'house di Colton Ford, un tuffo nel passato con Le
Sorelle Marinetti, all'allegria iberica della Terremoto de Alcorcón e di la Prohibida.
Chiude l’edizione numero 23 la proiezione fuori concorso di The Walker di Paul Schrader
(USA/UK, 2007). Carter Page III, oltre al nome aristocratico, svolge un lavoro tutt'altro che usuale.
Accompagna all'opera le ricche e annoiate signore dell'alta borghesia di Washington, mentre di notte gira nei
circoli omosessuali dove risulta essere un cliente abituale. La sua routine prevede la settimanale partita a
canasta, dove tiene compagnia a un gruppo di mature signore in cerca di forti emozioni. Quando una di loro,
Lynn, sposata a un senatore liberale, scopre che il suo amante è stato ucciso, chiederà immediatamente aiuto al suo non più giovane e aitante accompagnatore. Il gesto di amicizia di Carter, che rivendica il ritrovamento del corpo, alimenta una serie di guai che metterà a soqquadro la sua esistenza, fino a essere sospettato egli stesso dell'omicidio. Nel cast ci sono Willem Dafoe, Woody Harrelson, Kristin Scott Thomas, Lauren Bacall, Ned Beatt. Dal regista di American Gigolò (1980) e Mishima (1985).

LE SEZIONI DEL FESTIVAL:
CONCORSI INTERNAZIONALI
Tre sezioni competitive: lungometraggi, corti e documentari. Tre giurie internazionali (una per sezione)
assegnano il Premio Ottavio Mai al miglior lungometraggio e un premio alla miglior opera delle altre
sezioni. Per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.

PANORAMA
Tre sezioni non competitive (lunghi, corti e doc) con la più recente e interessante produzione in pellicola e in
video.

UN NUOVO PREMIO: “NUOVI SGUARDI”
La novità di quest’anno è il premio “Nuovi sguardi” assegnato dalla équipe di programmazione del festival
e destinato a un’opera, tra i lungometraggi di finzione e i documentari (già in concorso e nelle panoramiche),
per l’originalità del linguaggio, l’utilizzo di nuovi moduli, nuovi criteri, nuove formule nel raccontare la storia
per immagini.

LA RETROSPETTIVA: “j-ender: big bang love in Japan”
Una immersione inedita, nell'impero dei segni e dei sensi. Da Sodoma a Hollywood e NEO(N)EIGA
presentano per la prima volta in Europa una retrospettiva che percorre, lungo le trame del genere e dei
generi, la storia del cinema giapponese dagli anni 60 a oggi e di riflesso la cultura del Sol Levante. Dalla
libertà artistica e di costumi della cosiddetta nuberu bagu (la nouvelle vague giapponese) passando
attraverso il teatro tradizionale ed il soft core politico e spiazzante dei pinku eiga, il travestitismo e schegge
deliranti di cultura pop, fino ad arrivare ad Anime dove attraverso i cartoon viene aperto un mondo di
desideri e passioni che difficilmente potrete trovare altrove. Il cinema si fa lente capace di avvicinare il nostro
sguardo di “osservatori distanti” a un Paese e a una cultura la cui complessità si svela negli infiniti paradigmi
della sua auto-rappresentazione.

