10 aprile 2006

DA SODOMA A HOLLYWOOD. Il 21° Torino International Gay&Lesbian Film Festival

Sono le identità plurali, al di là di un’improbabile ovvietà dualistica di mera costruzione culturale, che pulsano oltre l’immediata banalità definitoria di “femminile” e di “maschile” là dove è il mondo transgender, fatto di situazioni multiple, complesse e da comprendere in quanto realtà sociali e sociologiche di un tempo in trasformazione permanente, nell’esplorazione e nella costruzione di immagini e di un immaginario “oltre” sino all’universo queer, l'evento della ventunesima edizione del TGLFF (Torino Gay & Lesbian Film Festival), ancora una volta straordinariamente intrigante e ricca di preziosità.
Il festival è un’occasione sensazionale da non perdere: culturale artistica, speculativa, filosofica e spirituale, di riflessione, di incontro e di confronto per la società civile allargata, un’opportunità irrinunciabile, anche dall’interno, per uscire dalle gabbie delle costruzioni teoriche riduttive che rincitrulliscono menti e cuori e che inibiscono la bellezza della quotidianità delle vite: uno spazio raffinato, sapientemente creato ed agito, dedicato al molteplice e alla multilateralità della volontà di uscire dall’omogeneizzazione del pensiero verso libertà altre, con tutto ciò che questo implica, in cui si inseriscono l’incisività e la valenza salvifiche di quel momento speciale, alto e aperto, quale prova ad essere, ogni anno, il festival.
Quest’anno è da segnalare la rilevanza istituzionale della sinergia col Museo del Cinema che, dando riconoscimento e assicurando continuità al festival, si fa carico della gestione amministrativa e del coordinamento organizzativo lasciando completa autonomia nella realizzazione del programma e nella valorizzazione della storia e della memoria del grande cinema.
Dal 20 al 27 aprile 2006, al Teatro Nuovo, si dà spazio al grande cinema "TRANS" con più di 180 film in proiezione: il film di inaugurazione è Rent (Usa, 2005) diretto da Chris Columbus anteprima in collaborazione con Sony Pictures Italia, in uscita nelle sale italiane dal 21 aprile, mentre il film spagnolo fuori concorso El Calentito di Chus Gutierrez, ispirato al tentato golpe in parlamento del colonnello Antonio Tejero Molina, chiuderà il festival.
Ospite speciale dal 20 al 23 aprile è Jeanne Moreau presente al festival in doppia veste: di attrice (ne Le temps qui reste di François Ozon) e di attrice e produttrice per Go West, una coproduzione Bosnia Erzegovina/Croazia, di Ahmed Imamovic, primo film gay dalla ex Jugoslavia.
Per I CONCORSI INTERNAZIONALI, come ogni anno, sono quattro le sezioni competitive: 12 lungometraggi, 13 cortometraggi, 8 documentari e 9 video (medio e lungometraggi). Quattro giurie internazionali assegneranno il premio Ottavio Mai al miglior lungometraggio e un premio a ciascuna delle altre sezioni: per ogni sezione competitiva è previsto anche un premio del pubblico.
I FILM FUORI CONCORSO sono Le temps qui reste di François Ozon che vede, tra gli interpreti, Jeanne Moreau e Valeria Bruni-Tedeschi e una storia trans Breakfast on Pluto dell'inglese Neil Jordan.
PANORAMA presenta la più recente produzione in pellicola e video in tre sezioni non competitive fuori formato (fiction, doc e corti).
La RETROSPETTIVA - 50 ANNI DI CINEMA è dedicata al regista britannico Ken Russell del quale si potranno apprezzare numerosi film tra cui gli impedibili cult Donne in amore, I diavoli, L’altra faccia dell’amore, Tommy e Messia selvaggio.
