Prima assoluta ad Aosta del coro polifonico "ALLEGRA-MENTE". Il canto come mezzo per trascendere i muri delle discriminazioni
Prima assoluta al Teatro Giacosa di Aosta per il coro "Allegra-mente" che potrebbe sembrare atipico perché "formato da ospiti e da operatori di strutture riabilitative psichiatriche della Valle d'Aosta" come segnala la presentatrice della serata.
Il coro polifonico "Allegra-mente", è composto attual-mente da 18 cantanti tra cui Davide
Stefano, Walter, Ferruccio, Sergia, Giovanna, Cristina, Monica, Francesca, Anna, Gabriella, Dolores, Patrick, Stefania, Flavio, Edoardo, Emilio, Anna, si è esibito lo scorso 6 dicembre al Teatro Giacosa di Aosta, dopo lo storico debutto, avvenuto il 7 novembre a Volterra nella rassegna di cori "Aggiungi un posto a tavola".
Insieme ad altri tre cori tra cui il "Bandolo", composto da persone ospiti di strutture del territorio di Torino e dai membri del gruppo voce dell'associazione "Cura e cultura" di Loranzé, "Canto leggero" coro di voci bianche della Fondazione Istituto Musicale e la corale "Grand Combin", gli "Allegra-mente" hanno proposto il loro repertorio con generosità, passione e convinzione di fronte ad un pubblico numeroso, attento ed emozionato, in una serata culturalmente importante dal titolo quanto mai emblematico e provocatorio "Dialogar cantando" organizzata da Soci@Imed, L'Esprit à l'Envers, Les Aigles, Arc-en-ciel, Di.A.Psi, Azienda USL Valle d'Aosta Dipartimento Salute Mentale e Assessorato Sanità, Salute e Politiche Sociali della regione in collaborazione con Radio Valle d'Aosta 101.
Diretto da Giorgio Moschetti, psicologo e psicoterapeuta, che da anni si dedica alla costituzione e alla direzione di cori polifonici composti da "malati psichici" - segnala sempre la presentatrice - il coro è inteso come uno spazio riabilitativo finalizzato all'acquisizione di competenze musicali". "Allegra-mente è nato nel novembre 2007 - all'interno della comunità terapeutica di Donnas gestita a cura della cooperativa sociale L'Esprit à l'Envers di Aosta - e ha successivamente coinvolto altri cantanti della comunità terapeutica di Chatillon e della comunità terapeutica di Bellun, ha proposto quattro pezzi: "La scala di DO" canone a tre voci di Ludwig Van Beethoven, "Il Caffè" di Karl Gottlieb Hering, "Es tönen die Lieder" (Anonimo) e "Quanno nascette ninno" di Alfonso Maria de Liguori riproponendo, insieme al Bandolo, "Il caffè" di Hering.
"Nella voce c'è tutta la persona - afferma Moschetti - e se vogliamo che la persona venga al mondo, cha la presenza venga al mondo, che abiti il mondo, proviamo ad aiutarla a riscoprire la sua voce. L'idea è quella che se riscopro la mia voce, e ho piacere e mi permetto di farla risuonare in un ambiente, forse sono di più al mondo, ci sono di più: la presenza si avvera … Se i nostri amici hanno bisogno di farmaci credo che gli diamo dei buoni farmaci, suppongo … forse anche ottimi se riusciamo. Se hanno bisogno di musica, se la musica serve per curarli e per farli, in un certo senso, venire al mondo, allora è importante che sia ottima musica, di qualità. Nella polifonia succede che tre o quattro gruppi di persone cantano o cose diverse o la stessa cosa in tempi diversi." C'è un equilibrio, forse unico, tra il verticale e orizzontale, fra individuo e gruppo. "Ognuno canta la sua parte ed è un mattone fondante della collettività e, nello stesso tempo, il gruppo costituisce lo sfondo che permette alla persona di esprimersi."
Silvia Berruto
"Allegra-mente" e il "Bandolo" al Teatro Giacosa, Aosta 6 dicembre 2008, © Photo Silvia Berruto
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