COMUNICATO STAMPA TDU_30.06.2009_ ore 15,30
Comunicato stampa
Al passaggio di consegne “manca” la Proges
Le coop valdostane: non siamo responsabili di eventuali disservizi agli utenti
Le coop valdostane: non siamo responsabili di eventuali disservizi agli utenti
Aosta, 30 giugno 2009
Con l’obiettivo di garantire un adeguato livello di assistenza e un passaggio di informazioni utili a mantenere la continuità dei servizi sociali agli anziani fino ad oggi gestiti dal Consorzio Trait d’union ieri, lunedì 29 giugno, le parti interessate (Pro.Ges, Trait d’Union, Assessorato ai servizi sociali e le organizzazioni sindacali) hanno sottoscritto un accordo i cui contenuti sono stati veicolati in un comunicato stampa del Comune di Aosta.
A questo proposito, con chiaro riferimento ai punti contenuti nell’accordo, il Consorzio Trait d’Union vuole mettere al corrente la stampa delle seguenti “inadempienze” della Proges.
La cooperativa parmense non si è presentata con il suo referente all’incontro fissato alle ore 10 presso l’Assessorato ai servizi sociali. Riprogrammato per le 14 l’incontro ha registrato la presenza dei 5 coordinatori e del coordinatore generale del Trait d’Union e di due soli rappresentanti della cooperativa di Parma.
Gli stessi due rappresentanti della Pro.Ges al momento sono riusciti a fare una breve visita solo a 2 della 4 strutture per gli anziani la cui gestione è inserita nell’appalto. Ad aspettarli nelle stesse sono presenti come previsto dall’accordo, i coordinatori di Trait d’Union.
Visto la notevole difficoltà della Pro.Ges a rispettare tale accordo sottoscritto solo ieri alla presenza dei sindacati e delle istituzioni, i rappresentanti del Trait d’Union si interrogano seriamente su come sia possibile avviare un servizio così delicato senza avere le minime informazioni necessarie per non generare disagi all’utenza. Si chiedono anche come sia possibile fornire informazioni mirate e puntuali su 300 utenti nelle tre ore di riunione previste. In assenza di un numero congruo di coordinatori come faranno i nuovi assistenti ad intervenire in modo appropriato?
Ad un giorno dall’inizio del servizio la Pro.Ges, infatti, non dispone dei 5 coordinatori del Servizio di Assistenza Domiciliare, come previsto dal contratto, risorse umane indispensabili per poter realizzare il servizio. Tale situazione è ancora più grave se si aggiunge che sono ben 76 i lavoratori delle cooperative del Trait d'Union che hanno deciso di rimanere nelle proprie cooperative di appartenenza.
“Per noi è evidente come i nostri anziani e disabili siano a forte rischio di disservizi anche pesanti. Ci assumiamo l’onere di segnalare questa situazione molto rischiosa e vogliamo sia chiaro che i disservizi che da domani potranno crearsi non dipendono certo dalla nostra organizzazione.Trait d’Union era infatti disponibile a passare tutte le informazioni necessarie e utili per permettere alla cooperativa subentrante di poter operare al meglio. Il problema è che è mancato l’interlocutore. Un’impresa, questa, che ha dichiarato e comunicato per iscritto, in sede di gara, di possedere un numero adeguato di figure professionali, indicate nominativamente, elenco che in sede di valutazione è stato considerato addirittura “migliorativo” da parte della commissione”.
A questo proposito, con chiaro riferimento ai punti contenuti nell’accordo, il Consorzio Trait d’Union vuole mettere al corrente la stampa delle seguenti “inadempienze” della Proges.
La cooperativa parmense non si è presentata con il suo referente all’incontro fissato alle ore 10 presso l’Assessorato ai servizi sociali. Riprogrammato per le 14 l’incontro ha registrato la presenza dei 5 coordinatori e del coordinatore generale del Trait d’Union e di due soli rappresentanti della cooperativa di Parma.
Gli stessi due rappresentanti della Pro.Ges al momento sono riusciti a fare una breve visita solo a 2 della 4 strutture per gli anziani la cui gestione è inserita nell’appalto. Ad aspettarli nelle stesse sono presenti come previsto dall’accordo, i coordinatori di Trait d’Union.
Visto la notevole difficoltà della Pro.Ges a rispettare tale accordo sottoscritto solo ieri alla presenza dei sindacati e delle istituzioni, i rappresentanti del Trait d’Union si interrogano seriamente su come sia possibile avviare un servizio così delicato senza avere le minime informazioni necessarie per non generare disagi all’utenza. Si chiedono anche come sia possibile fornire informazioni mirate e puntuali su 300 utenti nelle tre ore di riunione previste. In assenza di un numero congruo di coordinatori come faranno i nuovi assistenti ad intervenire in modo appropriato?
Ad un giorno dall’inizio del servizio la Pro.Ges, infatti, non dispone dei 5 coordinatori del Servizio di Assistenza Domiciliare, come previsto dal contratto, risorse umane indispensabili per poter realizzare il servizio. Tale situazione è ancora più grave se si aggiunge che sono ben 76 i lavoratori delle cooperative del Trait d'Union che hanno deciso di rimanere nelle proprie cooperative di appartenenza.
“Per noi è evidente come i nostri anziani e disabili siano a forte rischio di disservizi anche pesanti. Ci assumiamo l’onere di segnalare questa situazione molto rischiosa e vogliamo sia chiaro che i disservizi che da domani potranno crearsi non dipendono certo dalla nostra organizzazione.Trait d’Union era infatti disponibile a passare tutte le informazioni necessarie e utili per permettere alla cooperativa subentrante di poter operare al meglio. Il problema è che è mancato l’interlocutore. Un’impresa, questa, che ha dichiarato e comunicato per iscritto, in sede di gara, di possedere un numero adeguato di figure professionali, indicate nominativamente, elenco che in sede di valutazione è stato considerato addirittura “migliorativo” da parte della commissione”.
