Contro il razzismo
Moni Ovadia ad Aosta il 14 luglio 2008
"I problemi ci sono e quando ci sono non sono certo i Rom.
Una civiltà come affronta i problemi: in modo civile sennò, per esempio, facciamo così. Abbiamo un problema di anziani, naturalmente il numero cresce, facciamo una cosa dopo una certa età l’eutanasia.
“Così si risolvono i problemi?
Con le impronte?
Con questi provvedimenti tetragoni, inutili e cattivi che deprimono il paese, che deprimono la sua credibilità?
Allora cosa dovremmo fare di Napoli. C’è la spazzatura, c’è la microcriminalità, ci sono quartieri interi in mano alla camorra, la cintura napoletana è una devastazione. Ma cosa facciamo mettiamo il filo spinato intorno a Napoli?
Ma come si fa a ragionare così.
Ma come si fa.
Non sanno cos’è una democrazia.
Non voglio dire che sono antidemocratici ma sicuramente sono a-democratici, alpha privativo.
Non sanno cos’è la democrazia.
Io sono furibondo, furibondo.
Io sono nelle condizioni di capire che cosa vuol dire essere marchiato.
Ci sono stati i miei genitori e mio fratello in quella condizione.
Non possono neanche capire, non hanno l’esperienza per capire.
È gente prima di tutto senza cuore, gente cattiva perché anche questa è proprio questione di primaria umanità.
Noi Italiani siamo stati i parias, siamo stati un popolo di parias, quando emigravamo. I nostri poveracci: 27 milioni in un secolo: 4 milioni e mezzo erano clandestini. E allora? Ci sarebbe piaciuto che trattassero come bestie i nostri?
Già dimenticati.
Non sanno niente.
Non hanno memoria.
Non hanno profondità.
Inventano miti posticci, parlano di democrazia, di mandato popolare.
Non sanno che ci sono le regole in una democrazia.
Non è un plebiscitarismo, perché anche in Unione Sovietica i delegati del partito comunista dell’URSS venivano eletti col 98% dei voti.
Ma che razza di discorsi sono questi!
Abbiamo la Costituzione.
Articolo 3. Proibito discriminare fra gli esseri umani.
Abbiamo una legge.
Loro non rispettano le leggi.
Non sono dalla parte della legalità.
Loro sono dalla parte dell’illegalità.”
Sono alcune delle dichiarazioni, raccolte in presa diretta dalla sottoscritta, giornalista che ha aderito alla Campagna “Giornalisti contro il razzismo”, rilasciate da Moni Ovadia ai giornalisti e alla gente convenuta in Piazza Chanoux ad Aosta lunedì 14 luglio 2008 per la campagna contro il razzismo “Contro il razzismo: prendiamoci le mani, non le impronte digitali” in cui era stata organizzata una raccolta pubblica volontaria di impronte digitali.
Dedicato a tutt*.
Dedicato a tutte le minoranze.
In difesa dell’articolo 3 della Costituzione italiana.
In difesa dei diritti costituzionali e dei diritti umani.
Silvia Berruto
"I problemi ci sono e quando ci sono non sono certo i Rom.
Una civiltà come affronta i problemi: in modo civile sennò, per esempio, facciamo così. Abbiamo un problema di anziani, naturalmente il numero cresce, facciamo una cosa dopo una certa età l’eutanasia.
“Così si risolvono i problemi?
Con le impronte?
Con questi provvedimenti tetragoni, inutili e cattivi che deprimono il paese, che deprimono la sua credibilità?
Allora cosa dovremmo fare di Napoli. C’è la spazzatura, c’è la microcriminalità, ci sono quartieri interi in mano alla camorra, la cintura napoletana è una devastazione. Ma cosa facciamo mettiamo il filo spinato intorno a Napoli?
Ma come si fa a ragionare così.
Ma come si fa.
Non sanno cos’è una democrazia.
Non voglio dire che sono antidemocratici ma sicuramente sono a-democratici, alpha privativo.
Non sanno cos’è la democrazia.
Io sono furibondo, furibondo.
Io sono nelle condizioni di capire che cosa vuol dire essere marchiato.
Ci sono stati i miei genitori e mio fratello in quella condizione.
Non possono neanche capire, non hanno l’esperienza per capire.
È gente prima di tutto senza cuore, gente cattiva perché anche questa è proprio questione di primaria umanità.
Noi Italiani siamo stati i parias, siamo stati un popolo di parias, quando emigravamo. I nostri poveracci: 27 milioni in un secolo: 4 milioni e mezzo erano clandestini. E allora? Ci sarebbe piaciuto che trattassero come bestie i nostri?
Già dimenticati.
Non sanno niente.
Non hanno memoria.
Non hanno profondità.
Inventano miti posticci, parlano di democrazia, di mandato popolare.
Non sanno che ci sono le regole in una democrazia.
Non è un plebiscitarismo, perché anche in Unione Sovietica i delegati del partito comunista dell’URSS venivano eletti col 98% dei voti.
Ma che razza di discorsi sono questi!
Abbiamo la Costituzione.
Articolo 3. Proibito discriminare fra gli esseri umani.
Abbiamo una legge.
Loro non rispettano le leggi.
Non sono dalla parte della legalità.
Loro sono dalla parte dell’illegalità.”
Sono alcune delle dichiarazioni, raccolte in presa diretta dalla sottoscritta, giornalista che ha aderito alla Campagna “Giornalisti contro il razzismo”, rilasciate da Moni Ovadia ai giornalisti e alla gente convenuta in Piazza Chanoux ad Aosta lunedì 14 luglio 2008 per la campagna contro il razzismo “Contro il razzismo: prendiamoci le mani, non le impronte digitali” in cui era stata organizzata una raccolta pubblica volontaria di impronte digitali.
Dedicato a tutt*.
Dedicato a tutte le minoranze.
In difesa dell’articolo 3 della Costituzione italiana.
In difesa dei diritti costituzionali e dei diritti umani.
Silvia Berruto
Photo - Moni Ovadia, Aosta, 14 luglio 2008 © Photo Silvia Berruto Copyleft per gli amici Copyright per gli antagonisti
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