25 febbraio 2008

"Figlie dell'Islam. La rivoluzione pacifica delle donne musulmane". Della giornalista Lilli Gruber

"Figlie dell'Islam. La rivoluzione pacifica delle donne musulmane"
Della giornalista Lilli Gruber
L'interpretazione, o meglio le re-interpretazione, del Corano e della sharia dalla parte delle donne musulmane, è la chiave di volta per la loro emancipazione, secondo la visione della giornalista Lilli Gruber.
"Figlie dell'Islam" è "un viaggio-reportage, come ne ho fatti, ne ho scritti altri, in un universo segreto per la maggior parte di noi, un mondo - quello delle donne musulmane, dell'Islam - che viene visto, purtroppo, troppo spesso, attraverso gli stereotipi, i luoghi comuni" dice Lilli Gruber del suo ultimo libro che ha presentato il 5 febbraio scorso all'Espace Populaire di Aosta.
Colpisce della giornalista, ma prima ancora della donna, la nonviolenza con cui esprime il suo punto di vista, l'accortezza e l'eleganza speculativa permeate, talvolta, da una sottile venatura di pacata ironia con cui approfondisce ogni dettaglio del suo narrare e porta l'ascoltatore fin dentro all'anima e alla complessità dei fatti. Ma c'è spazio anche per la poesia, alta, nello stile oratorio della giornalista in cui non c'è posto per la banalità violenta di affondi gratuiti, dove l'ironia è provocazione, intellettualmente onesta e appropriata, che induce sempre alla riflessione.
La misura è la cifra stilistica dell'analisi e della dialettica della giornalista, mai mero esercizio di stile, sempre appassionata tensione all'impegno civile. Dopo l'11 settembre, sostiene la giornalista, tutto quello che ha a che fare con l'Islam "ci fa paura. Prima degli attacchi alle torri gemelle la maggioranza di noi poco sapeva di questa religione, di chi ci crede, di chi si batte per divulgarla, di chi addirittura si batte ed è pronto a morire. Ma non è pronto a morire per l'Islam: perché ricordatevi che il cosiddetto scontro di civiltà che viene paventato sempre più spesso, oggi, in realtà non ha molto a che fare con le religioni ma con le scelte politiche." Il motivo per tornare a scrivere del mondo islamico "è perché proprio credo che abbiamo il dovere di conoscerlo meglio".
Lilli Gruber parla al plurale, usa il "noi" includendo sempre se stessa all'interno del processo di acculturazione verso il mondo islamico che ritiene necessario "perché, in fondo, l'Islam ce l'abbiamo già dentro casa: attraverso i tanti immigrati musulmani che vivono e lavorano nel nostro paese, nelle nostre città… nei nostri paesi …"
A questo punto l'onestà intellettuale di Lilli Gruber raggiunge l'acme. "E … devo dire che, nonostante io… abbia pensato e creduto di … conoscerlo (l'Islam, ndr) già molto bene ho avuto molte sorprese. Soprattutto in un paese come l'Arabia Saudita, dove, come forse voi sapete, … le donne non hanno il diritto di guidare le automobili e, persino lì, ci sono delle donne che si battono per i loro diritti e quindi per i diritti democratici di tutti. Io sono partita da un assunto, come si suol dire. Sono partita dal presupposto, e ne sono convinta, io, ma ovviamente non solo io perché sennò varrebbe ben poco … sono convinta che oggi siano le donne il vero motore del cambiamento delle società islamiche. Le donne che, tutti i giorni, fanno le loro piccole grandi battaglie, per sé, per i diritti delle donne e quindi per i diritti democratici di tutti."
Quasi tutte le società musulmane non sono democratiche afferma la giornalista e nel mondo arabo, dei ventidue paesi che fanno parte della lega araba, forse solo il Libano è una "sorta di democrazia simile alla nostra" anche se ormai in equilibrio instabile e in una permanente situazione di destabilizzazione.
Le donne musulmane quindi "fanno una battaglia doppia, tripla perché si battono contro delle società prevalentemente patriarcali e arcaiche e si battono contro dei regimi che hanno il controllo dei loro paesi e, ovviamente, quando parliamo di regime, parliamo di un sistema che non garantisce né il diritto di espressione, né il diritto di parola, né il diritto al dissenso pubblico. Ho un grandissimo rispetto per queste donne musulmane che fanno … fanno veramente una lotta che noi, dico noi, tra virgolette, in occidente forse ci siamo un po' dimenticate. In fondo se ci pensate bene in Italia, se guardate il dibattito di queste settimane, è abbastanza sconcertante che sulla legge 194, la legge sull'interruzione della gravidanza, in fondo le voci femminili siano quasi assenti. E forse, come spesso accade, ci siamo sedute un po' sugli allori, abbiamo pensato che un diritto che hai acquisito lo hai acquisito per sempre."
Ci sono tante cose da imparare dalle donne musulmane che si battono per la loro emancipazione. La battaglia delle donne musulmane, bisogna saperlo, capirlo e accettarlo, e Lilli Gruber ci invita e ci aiuta a coscientizzare questo importante passaggio culturale, nella maggior parte dei casi viene fatta nel rispetto dei precetti della loro religione, dell'Islam, e l'arma imbracciata per la lotta femminista è quella del Corano: le donne cercano di reinterpretare il testo sacro dell'Islam "dalla parte delle donne" e alla luce dei tempi che cambiano.

Silvia Berruto