22 giugno 2007

Giuseppe Bertuna detto Pino America. Secondo Michelangelo Buffa. All'Espace Populaire di Aosta

Il ritratto di un uomo, in forma di documentario, è al centro di "Cera una volta un beat", del regista Michelangelo Buffa, proiettato all'Espace Populaire di Aosta, giovedì 14 giugno scorso.
Il video ritrae Giuseppe Bertuna, alias Pino America il soprannome attribuitogli dall'amico Giulio Schiavon, attraverso l'alternarsi di un'intervista in casa di Pino e di immagini girate in Aosta.
È il ritratto di un uomo non consueto - Giuseppe - che ha rifiutato le convenzioni oltre che averne fatto l'oggetto di una credibile, ma forse non sempre completamente serena, rivolta anarchica. Una rivolta intellettualmente onesta, poiché essa paga quotidianamente il prezzo, peraltro non dovuto, al perbenismo e all'ipocrisia di coloro che vivono, nei confronti di Giuseppe, un rapporto scisso e variabile a seconda che si trovino in uno spazio protetto, un circolo culturale ad esempio, oppure in uno spazio aperto e incondizionato come è quello della strada.
L'opera di Michelangelo Buffa è un tentativo etico, garbato e di stile, di far emergere le molteplici sfaccettature di Giuseppe, al di là dello stereotipo in cui si potrebbe facilmente cadere a bilancio di un incontro avuto con il beat Joe.
Michelangelo Buffa, nell'introdurre la proiezione, ha precisato la sua intenzione di non voler interagire col personaggio. La metodologia di Buffa è consistita nel suggerire alcune parole chiave per innescare il discorso in Giuseppe e nel lasciarlo libero di esprimersi, non modificando lo stato e la condizione del suo linguaggio e del suo pensiero. "Il suo pensiero a volte va alla deriva, salta di palo in frasca, cambia argomento … fa parte del personaggio e della situazione. Io non volevo fare un'intervista televisiva, giornalistica. Questo video non è televisione, non è neanche cinema. Forse è un documentario. Non so cosa sia. È un viaggio che vuole penetrare sempre di più nel personaggio Pino America che è un personaggio di grande umanità, di grande sensibilità nonostante le apparenze del suo teatrino cittadino …"
L'idea di Michelangelo e la testimonianza di Giuseppe risultano convincenti. Arrivano fin dentro all'anima e producono spostamenti del cuore alla distanza esatta della comprensione, mai giudicante, che unisce e che garantisce la comunicazione e lo scambio in un incontro paritario. Alcuni primi piani di Giuseppe sono mozzafiato, intensi e profondi tanto da essere poco descrivibili a parole: essi restituiscono, attraverso i frame del video, l'immagine, anche fisica, di un Pino sconosciuto ai più.
Nella presentazione scritta della serata, a cura di Buffa, si legge: "Credo che tutti noi conosciamo soprattutto il Pino vagabondo, l'artista di strada, il folle teatrante che rende le vie di Aosta un po' meno noiose e prevedibili … parimenti credo che pochi conoscano l'aspetto più intimo, personale … i sentimenti, la sensibilità, l'umanità di Pino. […] Riprendere un essere umano, osservarlo, ascoltarlo è una cosa che mi affascina molto perché inevitabilmente ho l'impressione che il soggetto, identificabile a parole, in realtà è al di là delle parole che possono descriverlo, permane un mistero…ed è questo mistero che vorrei riuscire a mostrare, a far apparire."
Imperdibile.

Silvia Berruto

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

ok

12:24 AM  

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