GLI OMAGGI
A vent’anni dalla morte di Divine, icona per eccellenza del camp, scomparsa prematuramente a soli 43 anni
nel 1988 (e già omaggiata indirettamente con i film di John Waters nel 2005) il Festival la ricorda
attraverso l’immagine-regalo di Francesco Vezzoli e con la proiezione di un film di Paul Bartel, Lust in
the Dust (1985), dove appare in coppia con Tab Hunter: fu il loro più grande successo.
Sébastien Lifshitz: L’eterno road movie
Uno dei personaggi più interessanti del cinema contemporaneo francese, Sébastien Lifshitz, sarà a Torino
per raccontare le storie dei suoi film: quelle di giovani dal passato inquieto e alla continua ricerca
dell’equilibrio; quelle di giovani in fuga, protagonisti di road movie esistenziali pieni di spiritualità, ma anche
di fisicità, a volte unico mezzo d’espressione per il contatto umano. La gioventù, sradicata e ridotta a piccoli
frammenti di vita, diventa l’unico tempo possibile della manifestazione dell’Io e delle illusioni non
consolabili. Dai primi cortometraggi, tra cui Il faut que je l'aime (1996) e Les Corps ouverts (1998),
vincitore del premio Jean Vigo, fino a Presque rien (Quasi niente, 2000), uno dei film più amati dalla
comunita gay, e Wild Side (2004), titolo-omaggio ai drop-out di Lou Reed, una delle massime
rappresentazioni del cinema queer non rivendicato come genere ma come cinema d’appartenenza alla
totalità dei sentimenti.
Stanley Kwan: identità e desiderio
Documentario o fiction, la produzione di Stanley Kwan traccia un percorso unico e fondamentale nella
cinematografia di Hong Kong nei due decenni a cavallo dell’annessione alla Cina Popolare. I protagonisti dei
suoi film raccontano la Storia in chiave intima, ne vivono in prima persona le lacerazioni, ce la restituiscono
attraverso intarsi di storie personali. I corpi attraversano il passaggio del tempo e il mutamento delle città
(Hong Kong, Pechino, Shanghai), forti dell’antico sogno di preservare la bellezza e, per amore, infondono alle immagini la struggente magia del desiderio. La passione che alimenta il cinema di Stanley Kwan si insinua come una brezza leggera da una finestra socchiusa che silenziosa cresce, crea assuefazione e all’improvviso scardina gli equilibri precari dell’esistenza. Tra i film dell’omaggio, presentati a Torino dal regista stesso, Hold You Tight (1997), Lan yu (2001) e Everlasting Regret (2006).

Joe Oppedisano
Uno dei personaggi più interessanti del fashion world statunitense. Inizia la sua carriera come assistente di
Robert Bryan e si fa conoscere nell’ambiente lavorando per riviste come Vanity Fair, L’Uomo Vogue e
W. Ha vestito star come Ricky Martin e Carol King. Diventa famoso come fotografo sia nel campo della
moda, come collaboratore del New York Times Magazine e di Vibe, che dell’editoria gay, firmando
servizi regolarmente per BUTT, Gay Times, Pref e Männer Aktuell. I suoi lavori fotografici sono
pubblicati anche su prestigiosi volumi d’arte come Self Exposure (2005, Rizzoli) e History of
Photography 1840-2005. La sua ultima monografia, Testosterone (2006, Bruno Gmünder) è un bestseller
negli USA, dove è andata esaurita nel giro di poche settimane. Al Festival, Joe Oppedisano presenta i
suoi due ultimi lavori video: il videoclip That’s Me (2008), singolo dell’ultimo album di Colton Ford, ex
attore hard ora cantante dance di successo, anch’egli presente al Festival, e Knockout (2008), making of di
uno dei calendari più desiderati dalla comunità gay di tutto il mondo.

