Il Movimento Nonviolento è in movimento. Per un'azione nonviolenta
Il Movimento è in movimento.
Il Movimento Nonviolento, gruppo Valle d'Aosta, e l'Arci Valle d'Aosta hanno organizzato all'Espace Populaire di Aosta il 5 ottobre scorso, in collaborazione col centro studi Sereno Regis di Torino, un incontro che si inserisce tra i contributi nazionali preparatori per il XXII Congresso del Movimento Nonviolento "La nonviolenza è politica del disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti" che si terrà a Verona dal 1 al 4 novembre prossimi.
Il Movimento Nonviolento è stato fondato dopo la "Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961. Dal 1964 il movimento diffonde il periodico mensile Azione Nonviolenta per informare selle lotte nonviolente in Italia e nel mondo. Negli anni sono stati molteplici i momenti di presenza politica del movimento. Ricordiamo la campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare, le manifestazioni contro le guerre (Vietnam, Iraq, Kosovo, Bosnia, Cecenia, Afghanistan), le manifestazioni contro le centrali nucleari, le marce antimilitariste, la campagna di restituzione del congedo militare e la campagna di obiezione alle spese militari.
L'impegno costante è la divulgazione della nonviolenza come cultura, stile di vita, prassi politica ricerca e studio.
Aldo Capitini, teorizzatore e promotore della Nonviolenza in Italia, asseriva nei suoi scritti "La nonviolenza è una direzione, un segno di freccia che uno pone alla sua vita".
È un percorso interiore permanente che dura tutta la vita.
Richiede cambiamento e riconciliazione con se stessi e con gli altri. Non ammette il concetto di delega tanto in voga oggi.
È una forma di lotta e di pressione, ha una valenza filosofica, culturale e può assumere, se agita, anche una valenza politica.
La presentazione della serata ha fatto un preciso riferimento all'home page del sito dell'Espace Populaire, per ricordare il senso e la mission del luogo in cui si stava svolgendo l'incontro riassunti nella condivisibile dichiarazione di intenti: "un laboratorio di pace, per mondi diversi, migliori dell'esistente".
In tal senso, (ma anche in tale spazio!), c'è spazio per il sogno. Per il sogno politico che non è l'enunciazione di un sogno irraggiungibile ma il modo attraverso il quale un desiderio e un auspicio si presentano come legittimi.
Perché questo accada occorrono varie condizioni tra cui la percezione che la storia possa cambiare e che nulla sia ineluttabile in cui cioè un cambiamento è possibile.
Il sogno non è solo un contenuto.
È un'emozione e la possibilità di condividerlo.
Il sogno politico è essenzialmente un atto, non un disegno compiuto e organico, condizione propria dell'utopia per la quale è essenziale una dimensione di progetto d'organicità.
E sulla dimensione delle azioni e del cambiamento il Movimento Nonviolento e l'Arci Valle d'Aosta hanno invitato a parlare due amici e persuasi della nonviolenza: Giovanni Salio, già ricercatore presso il Dipartimento di Fisica Generale dell'Università di Torino e presidente del centro studi Sereno Regis di Torino e Piercarlo Racca del Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento e del Centro studi Sereno Regis. A Giovanni Salio è stato richiesto un intervento tecnico, "da fisico", sul tema del nucleare che ha intitolato "Armi nucleari: dalla politica del terrore alla politica dei terrorismi" mentre a Piercarlo Racca è stato chiesto di illustrare la campagna per una proposta di legge di iniziativa popolare che dichiari l'Italia "Zona libera da Armi Nucleari". La proposta di legge era stata già presentata il 5 agosto scorso, proprio all'Espace Populaire, dopo la proiezione del documentario "Le gru di Sadako" per ricordare i bombardamenti atomici di Hiroshima e di Nagasaki.
L'incontro con Salio e Racca era inserito nell'ambito delle proposte della settimana della pace (1-7 ottobre 2007) che è stata vissuta anche all'Espace Populaire dove sono stati organizzati alcuni incontri mirati. Il 2 ottobre in occasione della Giornata Mondiale della Nonviolenza è stata proposta la proiezione del documento storico "Testimonianza della prima marcia della Pace Perugia-Assisi del 1961 di Aldo Capitini". Nella presentazione è stato ricordato che il 3 ottobre scorso si è svolta la Seconda Giornata nazionale per un'informazione e comunicazione di pace; che il 4 ottobre, sempre all'Espace Populaire, è stata ricordata Anna Politkovskaïa a cui è stata dedicata la marcia Perugia-Assisi insieme ad un altro reporter Ali Iman Shermarke ucciso l'11 agosto 2007 a Mogadiscio.
La serata aveva anche l'obiettivo di contarsi e di contare le forze per comprendere se fosse possibile
costituire un comitato locale per organizzare la raccolta firme per sostenere la proposta di legge per dichiarare l'Italia "Zona libera da armi nucleari". Il comitato si è costituito per ora ancora informalmente. I promotori sono il Movimento Nonviolento gruppo Valle d'Aosta e Arci Valle d'Aosta. Hanno aderito finora Legambiente Valle d'Aosta, l'Associazione Saperi e Sapori e il MIR (movimento internazionale della riconciliazione) Valle d'Aosta.
