13 luglio 2009

Informazione e contro-informazione. Per una lettura comparata dei dati

Il titolo che avevo scelto per il mio articolo apparso sul numero 12 di Informazione è "I lavoratori delle cooperative valdostane non ci stanno. Non sono merce di scambio" è diventato "Aosta. La protesta dei lavoratori delle cooperative sociali valdostane."
La correzione posiziona molto lontano da quanto intend(ev)o esprimere con quel titolo che segnala qualcosa di più di una semplice protesta e che è oggetto di un vero e proprio study case.
E' riduttivo, infine, perché si perde il concetto di merce che è un portato, economico e politico, oltre che un sentimento diffuso, oggetto di rifiuto da parte della base dei cooperatori sociali valdostani resistenti.
Ovvero di coloro che hanno detto no ad assetti sociali regolati dalle leggi Incontestabili di un mercato dato per assodato. Essi hanno optato per quello che più che welfare state ci piace di più definire social state: definizione questa che sposta l'enfasi della mera distribuzione di risorse materiali alla motivazione condivisa e al loro scopo.
Al concetto di numero e/o di merce i cooperatori valdostani resistenti hanno interpretato, vissuto e contrapposto il senso di appartenenza alla propria cooperativa sociale. Questo valore perde di intensità, progressivamente, per natura e per cultura, in dimensioni associative più grandi: in quei contenitori, che pure qualcuno definisce cooperative sociali, e che contano anche 2000 soci-lavoratori, magari per statuto e non per libera scelta, e che, in definitiva, è improbabile possano agire e condividere nella totalità e totalmente, nei mezzi e nei fini, azioni e politiche di comunità condivise.
Detto questo è tempo di analizzare, qui brevemente ma rimando ad altri spazi (tra cui il blog www.liberostile.blogspot.com) l'analisi e la riflessione sul caso in oggetto: la situazione della gestione dei servizi attraverso la lettura comparata dei dati, aggiornati al 9 luglio 2009.
Per fare questo in modo almeno preciso, se non statistico, occorre disporre della conoscenza del contesto, dei dati e delle fonti accreditati.
Infatti nelle ultime settimane è stato detto di tutto e si è letto di tutto: tutto e il contrario di tutto, proprio per mancanza di contenuti, di dati e di fonti certi, comparati e comparabili.
Prendo allora in esame un solo dato esemplificativo e due restituzioni di dati da parte dei media.
In data 6 luglio sul quotidiano locale Gazzetta Matin si potevano leggere, nell'articolo di C.T. «Episodi di non collaborazione», ma la gestione funziona, le parole che avrebbe detto l'Assessora alle Politiche sociali, Pari Opportunità e Diritti, Giuliana Ferrero e che sarebbero riferite al primo giorno della nuova gestione (1 luglio 2009). Cito testualmente. "Sono stati erogati 150 servizi - spiega l'assessore Ferrero - 110 sono stati i pasti erogati, 5 i disguidi segnalati, 3 i ritardi gravi e 2 i pasti non ritirati."
Sappiamo che sono 300 le persone/utenti che "beneficiano" del servizio SAD (servizio assistenza domiciliare) e che ad alcune di esse vengono forniti più "passaggi".
Che cosa significa dunque il dato sopra fornito? E come bisogna leggerlo?
Difficile interpretarlo in termini di efficacia ed efficienza del servizio.
Mi permetto di osservare che il titolo scelto per l'articolo, rispetto al dato riportato, è perlomeno discutibile, se non contraddittorio.
Domenica 5 luglio il TG3 locale, edizione della sera, il servizio riportava, cito un estratto [...]: "Al momento i servizi che soffrono dei maggiori disguidi sono quelli dell'assistenza domiciliare dove vengono fornite quotidianamente circa 300 prestazioni."
Qual è dunque il dato da assumere come certo?
Il TDU dai dati in suo possesso segnala che il primo luglio i servizi previsti - ovvero che era preventivato effettuare dal consorzio in caso di conferma della gestione del servizio - erano 315 per 214 utenti, ad alcuni dei quali lo si ribadisce, vengono forniti più passaggi al giorno e 119 i pasti da consegnare.
Il 2 luglio i servizi previsti avrebbero dovuto essere 311 per 214 utenti e 119 i pasti da consegnare.
Se i dati sono dati vanno letti e interpretati.

con rispetto
S.E.&.O
Silvia Berruto

consultare qui in: 26.06 "I lavoratori delle cooperative valdostane non ci stanno. Non sono merce di scambio"

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

quello che stavo cercando, grazie

2:33 PM  
Anonymous Anonimo said...

As well as possible!

12:33 AM  

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