NG/09
4 Comments:
...che dire della vicenda che leggiamo da giorni sui giornali relativa all'appalto per i servizi di assistenza agli anziani vinto dalla coop. Proges di Parma e delle conseguenti azioni dei vertici del Consorzio Trait d'Union per protestare contro l'esito di tale gara?
Leggendo i giornali, a me sembra di aver capito:
1) C'è stata una gara d'appalto - fino a prova contraria, regolare - di cui una Cooperativa sociale di fuori valle è risultata vincitrice;
2) Una delle Imprese locali "sconfitte" - il Consorzio Trait d'Union, fino ad oggi gestore dei servizi in questione - ritiene evidentemente di essere stata defraudata di qualcosa;
3) La stessa Impresa invoca un "accesso agli atti immediato", senza neanche attendere i tempi tecnici per la loro produzione, lasciando intendere la possibilità di complotti ai suoi danni che un elegante assessore della giunta comunale si preoccupa - via SMS, potenza delle nuove tecnologie! - di esplicitare: "...tutta colpa dei rossi!";
4) il Consorzio - con atteggiamento vagamente ricattatorio - afferma che, se l'esito della gara venisse ufficialmente confermato, "...si metterebbero a rischio venti anni di cooperazione in Valle..";
5) Sempre il Consorzio Trait d'Union chiama alla lotta - manifestando una vocazione "barricadera" fino ad oggi insospettabile - i propri lavoratori , non prima di aver fatto crocifiggere, sempre dai propri lavoratori, il povero delegato CGIL - un altro "rosso"- reo di essere stato troppo "solerte" nello svolgere il proprio compito di difesa dei posti di lavoro in gioco;
Ora mi chiedo:
1) Come mai questi sedicenti "vertici aziendali" valdostani, che tromboneggiano spesso e volentieri dalle colonne dei giornali del loro "fare impresa" e del loro "stare sul mercato", ogniqualvolta le regole dello stesso mercato da loro incensato non risultano a loro favore, vagheggiano interventi vagamente protezionistici a sostegno dei loro "legami con il territorio"?
2) Come mai queste imprese non si affacciano mai dal muro di Carema, preferendo di gran lunga rimanere al calduccio delle protezioni locali?
3) Non risiederà in questi atteggiamenti il "cuore" - economico e produttivo - di una tendenza parossistica alla tutela della specificità valdotaine che oggi appare quanto mai fuori luogo??
cara rosa,se tu avessi partecipato alla manifestazione, avresti visto che non vi è stata imposizione dall'alto sui lavoratori - e soci-, o "toni ricattatori". anche nei confronti del sindacato, quel giorno, non vi è stata accusa, bensi un capire che da parte sua vi era stato, giustamente, un pensare prima ai posti di lavoro, com'è suo compito. sempre quel giorno, erano presenti in segno di solidarietà le cooperative del territorio di biella. secondo la tua logica, allora, bisognerà spostarsi per fare le scarpe a loro...
come simpatizzante vi dico.. tenete duro, perchè le vostre voci contano se sono tante, e tutte assieme. coraggio, puo' fare paura rimanere oggi giorno nell'incerto per il proprio lavoro, ma in certe situazioni servono la tenacia e la sfida del saper rimanere in bilico con dignità.
scusatemi se vi annoio,ma trovo interessante l'intervento del primo anonimo...
Per prima cosa, per sgombrare il campo da ogni equivoco, io non ritengo affatto che TDU o chi per lui debba "..fare le scarpe" a qualcuno a biella o nel canavese o in sicilia. Nella mia logica questo tipo di servizi - i servizi alla persona come i servizi attinenti l'energia, i trasporti, le comunicazioni, l'istruzione - non meritano l'umiliazione di una gara d'appalto. Nella mia logica, che oggi potrebbe essere definita "giurassica", questi servizi dovrebbero essere espletati da dipendenti pubblici, pagati con stipendi pubblici, finanziati da soldi pubblici che potrebbero arrivare dal recupero di un misero 1% dell'evasione fiscale di questo benedetto paese.
Ma chiudo qui il discorso sulla "mia" logica perchè non credo sia interessante.
Però mi chiedo (nuovamente):
1) qualcuno può spiegarmi la differenza fra l'atteggiamento tenuto dai vertici (e dai lavoratori??) di TDU in quest'occasione e quello che abbiamo visto, qualche mese fa, accadere in Inghilterra nei confronti di un'Impresa Italiana che ha osato vincere un appalto in quelle lande?
2) Mi scusino lorsignori, ma se mi viene ripetuto fino alla nausea che l'unica legge possibile è quella del mercato - e quindi dell'offerta + vantaggiosa - allora rimango stupito quando tale logica non vale + quando si perde la gara.
3) O forse, mi punge vaghezza che vogliamo altro; e cioè un mercato che sia tale- e cioè "libero" - fino a che tutela gli interessi locali. Dal momento in cui tali interessi non sono + garantiti si è autorizzati alle proteste, ai ricorsi e alle manifestazioni di piazza.
Niente di scandaloso in tutto ciò, anzi.
A patto che ognuno si assuma le proprie responsabilità.
In primis, il potere politico, affermando che i servizi alle comunità locali debbano essere svolti da imprese locali (auguri, in tempi di intrgrazione-competizione europea!!).
In secundis, le Imprese locali, rendendo manifesta, acclarata e "strutturale" la loro comunanza di interessi con il potere politico.
Enrico Martinet su LA STAMPA, con la sua consueta grazia, ha sentito "..puzza di clientelismo."
Un altro "rosso" visionario??
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