Silvia Berruto
Il Movimento Nonviolento, gruppo Valle d'Aosta, e l'Arci Valle d'Aosta hanno organizzato all'Espace Populaire di Aosta il 5 ottobre scorso, in collaborazione col centro studi Sereno Regis di Torino, un incontro che si inserisce tra i contributi nazionali preparatori per il XXII Congresso del Movimento Nonviolento "La nonviolenza è politica del disarmo, ripudia la guerra e gli eserciti" che si terrà a Verona dal 1 al 4 novembre prossimi.
Il Movimento Nonviolento è stato fondato dopo la "Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli" da Perugia ad Assisi del 24 settembre 1961. Dal 1964 il movimento diffonde il periodico mensile Azione Nonviolenta per informare selle lotte nonviolente in Italia e nel mondo. Negli anni sono stati molteplici i momenti di presenza politica del movimento. Ricordiamo la campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza al servizio militare, le manifestazioni contro le guerre (Vietnam, Iraq, Kosovo, Bosnia, Cecenia, Afghanistan), le manifestazioni contro le centrali nucleari, le marce antimilitariste, la campagna di restituzione del congedo militare e la campagna di obiezione alle spese militari.
L'impegno costante è la divulgazione della nonviolenza come cultura, stile di vita, prassi politica ricerca e studio.
Aldo Capitini, teorizzatore e promotore della Nonviolenza in Italia, asseriva nei suoi scritti "La nonviolenza è una direzione, un segno di freccia che uno pone alla sua vita".
È un percorso interiore permanente che dura tutta la vita.
Richiede cambiamento e riconciliazione con se stessi e con gli altri. Non ammette il concetto di delega tanto in voga oggi.
È una forma di lotta e di pressione, ha una valenza filosofica, culturale e può assumere, se agita, anche una valenza politica.
La presentazione della serata ha fatto un preciso riferimento all'home page del sito dell'Espace Populaire, per ricordare il senso e la mission del luogo in cui si stava svolgendo l'incontro riassunti nella condivisibile dichiarazione di intenti: "un laboratorio di pace, per mondi diversi, migliori dell'esistente".
In tal senso, (ma anche in tale spazio!), c'è spazio per il sogno. Per il sogno politico che non è l'enunciazione di un sogno irraggiungibile ma il modo attraverso il quale un desiderio e un auspicio si presentano come legittimi.
Perché questo accada occorrono varie condizioni tra cui la percezione che la storia possa cambiare e che nulla sia ineluttabile in cui cioè un cambiamento è possibile.
Il sogno non è solo un contenuto.
È un'emozione e la possibilità di condividerlo.
Il sogno politico è essenzialmente un atto, non un disegno compiuto e organico, condizione propria dell'utopia per la quale è essenziale una dimensione di progetto d'organicità.
E sulla dimensione delle azioni e del cambiamento il Movimento Nonviolento e l'Arci Valle d'Aosta hanno invitato a parlare due amici e persuasi della nonviolenza: Giovanni Salio, già ricercatore presso il Dipartimento di Fisica Generale dell'Università di Torino e presidente del centro studi Sereno Regis di Torino e Piercarlo Racca del Coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento e del Centro studi Sereno Regis. A Giovanni Salio è stato richiesto un intervento tecnico, "da fisico", sul tema del nucleare che ha intitolato "Armi nucleari: dalla politica del terrore alla politica dei terrorismi" mentre a Piercarlo Racca è stato chiesto di illustrare la campagna per una proposta di legge di iniziativa popolare che dichiari l'Italia "Zona libera da Armi Nucleari". La proposta di legge era stata già presentata il 5 agosto scorso, proprio all'Espace Populaire, dopo la proiezione del documentario "Le gru di Sadako" per ricordare i bombardamenti atomici di Hiroshima e di Nagasaki.
L'incontro con Salio e Racca era inserito nell'ambito delle proposte della settimana della pace (1-7 ottobre 2007) che è stata vissuta anche all'Espace Populaire dove sono stati organizzati alcuni incontri mirati. Il 2 ottobre in occasione della Giornata Mondiale della Nonviolenza è stata proposta la proiezione del documento storico "Testimonianza della prima marcia della Pace Perugia-Assisi del 1961 di Aldo Capitini". Nella presentazione è stato ricordato che il 3 ottobre scorso si è svolta la Seconda Giornata nazionale per un'informazione e comunicazione di pace; che il 4 ottobre, sempre all'Espace Populaire, è stata ricordata Anna Politkovskaïa a cui è stata dedicata la marcia Perugia-Assisi insieme ad un altro reporter Ali Iman Shermarke ucciso l'11 agosto 2007 a Mogadiscio.
La serata aveva anche l'obiettivo di contarsi e di contare le forze per comprendere se fosse possibile
costituire un comitato locale per organizzare la raccolta firme per sostenere la proposta di legge per dichiarare l'Italia "Zona libera da armi nucleari". Il comitato si è costituito per ora ancora informalmente. I promotori sono il Movimento Nonviolento gruppo Valle d'Aosta e Arci Valle d'Aosta. Hanno aderito finora Legambiente Valle d'Aosta, l'Associazione Saperi e Sapori e il MIR (movimento internazionale della riconciliazione) Valle d'Aosta.
Silvia Berruto
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