"Due notti di ghiaccio" di Virgilio Giacchetto. Prima assoluta all'Espace Populaire di Aosta
Prima assoluta per il romanzo "Due notti di ghiaccio" di Virgilio Giacchetto per i tipi Priuli & Verlucca lo scorso 21 settembre nell'ambito di "EspaceMontagna. L'ambiente alpino a 360° rassegna di cinema, letteratura, musica dedicata alla montagna presentata all'Espace Populaire a cura di Corrado Ferrarese.
Parliamo della presentazione pubblica del libro, la prima dalla sua pubblicazione avvenuta nel 2006, a cura di Pietro Giglio, guida alpina e regista del settimanale televisivo di Rai Valle d'Aosta "QM quimontagne".
Giglio ha esordito sottolineando come l'evento della serata si inserisca in un tentativo di parlare di montagna e di più aspetti della montagna. L'aspetto peculiare della serata è stato quello letterario. La panoramica editoriale della montagna in Valle d'Aosta, secondo Giglio, finora si è limitata al versante della saggistica, copiosa, mentre scarsa è invece la narrativa. "La narrativa valdostana si è occupata prevalentemente della montagna rurale che, al di sopra di una certa quota, non è mai salita, se si escludono pochissimi esempi tra cui Renato Chabod che scrisse "La cima di Entrelor", un récit d'ascension fatto di racconti delle esperienze in montagna dell'autore e se si tralascia "Tra la Dora e l'Isère", opera di René Willien che narra esperienze di montagna ed esperienze di guerra. Di montagna si è sempre parlato in Valle d'Aosta a questo livello. Meno si è parlato di montagna al di sopra di una certa quota e meno che mai di alpinismo." Il libro di Giacchetto non parla di alpinismo, anche se una delle due notti di ghiaccio si riferisce ad un'esperienza alpinistica (un'operazione di soccorso sul ghiacciaio del Money nell'alta val di Cogne), "che però è servita all'autore per percorrere strade parallele e strade intrecciate."
Si tratta di un romanzo breve scritto secondo i canoni classici. "Mi ha colpito di questo romanzo, dice Giglio, la grande passione dell'autore per il Parco nazionale del Gran Paradiso che ritrae attraverso le memorie del padre" in un periodo nel quale (gli anni immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale, ndr) il Parco era un territorio quasi sconosciuto. "In quel periodo, nel Parco, le guardie svolgevano una funzione essenziale: se oggi abbiamo il Parco nazionale del Gran Paradiso, come dice Virgilio stesso, lo dobbiamo proprio a questa generazione di guardaparco che veniva da un periodo difficile e che portava avanti dei valori che oggi sembrano superati." E sono soprattutto i valori del dovere a prevalere, rispetto ad oggi in cui sembrano prevalere quasi essenzialmente i valori del diritto."Ed è grazie a questo senso del dovere di quelle guardie del Parco Nazionale del Gran Paradiso che lo stesso ha potuto riprendersi dopo un periodo così difficile."
Il libro ripercorre due storie parallele: la storia dell'autore e la storia del padre dell'autore che si intrecciano, con frequenti ricorsi al flashback e cioé ai ricordi del passato in cui c'è il Parco nazionale del Gran Paradiso che ha segnato la vita di Giacchetto. All'interno delle due vite raccontate sono poi disseminate altre storie funzionali alla costruzione di un finale a sorpresa.
Virgilio spiega come è nata l'idea di scrivere questo libro. L'autore crede che in tutti gli accaniti lettori sia insito il sogno nel cassetto di provare a scrivere. "Ed essendo io un accanito lettore da più di trent'anni, ci sono riuscito (a scrivere, ndr) nel momento in cui ho capito che scrivere vuol dire soprattutto mettere dei sentimenti sulla carta, cercare di portare dei sentimenti a livello della scrittura". Un lutto, la morte del padre, è occasione e motivo propulsivo del romanzo."Dopo il primo … impatto così feroce del dolore … poi passa il tempo… in ognuno di noi rimangono delle sensazioni nei confronti di questa mancanza. La sensazione forte che ho avuto io col tempo è stata quella di dire "questa persona non c'è più. È un distacco totale. Irrimediabile. Però io a questa persona non ho detto un sacco di cose … gliele voglio dire. Forse è stato proprio un caso di scrittura terapeutica".
C'è molta dolcezza nella scrittura di Virgilio: "L'esercizio della memoria tiene caldi i cuori…". Esistono due modi per comunicare con le persone che non ci sono più: la dimensione del sogno, con le sue strade fantastiche e misteriose, e il ricordo … Questo romanzo trae spunto da avvenimenti realmente accaduti nella vita di mio padre e nella mia. A questi fatti mi sono ispirato per inventare situazioni e personaggi di fantasia che mi hanno consentito di incontrare la sua memoria e dirgli le cose non dette quando ancora sarebbe stato possibile.
