19 aprile 2008

1 marzo 2008. In viaggio verso Locri.Intervista a Johnny Dotti, presidente di CGM Welfare Italia

1 marzo 2008. In viaggio verso Locri
Intervista a Johnny Dotti, presidente di CGM Welfare Italia

1 marzo 2008.
Siamo in tredici dalla Valle d'Aosta e ci troviamo insieme ad altri cooperatori italiani su un bus che da Lamezia Terme ci sta portando a Locri.
Stiamo andando alla manifestazione nazionale contro la 'ndrangheta organizzata a Locri per il 1 marzo 2008.
Con noi c'è Johnny Dotti a cui rivolgo alcune domande.

S.B.: Johhny quali sono le motivazioni per le quali i cooperatori sociali, provenienti da molte parti d'Italia, saranno oggi a Locri ?

J.D. - Ci sono motivazioni molto semplici che sono legate al fatto che il promotore di questa giornata è uno dei consorzi di CGM, il consorzio GOEL, e anche la rete dei consorzi, sempre di CGM, che stanno in Calabria che è Calabria Welfare. Questa è, se vuoi, la motivazione più semplice. Credo che questo sia un pezzo della nostra storia. Noi abbiamo sempre fatto politica lavorando nel quotidiano. Ogni tanto il lavoro nel quotidiano diventa un evento che dura poco tempo ma che ha dentro tanti significati come qui la democrazia, la giustizia, la libertà, che qui sono temi di sopravvivenza.

S.B. - Quante persone si stima saranno presenti alla manifestazione?

J.D. - Io dico che saremo tra i 3000 e 5000. Ieri sera, alla veglia, ci saranno state 600/700 persone. Ieri sera c'è stata una veglia ecumenica (Veglia di preghiera ecumenica per la Democrazia e la Libertà in Calabria preso la Chiesa di Santa Maria di Portosalvo, ndr) con un padre ortodosso, un pastore protestante, un pastore valdese e il parroco di Siderno. È stato un momento molto bello.

S.B. - Che cosa puoi dire sullo "spostamento" di Monsignor Giancarlo Bregantini?

J.D.- Conoscendo un po' la Calabria - da nordista, ma la conosco da quindici anni e ci vengo abbastanza frequentemente; poi con Vincenzo in consiglio di amministrazione in questi anni è aumentata la rete in Calabria - sicuramente c'è chi ha lavorato perché andasse così. Poi tutto ciò si può interpretare come spirito santo. E' un dato ermeneutico interpretativo però quello dello spirito santo, non è un'intenzione che parte dalle comunità. Traduco. I contesti istituzionali in Calabria sono veramente contesti a rischio dal punto di vista della libertà di decisione rispetto al bene comune: tutti i contesti istituzionali, anche la chiesa. Dopodiché credo, per come conosco Giancarlo, abbia fatto bene a viverlo (lo spostamento, ndr) con uno spirito, come ha detto alla convention (di Riva del Garda del novembre scorso, ndr), "di potatura", ovvero come si pota l'albero perché cresca più forte. Forse le cose si potevano fare con un po' più di … con una potatura più tranquilla e non così radicale".

S.B. - Come può la cooperazione sociale "tagliare" il sistema mafioso secondo te?

J.D. - Innanzitutto con un gesto di umiltà dicendo a se stessa che non può farlo da sola. L'umiltà aiuta, in questi casi, chiamando, come oggi, a raccolta tante forze. Non giocando al super protagonista ma giocando a chi, su un tema, è capace di coinvolgere altre forze: imprenditoriali, sociali, istituzionali, politiche. La seconda cosa, anche questa ha a che fare con l'umiltà, nel senso forte del termine, facendo bene le cose che deve fare. Spesso lo dico a Vincenzo: la partita la vinciamo se il consorzio GOEL diventa un'impresa significativa che sta in piedi economicamente, che sta in piedi dal punto di vista delle competenze, delle cose che dichiara, delle cose che fa. Ma non per fare l'economicista ma perché qui libertà economica vuol dire libertà di pensiero.

S.B. - Ci sono numerose adesioni alla manifestazione?

J.D. - Ha aderito Libera, Confcooperative, Federsolidarietà, Legacoop, Greenpeace Italia, le ACLI, la CGIL Emilia Romagna, VITA. Adesioni anche molto diverse tra di loro … la Conferenza ecumenica delle chiese. Credo che dal punto di vista della simpatia ha funzionato. Bisogna capire se la simpatia diventa un' "alleanza" che regge nel tempo, cioè che ha a che fare anche col lunedì, col martedì, col mercoledì e col giovedì e non solo col sabato (giorno della manifestazione del 1 marzo 2008, ndr)

S.B. - Qual è il ruolo delle donne nella cooperazione al sud.

J.D. - È molto importante. Parto dal consiglio di amministrazione di CGM: la Campania esprime una donna, la Puglia esprime una donna, la Sicilia esprime una donna, la Sardegna esprime una donna. Questo è quello che vediamo. Quel che vedo è che sempre più le donne qui sono importanti. Ma anche probabilmente perché in quel quotidiano riescono a ritagliare degli spazi di creatività e di novità che i maschi invece, più legati allo status e alle istituzioni, fanno più fatica a generare.

S.B. - Quale futuro allora per la cooperazione al sud a partire da oggi, qui da Locri?

J.D. - Credo che la speranza non debba mai essere un'illusione. Sperare per me oggi vuol dire vedere che dentro un invisibile ci sono già tante cose buone e dargli una possibilità di tenuta nel tempo. Bisogna avere il senso del tempo e allora la domanda è "che cosa ne sarà della Calabria nel 2018 ? e cosa i cooperatori sociali e le cooperative sociali CGM si impegnano a fare per il 2018, non per domani mattina ? Come si fanno dieci anni di cammino. Ricordo solo che il Consorzio GOEL viene anche da un lavoro di sviluppo di CGM che è partito nel 1995. Siamo a tredici anni dopo. E siamo qui! Le reciprocità si sono dimostrate vincenti e importanti in questi anni: ci sono consorzi e cooperative che trovano dentro la loro attività degli scambi reali, non solo di passione e di simpatia, ma ci sono anche concreti fatti di azioni imprenditoriali, di formazione, di partecipazione comune a cose. E l'invito è a guardare sempre fuori da Aosta. Il sud ha molto bisogno di gente del nord che ha voglia non di venire solo ad insegnare ma ha voglia di venire anche ad imparare, ha voglia di fare delle cose assieme.
Credo che la sfida vera qua è che la cooperazione è un soggetto economico rilevante. Il destino della cooperazione sociale sarà vincente se vincerà la sfida dell'economia qui. Dalle nostre parti la cooperazione sociale è un pezzo di welfare, qui la cooperazione sociale, quando funziona, è un pezzo di struttura economica reale. Le cooperative di inserimento lavorativo qui hanno il problema di tassi di disoccupazione, "normale", del 40% - 50%. Quando ci si mette a fare una cooperativa di tipo A o un consorzio e si attivano servizi nuovi immediatamente si diventa una delle prime aziende del territorio con tutto ciò che significa diventare un'azienda leader in questi territori.

S.B. - Il percorso nella legalità e attraverso la legalità come lo vincerà la cooperazione sociale.

J.D. - Facendo, paradossalmente, sempre più cooperazione, ma non solo cooperative in termini di partita iva, coinvolgendo altri in attività concrete e in orizzonti di visione.

Silvia Berruto