LA DELEGAZIONE DEL TDU RICEVUTA IN COMUNE
UNA DELEGAZIONE DEL TDU RICEVUTA IN COMUNE
Dopo la manifestazione nonviolenta del 25 giugno 2009
Parte terza - estratto
Tutti chi, ndr?
Dopo la manifestazione nonviolenta del 25 giugno 2009
Parte terza - estratto
Continuo la ricognizione sugli interventi relativi all'incontro della delegazione TDU con Guido Grimod, sindaco di Aosta, e con Giuliana Ferrero, assessora alle Politiche sociali, Pari opportunità e Diritti.
Ad uso della cittadinanza.
Nel rispetto e nel riconoscimento del mio editore unico - la mia coscienza - e del mio solo "padrone", come ha insegnato a tutti Enzo Biagi: il lettore.
L'assessora Ferrero, incurante della richiesta di intervento del terzo cooperatore sociale, inizia il suo excursus/lezione di teoria dell'educazione civica.
Da un punto di vista strettamente linguistico l'assessora parla (con) parole forse meno rituali, con più emotività nel tono e nei contenuti rispetto a quelle del sindaco.
"Io immagino, diciamo che lo stato emotivo con cui voi oggi siete scesi in piazza, le preoccupazioni vere, la delusione, la rabbia ... la capisco e ... in questo momento come dire ... a noi il compito faticoso di rappresentare l'istituzione e, nel rappresentare l'istituzione, rappresentare anche le regole della democrazia.
Le regole della democrazia, come ha detto prima il sindaco, definiscono con chiarezza, le competenze e i poteri degli organi.
Ma noi abbiamo vissuto e viviamo, spesso, in una confusione in cui ci si illude che la politica e il politico abbia il potere di decidere tutto, di fare e di disfare.”
(Noi chi? plurale majestatis in cui non mi riconosco e che rimetto al mittente, ndr)
“Qualcuno ha alimentato questa idea e questa immagine ma... diciamo così io mi rivolgo ai cittadini onesti (?, ndr) che sanno perfettamente che le regole in una democrazia, in quanto democrazia, suddividono i poteri nei vari organi.
Ferrero qui si infervora e alza il tono di voce.
"E quindi voglio ribadire anch'io il concetto che ha espresso il sindaco in un'amministrazione comunale, l'assessore, il sindaco e la giunta danno gli indirizzi politici e poi c'è la parte gestionale che compete ai dirigenti ed è la parte amministrativa dell'assessorato.
Rispetto agli esiti di questa gara io vi esprimo la preoccupazione, in quanto assessore comunale di questa città, una preoccupazione che ho, rispetto ai tempi e ai cambiamenti che ci stanno, come dire, travolgendo e rispetto ai quali forse un po' tutti siamo rimasti impreparati."
Ad uso della cittadinanza.
Nel rispetto e nel riconoscimento del mio editore unico - la mia coscienza - e del mio solo "padrone", come ha insegnato a tutti Enzo Biagi: il lettore.
L'assessora Ferrero, incurante della richiesta di intervento del terzo cooperatore sociale, inizia il suo excursus/lezione di teoria dell'educazione civica.
Da un punto di vista strettamente linguistico l'assessora parla (con) parole forse meno rituali, con più emotività nel tono e nei contenuti rispetto a quelle del sindaco.
"Io immagino, diciamo che lo stato emotivo con cui voi oggi siete scesi in piazza, le preoccupazioni vere, la delusione, la rabbia ... la capisco e ... in questo momento come dire ... a noi il compito faticoso di rappresentare l'istituzione e, nel rappresentare l'istituzione, rappresentare anche le regole della democrazia.
Le regole della democrazia, come ha detto prima il sindaco, definiscono con chiarezza, le competenze e i poteri degli organi.
Ma noi abbiamo vissuto e viviamo, spesso, in una confusione in cui ci si illude che la politica e il politico abbia il potere di decidere tutto, di fare e di disfare.”
(Noi chi? plurale majestatis in cui non mi riconosco e che rimetto al mittente, ndr)
“Qualcuno ha alimentato questa idea e questa immagine ma... diciamo così io mi rivolgo ai cittadini onesti (?, ndr) che sanno perfettamente che le regole in una democrazia, in quanto democrazia, suddividono i poteri nei vari organi.
Ferrero qui si infervora e alza il tono di voce.