Parker Williams
Amato e desiderato da tutti i numerosi estimatori dei suoi film, prima solo attore ora anche regista, Parker
Williams, star dell’industria XXX americana e volto di case come Raging Stallions Studios, Falcon e
Titan sarà a Torino a presentare il suo lavoro d’esordio alla regia, Lube Job (2005), e la sua performance
d’attore nella commedia teatrale Cell Block Q. Dopo otto anni dall’inizio della sua carriera, e dopo gli studi
in campo cinematografico, insieme a Matthew Rush, sta creando una sua casa di produzione chiamata
Savage Monkey, dedicata all’intrattenimento e al cinema gay a 360 gradi.
MUSIC & MOVIE ICONS: Alaska, la Reina del Glam
Nel film Pepi, Luci, Bom y otras chicas del montón (Pepi, Luci, Bom e le altre ragazze del
mucchio, 1980) Olvido Gara interpreta la parte di una giovane artista che scarica una lluvia dorada, una
pioggia di pipì, sulla moglie masochista di un poliziotto. Una scena rimasta per sempre nella memoria del
cinema spagnolo e non. Olvido Gara, meglio conosciuta come Alaska, è l’enfant prodige della Movida
madrileña. Più tardi sarà considerata la musa del movimento. Nata in Messico, nel 1963 e trasferitasi a
Madrid nel 1973, a soli 15 anni fa parte del gruppo musicale Kaka de Luxe, dalle cui ceneri all’inizio degli
anni ‘80 nasce il gruppo Alaska y los Pegamoides. In quel periodo i bambini spagnoli ricorderanno
Alaska nella presentazione di gusto tutto gotico dell’innovativo programma pomeridiano per ragazzi La
Bola de Cristal (La sfera di cristallo), trasmesso dalla Televisión Española. Oggi insieme al compositore
Nacho Canut è la cantante del gruppo electro-pop Fangoria, figlio del gruppo Alaska y Dinarama. Il
loro ultimo disco, El extraño viaje, del 2006, ha scalato le classifiche spagnole. Il Festival vuole
ripercorrere la carriera di questa artista completa che, insieme ad Almodóvar, è una dei protagonisti
dell’epoca che meglio si è saputa adattare e reinventare nel post-Movida, come cantante, attrice,
presentatrice, imprenditrice e influente intellettuale.

EUROPA MON AMOUR: “Fantasmas do amor”
Un viaggio in Portogallo, terra di confine d’Europa, territorio d’amore e di desiderio imprigionato. La
scoperta di un cinema-garage, pre-almodovariano e fuori legge nei lavori di Óscar Alves, realizzati tra la
metà e la fine degli anni settanta; il cinema degli anni ottanta, con i film di Joaquim Pinto, tra cui Onde
Bate o Sol (1989) con Laura Morante, uno dei titoli più significativi della cinematografia portoghese queer,
e Una pedra no bolso (1988), uno dei più belli; i fiammeggianti ritratti notturni di Paulo Rocha nel suo
A Raíz do Coração (2000); fino a João Pedro Rodrigues, a Torino con O Fantasma (2000), uno dei
più amati-odiati dalla comunità gay, e Odete (2005). In collaborazione con Queer Lisboa.

CLASSICI & MODERNI: scelti da Giovanni Minerba
Poco o quasi mai visti; o forse troppo, ma mai abbastanza. Una selezione di 9 film, scelti tra i più belli, o
semplicemente per ricordi personali. Immagini sparse: a volte casuali, altre necessarie. Come quelle dei film
scelti per ricordare Philippe Noiret (Gli occhiali d’oro, 1987, di Giuliano Montaldo) o Michel Serrault
(La cage aux folles-Il vizietto, 1978, di Edouard Molinaro) entrambi scomparsi l’anno scorso. O ancora
Malanoche in versione restaurata (1986), il film d’esordio di Gus Van Sant e primo vincitore del Festival,
la poesia della Trilogia di Terence Davies (The Terence Davies Trilogy) fino al folgorante Madame
Satã (2002) di Karim Ainouz, davvero troppo poco visto.

VOICE OVER
La sezione, nata tre anni fa per promuovere il cinema più sperimentale, anti-narrativo e la video-arte, dà
spazio a una serie di artisti e registi di fama internazionale, del passato e del presente, il cui lavoro analizza i
vari aspetti e caratteri dell’identità queer.

Terence Koh: Uno dei giovani artisti più rappresentativi del panorama contemporaneo statunitense. Nella
sua breve carriera ha già raccolto numerose mostre personali nei più prestigiosi spazi museali del mondo tra
cui The Whitney Museum of American Art, The Royal Academy of Arts e Kunsthalle Zürich. Le
sue opere sono già presenti nelle più rappresentative collezioni di arte contemporanea, pubbliche e private,
come ad esempio quella di Charles Saatchi. Il Festival rende omaggio a Terence Koh, con il supporto della
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, presentando God (2007), che si può considerare un vero e
proprio film-manifesto di tutta la poetica dell’artista, sempre in bilico tra una forte sensibilità decadente e
l’estetica della contro-cultura giovanile.

