ci sono notti in cui non si può dormire ...
ci sono notti in cui non si dorme ...
non perché si ama,
ma perché si vorrebbe
amare
ma come potremmo
noi
amare
se ...
a Gaza si continua a morire
senza ragioni
ripropongo
in questo frangente
così, comprensibilmente, incomprensibile
un frame della nostra cultura
Alle fronde dei salici
"E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento."
Salvatore Quasimodo
Pemio Nobel per la Letteratura, 1959
in queste notti
così lunghe
così affascinanti
e mediterranee
così potenzialmente
ardite
e rinfrancanti
d'amore
come potremmo
noi
amare
o
dormire
con la
morte nel cuore
noi
qui
a voi
così insulsamente
distanti ...
da voi
da tutti quelli
che abbiamo
crocifisso
non solo
ai
pali
del telefono
ma alle omissioni di improbabili dittatori
ché l'urlo
della femmina
madre
mammifera
arcaica
ancestrale
non può accogliere
perché
non può
trovare posa
che la ragione
non le sia
d'impiccio!
... e che non le sia!
ché di dolore
signore e signori
ancor
si
muore
che ogni vittima
possa perdonare
noi
che non sappiamo quel che facciamo
ma
lo facciamo lo stesso,
ad libitum ...
sul far della sera si consulti, si studi, si legga
e dopo aver compreso
si agisca
http://mariobadino.noblogs.org/
sl
non perché si ama,
ma perché si vorrebbe
amare
ma come potremmo
noi
amare
se ...
a Gaza si continua a morire
senza ragioni
ripropongo
in questo frangente
così, comprensibilmente, incomprensibile
un frame della nostra cultura
Alle fronde dei salici
"E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento."
Salvatore Quasimodo
Pemio Nobel per la Letteratura, 1959
in queste notti
così lunghe
così affascinanti
e mediterranee
così potenzialmente
ardite
e rinfrancanti
d'amore
come potremmo
noi
amare
o
dormire
con la
morte nel cuore
noi
qui
a voi
così insulsamente
distanti ...
da voi
da tutti quelli
che abbiamo
crocifisso
non solo
ai
pali
del telefono
ma alle omissioni di improbabili dittatori
ché l'urlo
della femmina
madre
mammifera
arcaica
ancestrale
non può accogliere
perché
non può
trovare posa
che la ragione
non le sia
d'impiccio!
... e che non le sia!
ché di dolore
signore e signori
ancor
si
muore
che ogni vittima
possa perdonare
noi
che non sappiamo quel che facciamo
ma
lo facciamo lo stesso,
ad libitum ...
sul far della sera si consulti, si studi, si legga
e dopo aver compreso
si agisca
http://mariobadino.noblogs.org/
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