"E quindi voglio ribadire anch'io il concetto che ha espresso il sindaco in un'amministrazione comunale, l'assessore, il sindaco e la giunta danno gli indirizzi politici e poi c'è la parte gestionale che compete ai dirigenti ed è la parte amministrativa dell'assessorato.
Rispetto agli esiti di questa gara io vi esprimo la preoccupazione, in quanto assessore comunale di questa città, una preoccupazione che ho, rispetto ai tempi e ai cambiamenti che ci stanno, come dire, travolgendo e rispetto ai quali forse un po' tutti siamo rimasti impreparati."
Tutti chi, ndr?
E' la prima volta, in assoluto, nella storia dei servizi sociali che rispetto ad una gara di questa entità venti, dico venti, ditte da tutto il nord Italia hanno telefonato all'assessorato politiche sociali per chiedere informazioni.
E' la prima volta che dodici ditte da tutto il nord Italia, l'unica valdostana era il consorzio TDU, quindi Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana hanno chiesto di partecipare alla gara d'appalto.
Ed è ancora la prima volta che tre ditte partecipano a questa gara d'appalto.
La prima volta!
E le tre ditte che partecipano sono: Emilia Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta.
Uso apposta questa immagine perché non sono i nomi. Danno l'idea di un mercato che si è ampliato.
Noi non usciamo fuori ma il fuori entra dentro di noi.
E non c'è delibera regionale che tenga. Perché l'Europa ha sancito il principio della libera concorrenza.
E perché questa è legge e perché il politico questa legge non può scavalcarla!
Il politico, però, può fare una riflessione.
E io qui la voglio fare con voi.
Come valorizzare ... l'imprenditoria, io dico sociale, perché a me interessa quella sociale, ma il problema guardate che riguarda tutta l'imprenditoria valdostana che si deve misurare con il mercato.
Come valorizzare le teste dell'imprenditoria della nostra regione.
Perché le braccia, guardate le braccia voglio dire i lavoratori, quelli sono tutelati. E sono tutelati dal contratto collettivo dei lavoratori e sono tutelati dal codice civile ...
Allora anche qui facciamo chiarezza: in questo momento nessuno rischia il posto di lavoro."
In merito al voler fare chiarezza sulla tutela del posto di lavoro che non sarebbe a rischio probabilmente non risulta chiaro al sindaco, all'assessora alle politiche sociali e ai sindacati, o più semplicemente essi non intendono riconoscere che i cooperatori conoscono bene i loro diritti e che molti di essi, partecipanti alla manifestazione e protagonisti di una obiezione e resistenza civile nonviolenta, hanno già, alla data del 25 giugno, fatto la loro scelta definitiva.
Precisa.
Consapevole.
Individuale.
E collettiva.
"Diventa una scelta individuale: se accettare o non accettare.
Ma le regole, le leggi tutelano i lavoratori.
Non tutelano gli imprenditori."
Tra i manifestanti e all'interno della delegazione vi sono soci, soci-lavoratori, dirigenti, coordinatori di servizi, lavoratori non soci operativi nelle cooperative sociali.
Non deve essere risultato chiaro né al sindaco, né all'assessora alle politiche sociali, né ai sindacati né a parte della popolazione che in questo caso di obiezione e di resistenza civile nonviolenta i lavoratori sono insieme lavoratori-imprenditori.
Proprietari di un sistema di valori forte, tra cui c'è anche un senso alto di appartenenza alle proprie cooperative anche da parte di lavoratori non soci.
Nelle cooperative del TDU, per lavorare, non è obbligatorio essere "pur necessariamente" soci come abbiamo potuto leggere in documenti e in progetti partecipanti ad appalti pubblici.
Anche e proprio in virtù di questa apparente "atipicità" di un duplice ruolo coincidente (lavoratore/imprenditore) si spiega la resistenza di 92 lavoratori e il loro non passaggio alla nuova ditta a cui è stato aggiudicato l'appalto, come l'ha correttamente definita l'assessora Ferrero.
"Allora io come assessore naturalmente e, come giunta, non possiamo, come dire, non rispettare le regole però possiamo chiederci se esiste un nostro ruolo per sostenere e per valorizzare la nostra imprenditoria perché non c'è nessun amministratore locale che non abbia a cuore questo.
Io credo che non si possa fare l'amministratore locale senza avere a cuore la propria comunità, la propria ricchezza imprenditoriale, la propria ricchezza di teste.