Un OMAGGIO è dedicato alla regista statunitense Barbara Hammer, pioniera e artefice di un cinema sperimentale lesbico/femminista indipendente, che, da oltre trent’anni crea, intrecciando in modo raffinato sensualità, sessualità e potenzialità femminili, tra invenzioni formali e sperimentazione al montaggio, l’immaginario “altro” con corti e documentari. Ha realizzato oltre 80 tra film e video ricevendo nel 2000 il Frameline Award per aver dato un contributo significativo al cinema lesbico: il suo lavoro dà voce alle persone marginali le cui storie non sono mai state raccontate e il suo cinema impegna il pubblico intellettualmente con l'intento di spingerlo all'azione che produce cambiamenti sociali. Vedremo la sua trilogia della “storia lesbica femminista” che comprende il più noto Nitrate Kisses, Tender Fictions e History Lessons, affascinanti collage di materiali d’archivio e girato originale e Resisting Paradise, inchiesta sulla resistenza femminile nel sud della Francia durante la seconda guerra mondiale.
Un Omaggio significativo è per il nuovo talento cinematografico Alain Guiraudie, il regista della poesia stralunata dei corti e mediometraggi da Les héros sont immortels a Ce vieux rêve qui bouge all’universo onirico del primo lungo Pas de repos pour les braves sino al più recente Voici venu le temps (2005), del quale saranno presentati tutti i film realizzati dai primi anni 90.
Il terzo omaggio è per il regista cinese Yonfan (regista di “Color Blossoms, 2004” una raffinata esplorazione del desiderio, della sofferenza e della seduzione, lungometraggio presentato l’anno scorso al festival) e per la sua trilogia Bugis Street, Bishonen e Peony Papillon che, attraverso un punto di vista visionario e psichedelico, ci porta tra le folli passioni e le contraddizioni dell’estremo oriente.
ANTEPRIMA ASSOLUTA mondiale per i due film più recenti di Paul Vecchiali: +si@ff sul chatting e gli incontri nella comunità gay virtuale, e Bareback sul fenomeno sempre più diffuso in alcune comunità gay negli Usa di sfidare l’aids facendo sesso senza protezione per “regalare” il virus al partner. In Europa spesso si fa uso di questo termine, invece, per dire che si fa sesso non protetto.
Per RICORDANDO LUCHINO VISCONTI, nel centenario della nascita e a trent’anni dalla morte, il documentario realizzato da Carlo Lizzani del 1999, coproduzione fra Italia/Francia/Germania, che ripercorre l’opera del grande regista italiano.
La sezione EUROPA MON AMOUR: transIstanbul allarga i suoi confini sino alla Turchia. Le categorie occidentali risultano però inadeguate e riduttive per descrivere la realtà turca, anche se gli stili di vita, i locali e le associazioni assomigliano sempre più a ciò che è riconoscibile in Europa che i documentari, i corti e i lungometraggi insieme ai video d’autore cercheranno di restituire le realtà di quel paese in tutta la loro complessità.
VOICE OVER è la sezione sperimentale con opere dello svizzero Marc Bauer, un nuovo Body Double di Brice Dellsperger, i corti in bianco e nero della francese Aurélia Barbet.
Quest'anno il porno si focalizza in chiave punk e transgender: la sezione PORNO VISIONS presenta Mister Nude Punk America del francese Donatine Viesmann e TrannyFags - A Gender F*cking Porno dell'americana Morty Diamond.
La nuova sezione che si inaugura quest'anno è MOVIE&MUSIC DIVAS: CHER - 60 GLAMOUROUS YEAR che riprende il concetto di icona queer per rendere omaggio a un'attrice con parallela carriera da cantante o ad una cantante con performance di attrice. Cher è l'icona prescelta di cui il film Stregata dalla luna propone un'antologia delle sue apparizioni musicali.
E se la Francia ci salva almeno dalla noia usando GLBTQ le cui iniziali sono semplicemente "invertite" rispetto all'uso ormai standardizzato del noto acronimo, segnale evidente di cambiamenti reali e non presunti, per il superamento delle categorizzazioni ci salva, oltre che dalla noia, anche da un inevitabile suicidio culturale collettivo, la teoria queer che rifiuta il genere come categoria centrale sia del pensiero sia dell’esperienza e "ancora più radicalmente le teorie queer e transgender che negano non solo la fissità dell’orientamento sessuale e la dimensione esclusivamente binaria del genere, ma l’opportunità (se non la possibilità) di fondare l’identità sull’orientamento sessuale, etero-, omo- o bisessuale che sia". (Butler e Petersen in "Diversi da chi?" a cura di Chiara Saraceno)

Silvia Berruto