Guy Maddin: Con il suo progetto intitolato Workbooks, il regista canadese offre piccole perle di bellezza
cinematografica attraverso una serie di cortometraggi ricchi di spunti estetici e melodramma.

Vincent Dieutre: L’ultimo film di Vincent Dieutre, Después de la revolución (2007), sarà presentato
a Torino dal regista stesso: video-diario di un viaggio in Argentina tra ricordo e desiderio.

Patrick Carpentier: Uno dei registi più promettenti di oggi, torna al Festival a presentare due video
d’esordio e i primi due capitoli della trilogia L’Irrégularité de la déchirure, dopo averne presentato il
terzo, Combat, in concorso, nel 2006.

Peter de Rome: Un particolare omaggio viene reso a Peter De Rome, con la presentazione dei suoi The
Erotic Films (1969-1972). Immagini in Super 8 dove convivono arte ed erotismo, i piccoli film di Peter De
Rome, acclamati dalla critica e apprezzati da importanti personaggi come Andy Warhol e William
Burroughs, sono ancora oggi considerati una vera e propria rarità.

Due programmi speciali: Die Young Stay Pretty e Lovett/Codagnone: A Personal Shout
Il primo programma video indaga le inquietudini e l’estetica del mondo giovanile. Gli spunti arrivano dalla
musica con tra gli altri il videoclip Elvis (2007) dei These New Puritans, pupilli del fashion designer della
maison Dior, Hedi Slimane; dall’arte con Bruce LaBruce e Slava Mogutin; dal cinema con Pascale
Robitaille, giovane cineasta canadese che si è fatto conoscere in numerosi festival internazionali con il suo
Dogme 41: Lonely Child, primo film canadese realizzato secondo le regole del manifesto Dogma 95 di

Lars von Trier, che al Festival presenterà in anteprima il suo ultimo lavoro Le Gout de néant (2007) e
una piccola selezione di cortometraggi.

John Lovett e Alessandro Codagnone, il duo italo-americano già omaggiato al Festival nella passata
edizione, sono quest’anno invitati come curatori a presentare una selezione di video. Il programma, dal titolo
A Personal Shout, include tra gli altri lavori di artisti come Shahryar Nashat, Glen Fogel, Monica
Bonvicini e Assume Vivid Astro Focus.

Compagne di scuola
Un excursus da Mädchen in Uniform (1931) di Leontine Sagan a Naissance des pieuvres (2007) di
Céline Sciamma sul visitatissimo tema letterario e cinematografico dell'amore che sboccia tra le mura di
scuola. Al suo interno, e introdotto dal documentario It's Still Elementary di Debra Chasnoff e Johnny
Simons, sarà organizzato un workshop per educatori e insegnanti impegnati ad affrontare le tematiche
LGBTQ nelle scuole. Alcuni titoli: Olivia (Jaqueline Audry, 1951), The Children's Hour (William Wyler,
1961), Loving Annabelle (Katherine Brooks, 2006).

Jodie: un'icona
Una serata dedicata al talento di Jodie Foster, attrice capace da sempre di incarnare un'icona lesbica pur non avendo mai interpretato film a esplicita tematica. Il documentario di Pratibha Parmar Jodie: An Icon
racconta come questo sia avvenuto nel corso di più di trent’anni di carriera. Hotel New Hampshire di
Toni Richardson, maestro del Free Cinema inglese, è a torto uno dei titoli meno noti in Italia e mostra una
giovane Jodie ben disposta a giocare con l'identità queer.

UN PREMIO SPECIALE a Andrea Sperling, produttrice Usa
Dopo Andrea Occhipinti, Paul Vecchiali e Lino Banfi, il Premio Speciale del Festival va ad altre due
personalità importanti nella produzione del cinema glbt mondiale: all’americana Andrea Sperling,
produttrice di circa trenta tra lungo e cortometraggi, molti dei quali a tematica glbt, che ha iniziato la sua
carriera con i primi due film di Gregg Araki, The Living End (1992), e Totally F***ed Up (1993).
Recentemente ha prodotto, tra gli altri, D.E.B.S (2004) di Angela Robinson e l’anno scorso, Itty Bitty
Titty Committee, firmato da Jamie Babbit, sua compagna di vita. In occasione della consegna del
premio, il Festival ripropone But I'm a Cheerleader (1999), il primo successo di pubblico diretto da Jamie
Babbit, entrambe presenti a Torino.

