28 aprile 2006

I PREMI DEL FESTIVAL TGLFF 2006. Un'ondata di bellezza fra cinematografia e arte, cultura, impegno civile e sociale

La giuria internazionale del 21° tglff (Torino Gay & Lesbian Film Festival - I film che cambiano la vita) composta da Greg Gorman, fotografo (Usa), Alain Guiraudie, regista (Francia), Yonfan, regista (Hong Kong), Udo Kier, attore (Germania) Rose Troche, regista (Usa) assegna all'unanimità, per il concorso internazionale lungometraggi, il Gran Premio Ottavio Mai del valore di 4000 euro (offerti dal Festival), al film filippino "Ang Pagdadalaga ni Maximo Oliveros" (2005) con la seguente motivazione: "Il film va al di là dei confini dell'identità sessuale per raccontare una storia d'amore familiare, l'istinto fraterno e l'accettazione. Questo straordinario film ci conduce in un mondo che raramente abbiamo occasione di osservare e ritrae una famiglia in crisi in modo onesto e intimo. Il dodicenne Maxi ci guida in un incredibile viaggio alla scoperta di se stesso mentre fiorisce e matura con l'aiuto del padre e dei fratelli." La scelta di andare oltre l'identità sessuale, contenuta nella motivazione della giuria, per quanto espressione di una ristretta cerchia di raffinati cultori e di attenti osservatori dello stato delle cose, è altamente significativa e sensazionale per l'intera società: per la forza dell'idea e della passione umana e civile che chi scrive non può che apprezzare soprattutto se contestualizzata all'interno di quel processo, lento ma in atto, per il superamento culturale e politico definitivo delle categorizzazioni che sono state troppo spesso, storicamente, strumentali e "genocide". La giuria, che dichiara di essersi emozionata, in modi differenti, per due film, ha voluto attribuire pertanto il Premio Speciale, ex-aequo, al film messicano (2006) "El cielo dividido" di Julián Hernandez per la "Splendida fotografia, una regia cristallina e una recitazione eccezionale fanno di "El cielo dividido" una straordinaria esperienza cinematografica. Questo film ritrae meravigliosamente la forza e la futilità dell'amore." e al film neozelandese "50 ways of Saving Fabolous" (2005) perché "Ci ricorda che essere gay non significa sempre lacrime e dolore, questo film emana riflessi di unicità e originalità. Unisce humour e emozioni profonde per dare vita a un film assolutamente favoloso".
Sono da segnalare l'attenzione e il riconoscimento dati alla fotografia e alle/ai fotografe/i nei film di questa edizione del festival: Anita Khemka è la fotografa di "Between the lines" che documenta la vita degli Hijras indiani, è fotografo il protagonista di "Le temps qui reste" di François Ozon, sono fotografe le due artiste al centro del film-documentario storico "Lover Other-Claude Cahun & Marcel Moore" (2006) di Barbara Hammer. La fotografia è centrale nell'opera della Hammer sin dalle opere prime, i cortometraggi del periodo 1974-1991, eseguite per ragioni di studio ma già raffinati esercizi di stile e di ricerca formale, sino alle opere della maturità di taglio prettamente storico: "History Lessons"(2000), "Nitrate Kisses"(1992), lo stupendo "Resisting Paradise" (2003) e l'ultimo "Lover Other-Claude Cahun & Marcel Moore" (2006). La regista Barbara Hammer è un'autentica rivelazione per chi apprezza l'immagine fotografica: sono sensazionali le contaminazioni intriganti, sapientemente equilibrate, e perciò riuscite, fra il girato, il fotografato, il montato, connotati da un uso sapiente del colore attraverso l'uso di sovrapposizioni visuali o di pellicola scaduta con un esito compostezza formale di rara bellezza.
Per il concorso internazionale cortometraggi la giuria internazionale composta da Mathias Brunner, produttore, distributore, membro della commissione programmi del Locarno Film Festival (Svizzera), Sükran Moral, artista/performer (Turchia), Giorgio Valletta, dj/giornalista di musica (Italia), assegna il Primo Premio di 1500 euro (offerti dalla libreria Taste Book) a: "David" di Roberto Fiesco, (Messico, 2005) "In soli 15 minuti Roberto Fiesco Trejo riesce a farci sentire - lontano da ogni luogo comune - il desiderio d'amore di un giovane studente per un uomo più grande. Il delicato svolgersi del film, la tagliente bellezza delle sue immagini, il casting perfetto con la sua chimica unica e speciale, la matura visione di una inedita "coppia" rende questo film speciale tanto che la giuria decide di assegnargli il primo premio." La giuria assegna inoltre due menzioni speciali. Prima Menzione speciale a "La China" di Antonia San Juan e Diego Postigo (Spagna, 2005). "La storia di due giovani drogati vagabondi per le strade di Madrid è raccontata dall'inizio alla fine senza togliere tensione né curiosità. Due attori di straordinario talento in un forte e brillante dialogo enunciano una filosofia profonda di vita marginale, di forte impatto emozionale - un regalo visivo della vita." Seconda Menzione speciale a "Summer" di Hong Kahou (Gran Bretagna, 2006). "Un riuscito affresco contemporaneo su adolescenza e superamento dei pregiudizi."
Per il concorso internazionale documentari la giuria internazionale composta da Anna Margarita Albelo, artista (Usa), Carla Despineaux, critica e filmaker (Germania), Brian Robinson, portavoce del British Film Institute e programmatore del London Lesbian and Gay Film festival (Gran Bretagna) assegna il Primo Premio di 2000 euro (offerti dalla Provincia di Torino e il Comitato Pride) a: "Seres extravagantes" (Old People Out) di Manuel Zayas (Spagna, 2004). "Un ritratto sincero e autentico dello scrittore e poeta gay cubano Reinaldo Arenas. Girato interamente a Cuba, questo potente film enfatizza l'importanza delle testimonianze orali che riportano in vita una storia che altrimenti sarebbe rimasta non raccontata o censurata.".
Per il concorso internazionale video la giuria internazionale composta da Giuseppe Bertolucci, regista (Italia), Elio Padoan, studente (Italia), Goel Pinto, giornalista (Israele), Riccardo Sarà, studente (Italia), Margareth von Schiller, coordinatrice di Panorama, sezione della Berlinale e collaboratrice alla Teddy Foundation (Germania) assegna il Primo Premio di 2500 euro al miglior medio/lungometraggio girato in video (offerti dalla Consulta Provinciale degli Studenti di Torino) a: "Kim Chu-ja" di Choi Jin-Sung (Corea del Sud, 2004) Primo episodio del film collettivo "Dong-Baek-Ggot" (Camellia Project: Three Queer Stories at the Bogil Island) "Per l'originalità ed il talento di un autore che sa coniugare tecniche differenti, e dal quale siamo certi di venire nuovamente sorpresi in futuro." La giuria ha assegnato due menzioni: Prima Menzione speciale al cast del film "Gypo" di Jan Dunn (Gran Bretagna, 2005) "Per la verità e l'intensità della loro interpretazione in un genere, il social-drama, inesauribile e costantemente attuale.". Seconda Menzione speciale a "Dong-Baek-Ggot" (Camellia Project: Three Queer Stories at the Bogil Island) di Choi Jin-Sung, So Joon-Moon, Lee Song Hee-Il (Corea del Sud, 2004). "Per il coraggio dimostrato dal film nella sua interezza in un contesto sociale e culturale di provenienza tanto difficile."
In occasione del Torino Pride 2006 il comitato organizzativo è stato chiamato a istituire un premio speciale al lungometraggio in concorso che meglio esprime i valori e i principi dell'orgoglio lgbt. La giuria composta da Christian Ballarin, Gianni Farinetti, Silvia Magino, Ivan Passaro, Roberto Schinardi, Marina Spini ha assegnato il Gran Premio Torino Pride 2006 a "Go West" di Ahmed Imamovic (Bosnia, Erzegovina e Croazia, 2005), il primo film gay proveniente dalla ex Jugoslavia: "Il film, seppure con alcune forzature e un racconto a volte discontinuo, affronta con coraggio non solo il tema della visibilità negata ma, addirittura, la sopravvivenza di ogni minimo diritto civile nei paesi della ex Yugoslavia lacerati dalla guerra e dagli odi etnici. Un esempio significativo di come, in una terra a noi così vicina eppure lontanissima e dimenticata, la strada da percorrere per le persone omosessuali sia costellata da enormi difficoltà che - quasi non lasciano spazio alla speranza." L'arte, in questo caso (l'evocazione del)la musica, afona ma insieme urlante, con cui si chiude il film, è il mezzo per far ricordare e per suscitare il rifiuto totale della guerra, dell'odio e di ogni discriminazione. I colori della pellicola, freddi e cupi come quelli della tragedia qui rappresentata, si intrecciano al gelo delle parole dell'odio, insuperabile e palpabile, ancora vivo in tutte le parti che sono state in conflitto, restituiscono tutto il dolore della separazione di una guerra senza possibili giustificazioni.
Imperdibile.

Silvia Berruto