Questa è una sfida che abbiamo tutti quanti insieme, ognuno per la sua parte.
Io ribadisco quello che ha detto il sindaco nel senso che proprio perché in una democrazia i poteri sono separati ci siano degli organi che hanno il potere di giudicare gli esiti di questa gara.
A loro il compito di dire se le cose sono andate bene oppure no.
Alla politica il compito, come dire, di rispettare le leggi."
E' la prima volta che dodici ditte da tutto il nord Italia, l'unica valdostana era il consorzio TDU, quindi Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana hanno chiesto di partecipare alla gara d'appalto.
Ed è ancora la prima volta che tre ditte partecipano a questa gara d'appalto.
La prima volta!
E le tre ditte che partecipano sono: Emilia Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta.
Uso apposta questa immagine perché non sono i nomi. Danno l'idea di un mercato che si è ampliato.
Noi non usciamo fuori ma il fuori entra dentro di noi.
E non c'è delibera regionale che tenga. Perché l'Europa ha sancito il principio della libera concorrenza.
E perché questa è legge e perché il politico questa legge non può scavalcarla!
Il politico, però, può fare una riflessione.
E io qui la voglio fare con voi.
Come valorizzare ... l'imprenditoria, io dico sociale, perché a me interessa quella sociale, ma il problema guardate che riguarda tutta l'imprenditoria valdostana che si deve misurare con il mercato.
Come valorizzare le teste dell'imprenditoria della nostra regione.
Perché le braccia, guardate le braccia voglio dire i lavoratori, quelli sono tutelati. E sono tutelati dal contratto collettivo dei lavoratori e sono tutelati dal codice civile ...
Allora anche qui facciamo chiarezza: in questo momento nessuno rischia il posto di lavoro."
In merito al voler fare chiarezza sulla tutela del posto di lavoro che non sarebbe a rischio probabilmente non risulta chiaro al sindaco, all'assessora alle politiche sociali e ai sindacati, o più semplicemente essi non intendono riconoscere che i cooperatori conoscono bene i loro diritti e che molti di essi, partecipanti alla manifestazione e protagonisti di una obiezione e resistenza civile nonviolenta, hanno già, alla data del 25 giugno, fatto la loro scelta definitiva.
Precisa.
Consapevole.
Individuale.
E collettiva.
"Diventa una scelta individuale: se accettare o non accettare.
Ma le regole, le leggi tutelano i lavoratori.
Non tutelano gli imprenditori."
Tra i manifestanti e all'interno della delegazione vi sono soci, soci-lavoratori, dirigenti, coordinatori di servizi, lavoratori non soci operativi nelle cooperative sociali.
Non deve essere risultato chiaro né al sindaco, né all'assessora alle politiche sociali, né ai sindacati né a parte della popolazione che in questo caso di obiezione e di resistenza civile nonviolenta i lavoratori sono insieme lavoratori-imprenditori.
Proprietari di un sistema di valori forte, tra cui c'è anche un senso alto di appartenenza alle proprie cooperative anche da parte di lavoratori non soci.
Nelle cooperative del TDU, per lavorare, non è obbligatorio essere "pur necessariamente" soci come abbiamo potuto leggere in documenti e in progetti partecipanti ad appalti pubblici.
Anche e proprio in virtù di questa apparente "atipicità" di un duplice ruolo coincidente (lavoratore/imprenditore) si spiega la resistenza di 92 lavoratori e il loro non passaggio alla nuova ditta a cui è stato aggiudicato l'appalto, come l'ha correttamente definita l'assessora Ferrero.
"Allora io come assessore naturalmente e, come giunta, non possiamo, come dire, non rispettare le regole però possiamo chiederci se esiste un nostro ruolo per sostenere e per valorizzare la nostra imprenditoria perché non c'è nessun amministratore locale che non abbia a cuore questo.
Io credo che non si possa fare l'amministratore locale senza avere a cuore la propria comunità, la propria ricchezza imprenditoriale, la propria ricchezza di teste.
Questa è una sfida che abbiamo tutti quanti insieme, ognuno per la sua parte.
Io ribadisco quello che ha detto il sindaco nel senso che proprio perché in una democrazia i poteri sono separati ci siano degli organi che hanno il potere di giudicare gli esiti di questa gara.
A loro il compito di dire se le cose sono andate bene oppure no.
Alla politica il compito, come dire, di rispettare le leggi."
Silvia Berruto
5 Comments:
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