Segnalo la presentazione integrale di Giovanni Minerba augurando tanta voglia di futuro al festival e a tutt* quell* che si battono per i diritti civili (by Silvia Berruto)

23° “Da Sodoma a Hollywood
Torino GLBT Film Festival
17/25 Aprile 2008
Anche per questo, siamo ancora qui.
Mi chiedo da anni, e ogni anno ho resistito e reagito all’affievolimento dell’impulso
sovversivo che diede vita a questo Festival, impulso che tendeva a ricondurre ad una
dimensione culturale, armonica e artistica le battaglie per un rafforzamento della coscienza
politica e la rivendicazione di un amore civile.
La luce su uno schermo, il buio in una sala, la finzione che si mescola alla realtà nel
raccontarla, riannodarla, ricostruirla. L’emozione e l’indifferenza, possono aiutare ad
architettare una società più giusta, più libera, più moderna, più attenta?
Possono rivendicare leggi che tutelino e garantiscano le istanze e i diritti di persone
soggette a discriminazioni a causa della propria identità di genere e orientamento
sessuale?
Possono premere per l’adozione di atti legislativi in materia di prevenzione e contrasto
della discriminazione e della violenza omofobica?
Possono esigere istituti giuridici che riconoscano e tutelino forme di unione familiare
diverse da quella fondata sul matrimonio?
Possono accendere in tanti giovani disorientati la scintilla di un varco oltre la solitudine e
la tristezza di relazioni ostracizzate, oltre i baci e gli abbracci che non si possono dare, oltre
le parole che non si possono dire, oltre le cose che non si possono fare?
La risposta è: potrebbe essere si ma è ancora no. Le risposte sono: ancora no.
Per questo, siamo ancora qui. Perché vogliamo fermamente credere che un giorno la
risposta possa essere solo si, e quel si, pur se per una parte infinitesimale e indefinibile, sia
stato possibile anche grazie alla nostra faticosa e gioiosa testimonianza.
Poiché ciò che oggi non abbiamo ma vogliamo, altrove in Europa e oltre, già esiste e ha
reso concrete e disponibili aspirazioni inclusive e laiche, abbattendo steccati e mentalità
primitive e sorde.
Perchè da chi celebra nelle proprie scritture la sacralità della fratellanza e della primaria
attenzione dovuta a chi ha più bisogno, sono venuti e verranno gli anatemi offensivi e
umilianti.
Questo festival è nato e cresciuto coltivando il desiderio di diventare un luogo aperto e
disponibile di scambio, di confronto, di contaminazione e rispetto. Di Amore per il diverso
e per l’uguale. Le sue proposte sono state generate dal cuore ma anche dallo spirito, dalla
sapienza ma anche dalla trasgressione, dalla ricerca ma anche dall’occasionalità.
E non avrebbe potuto essere diversamente grazie alla generosità del pubblico e della
critica, di chi vi ha concretamente investito con importanti contributi economici e
operativi, di chi ci ha lavorato, anche e soprattutto a titolo volontario.
Non riesco a dominare e reprimere del tutto l’amarezza per chi, avendone avuti possibilità
e privilegi, ha scelto di non esporsi. Di non essere compagno e ospite in questo progetto,
condividendone la strada tortuosa, aspra e insidiosa, oppure la magnificenza di quel fascio
di luce che con complicità non fa altro che proporci emozioni; quelle che cercava e ci dava
Ottavio.
Ma conoscere il volto, il nome dell’antagonista è uno dei maggiori stimoli a continuare,
senza soste ne sconti, a proporrre la consolazione della magia del Cinema.
Giovanni Minerba

A cura di Silvia Berruto