03 aprile 2008

Locri 1° marzo 2008. L'Appello di Vincenzo Linarello. Per-orazione per la Libertà, la democrazia e per il bene comune

Locri 1° marzo 2008.
Vincenzo Linarello, presidente di GOEL e portavoce di "Comunità Libere", quando prende la parola dice dell'eccezionalità di questa giornata storica che segna liberamente l'inizio di un corso nuovo. Dichiara la sua mission ovvero il tentativo di esprimere il pensiero e l'idea di chi ha raccolto e ha portato avanti questa alleanza.
"Centinaia di persone sono partite da tutta Italia e da tutta la Calabria: non è vero che non ci sono i Calabresi. Ci sono e sono tanti! Pagando di tasca propria: viaggio, vitto e alloggio: un viaggio spesso lungo e faticoso. Non sono cose da poco queste. Il 1° marzo è stato costruito da enti e da persone che hanno sottoscritto l'Alleanza lanciata dalla Locride mentre Linarello lamenta "il silenzio della maggior parte dei media di livello nazionale" tranne gli organi di informazione che da sempre accompagnano e seguono le vicende della Locride e della 'ndrangheta". Hanno seguito la manifestazione tra le altre Calabria Channel, Arcoiris, Telemia e Radio Libera.
Linarello continua affermando che il 1° marzo è stato finanziato dagli enti che compongono la cabina di regia nazionale e regionale. "Non abbiamo chiesto nulla a nessuno: né sponsorizzazioni, né finanziamenti. Il successo di questa manifestazione è il segno evidente del potere della coscienza. Questa mobilitazione non è frutto di un potere di mezzi o di strutture organizzative: l'unico potere che l'ha determinata è l'autorevolezza di un percorso in cui abbiamo cercato di fare ciò che diciamo e di dire ciò che facciamo." Gli organizzatori hanno fatto "appello" alla coscienza della gente e la gente ha risposto perché "la coscienza ha un potere grandissimo nella storia: un potere che nessuna struttura di morte può prevaricare e sedare" afferma con determinazione Vincenzo che racconta del cammino di speranza che molti calabresi hanno iniziato a fare, non solo nella Locride, "convinti che è possibile voltar pagina nella nostra regione. Abbiamo anche iniziato a riflettere, ad analizzare, a decodificare l'oppressione in cui eravamo immersi. Abbiamo capito che il mancato sviluppo della nostra regione non era frutto del caso ma era determinato da un sistema intelligente che produceva precarietà. Abbiamo capito che a governare questo sistema di precarietà sono la 'ndrangheta e le massonerie deviate. Ci siamo resi conto che esiste un preciso meccanismo di controllo sociale." La 'ndrangheta e le massonerie deviate, infatti, collocano i loro uomini nei posti dove la gente deve passare per soddisfare i propri bisogni quotidiani. Per ottenere un prestito, un posto di lavoro, cure sanitarie "dignitose" bisogna rivolgersi a "loro" che in cambio, tra le altre cose, chiedono il conferimento del voto personale e della famiglia.
Vincenzo Linarello in una lucida per-orazione si è rivolto agli 'ndranghetisti, ai politici, ai massoni deviati, agli elettori, al popolo calabrese, alla gente venuta da altre regioni, alle imprese e alla cooperazione chiedendo a tutti un impegno preciso.
Agli 'ndranghetisti Vincenzo ha chiesto di allontanarsi dall'illusione e dalla menzogna chiamata "onorata società". Ha ricordato che il 90% delle ricchezze della 'ndrangheta è nelle mani di solo il 10% degli affiliati e ha aggiunto che "noi vi abbiamo dimostrato che mettendosi insieme un lavoro lo si può creare e ci si può anche difendere da chi vuole calpestare i nostri diritti, rimanendo onesti, camminando a testa alta, con fierezza, senza entrare nella 'ndrangheta."
Ai politici e ai massoni deviati che alimentano il sistema di clientelismo e di apparentamemto con la 'ndrangheta per avere consenso e successo elettorale Linarello ha ricordato che la 'ndrangheta non si
lascia utilizzare e che a poco a poco oltre a perdere il controllo si arriva progressivamente a non contar più nulla. Ha suggerito loro di far fede nei giovani che sanno indicare soluzioni "geniali" efficaci e di successo.
Agli elettori ha chiesto di seguire il decalogo apposto sul segno iniziale della manifestazione: IO VOTO LIBERO.
Al popolo calabrese ha detto con forza "Siate fieri di essere calabresi" e sullo sfondo di un applauso scrosciante Linarello ha affermato: "Oggi, come potete vedere, l'Italia intera ci guarda con speranza perché riconoscono che siamo coraggiosi …Non siamo più i "tamarri", non siamo più i "terroni" non siamo più gli omertosi. Siamo l'avanguardia della libertà e della democrazia in Italia, siamo un popolo valoroso che lotta per il proprio futuro a nome di tutta l'Italia".
E il richiamo al dover essere all'altezza di questa responsabilità è calato nella complessità del vivere e del dolore che si è stratificato in anni di marginalità e di insignificanze. È difficile sperare in questo sogno di cambiamento ma "le donne straordinarie di questa terra aiutino noi uomini a sperare quando la nostra insensata concretezza non ci permetterà di farlo. Mettersi insieme subito e abbandonare le insensate contese, le invidie, e le gelosie è la via vincente secondo Vincenzo in cui "il successo di uno sia la gioia di tutti."
Alla gente delle altre regioni Linarello ha chiesto "alleanza" non solo solidarietà. "Il momento storico è serio, siamo ad una svolta: o si costruisce una democrazia vera, riportandola nelle comunità, tra la gente, o la 'ndrangheta, le mafie, la massonerie deviate, le holding economiche e finanziarie occuperanno gli spazi che noi lasceremo vuoti e il destino dell'Italia lo si gioca ora. L'alleanza con noi, dunque, non implica solo la mobilitazione quando siamo colpiti, implica che voi vi dobbiate riappropriare del vostro territorio."
Al mondo della cooperazione e a tutte le imprese profit ha chiesto di combattere la 'ndrangheta lottando per un'autentica libertà di mercato in cui ci sia libertà di competere, di concorrere, di abbassare le barriere all'ingresso. "Oggi la 'ndrangheta immette 50 miliardi di euro all'anno nel mercato italiano sono capaci di avvelenare tutta l'economia italiana se non saremo capaci di ritornare alle comunità. E questo è l'augurio che faccio alla cooperazione. Ritorniamo alle comunità locali!"
Infine alla comunità calabrese Vincenzo ha indicato la necessità di ripartire dalle comunità e dal mutualismo cooperativo in un circuito in cui il controllo sia assicurato. La comunità locale calabrese utilizzerà il mutualismo cooperativo e con l'aiuto dell'alleanza creatasi in Italia costruirà un tessuto mutualistico per aiutare la gente a rispondere ai propri bisogni senza dover dire grazie a nessuno.
La manifestazione ha detto "È un punto di partenza, non di arrivo, per raggiungere obiettivi concreti.
"Se rimarremo fedeli alla gente, alle comunità locali, ai senza appartenenza esprimendo le loro, e non le nostre, istanze, se innaffieremo la concretezza quotidiana con il sudore dell'intelligenza, allora io vi garantisco che questa terrà risorgerà.
Senza vincitori, né vinti.
Allora io vi assicuro che la Calabria cambierà davvero.
Tornerà ad essere il giardino che Dio ha sempre pensato e sognato".

Silvia Berruto

pubblicato sul sito e sulla newsletter del Centro Studi Sereno Regis
2008/14 del 3 aprile 2008