Silvia Berruto
Parliamo della presentazione pubblica del libro, la prima dalla sua pubblicazione avvenuta nel 2006, a cura di Pietro Giglio, guida alpina e regista del settimanale televisivo di Rai Valle d'Aosta "QM quimontagne".
Giglio ha esordito sottolineando come l'evento della serata si inserisca in un tentativo di parlare di montagna e di più aspetti della montagna. L'aspetto peculiare della serata è stato quello letterario. La panoramica editoriale della montagna in Valle d'Aosta, secondo Giglio, finora si è limitata al versante della saggistica, copiosa, mentre scarsa è invece la narrativa. "La narrativa valdostana si è occupata prevalentemente della montagna rurale che, al di sopra di una certa quota, non è mai salita, se si escludono pochissimi esempi tra cui Renato Chabod che scrisse "La cima di Entrelor", un récit d'ascension fatto di racconti delle esperienze in montagna dell'autore e se si tralascia "Tra la Dora e l'Isère", opera di René Willien che narra esperienze di montagna ed esperienze di guerra. Di montagna si è sempre parlato in Valle d'Aosta a questo livello. Meno si è parlato di montagna al di sopra di una certa quota e meno che mai di alpinismo." Il libro di Giacchetto non parla di alpinismo, anche se una delle due notti di ghiaccio si riferisce ad un'esperienza alpinistica (un'operazione di soccorso sul ghiacciaio del Money nell'alta val di Cogne), "che però è servita all'autore per percorrere strade parallele e strade intrecciate."
Si tratta di un romanzo breve scritto secondo i canoni classici. "Mi ha colpito di questo romanzo, dice Giglio, la grande passione dell'autore per il Parco nazionale del Gran Paradiso che ritrae attraverso le memorie del padre" in un periodo nel quale (gli anni immediatamente dopo il secondo conflitto mondiale, ndr) il Parco era un territorio quasi sconosciuto. "In quel periodo, nel Parco, le guardie svolgevano una funzione essenziale: se oggi abbiamo il Parco nazionale del Gran Paradiso, come dice Virgilio stesso, lo dobbiamo proprio a questa generazione di guardaparco che veniva da un periodo difficile e che portava avanti dei valori che oggi sembrano superati." E sono soprattutto i valori del dovere a prevalere, rispetto ad oggi in cui sembrano prevalere quasi essenzialmente i valori del diritto."Ed è grazie a questo senso del dovere di quelle guardie del Parco Nazionale del Gran Paradiso che lo stesso ha potuto riprendersi dopo un periodo così difficile."
Il libro ripercorre due storie parallele: la storia dell'autore e la storia del padre dell'autore che si intrecciano, con frequenti ricorsi al flashback e cioé ai ricordi del passato in cui c'è il Parco nazionale del Gran Paradiso che ha segnato la vita di Giacchetto. All'interno delle due vite raccontate sono poi disseminate altre storie funzionali alla costruzione di un finale a sorpresa.
Virgilio spiega come è nata l'idea di scrivere questo libro. L'autore crede che in tutti gli accaniti lettori sia insito il sogno nel cassetto di provare a scrivere. "Ed essendo io un accanito lettore da più di trent'anni, ci sono riuscito (a scrivere, ndr) nel momento in cui ho capito che scrivere vuol dire soprattutto mettere dei sentimenti sulla carta, cercare di portare dei sentimenti a livello della scrittura". Un lutto, la morte del padre, è occasione e motivo propulsivo del romanzo."Dopo il primo … impatto così feroce del dolore … poi passa il tempo… in ognuno di noi rimangono delle sensazioni nei confronti di questa mancanza. La sensazione forte che ho avuto io col tempo è stata quella di dire "questa persona non c'è più. È un distacco totale. Irrimediabile. Però io a questa persona non ho detto un sacco di cose … gliele voglio dire. Forse è stato proprio un caso di scrittura terapeutica".
C'è molta dolcezza nella scrittura di Virgilio: "L'esercizio della memoria tiene caldi i cuori…". Esistono due modi per comunicare con le persone che non ci sono più: la dimensione del sogno, con le sue strade fantastiche e misteriose, e il ricordo … Questo romanzo trae spunto da avvenimenti realmente accaduti nella vita di mio padre e nella mia. A questi fatti mi sono ispirato per inventare situazioni e personaggi di fantasia che mi hanno consentito di incontrare la sua memoria e dirgli le cose non dette quando ancora sarebbe stato possibile.
Silvia Berruto
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